Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Comunità di S. Egidio: «Pensionati e separati sono quelli più esposti»

- di Elena Scarici

NAPOLI La fotografia dell’Istat sull’aumento della povertà in Campania è pienamente confermata da chi lavora sul campo. La Comunità di Sant’Egidio traccia, attraverso il portavoce della sede di Napoli, Antonio Mattone, la sua istantanea. «Nella nostra città sono in netto aumento gli italiani, gli adulti e le donne. Noi portiamo i pasti caldi (1.100 a settimana) nel corso delle cene itineranti in tanti quartieri della città, dalla stazione centrale a Fuorigrott­a, dalla zona orientale al centro storico e vediamo che anche chi ha una casa e vive con la pensione minima non riesce a comprarsi da mangiare e quindi anche se non rientra nella categoria dei senza dimora è comunque povero».

Nell’utenza degli operatori della Comunità tanti padri separati. Molti i cinquanten­ni rimasti senza lavoro. «Se è vero commenta il portavoce della Comunità - che il Pil è cresciuto, allora è mal distribuit­o, perché dalla nostra esperienza deduciamo una sola cosa: che chi è ricco lo è sempre di più e chi è povero è sempre più povero».

Antonio Mattone parla con cognizione di causa, a lui fanno capo, come direttore dell’ufficio della Pastorale del lavoro della diocesi di Napoli, tanti disoccupat­i e cracconta di un caso limite: «Ho un utente che ci ha scritto una lettera, un’accorata richiesta di aiuto, è un uomo di Fuorigrott­a che è stato lasciato dalla moglie, vive in auto con un ragazzino disabile adolescent­e, ogni tanto va dai parenti per una doccia, ma poi si rende conto di dare fastidio. Stiamo cercando di aiutarlo. Ma la difficoltà più grande che incontriam­o anche noi è la mancanza di interlocut­ori, non esistono più figure di riferiment­o, gli assistenti sociali sono scomparsi. Quello che a volte ci sorprende, inoltre, è che molte persone al di là dell’aiuto materiale ci chiedono anche soltanto di parlare, di essere ascoltati».

Esistono povertà a vari livelli, ma anche una profonda solitudine. Fra le tante emergenze, segnala Mattone, la povertà dei bambini, vittime indifese di un sistema malato. «In Italia —sottolinea — ci sono un milione di bambini poveri, l’infanzia indigente e denutrita che non riesce a mangiare bene, che non gode di buona salute. Aiutiamo i bimbi che hanno bisogno dell’apparecchi­o per i denti. La salute è uno dei problemi che riscontria­mo spesso nella nostra utenza, il 25 per cento dei poveri ha problemi sanitari e non si cura, non può farlo, non ne ha la possibilit­à».

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Solidariet­à Antonio Mattone

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