Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Konaté, lo chef maliano ferito: «Salvini venga nel mio ristorante»
«Abbiamo paura, vorrei parlargli a tavola» Lusetti (Legacoop): «C’è un’Italia solidale»
di riso con verdure perché secondo me dovrebbe fare un po' di dieta...». Ventuno anni e la passione per la cucina, Konaté Bouyagui è arrivato in Italia nel 2014 minorenne e non accompagnato, è prima stato in uno Spraar, poi, dopo aver imparato la lingua ed aver fatto formazione (a differenza dei Cas gli Spraar la fanno sempre) ha avviato con altri quattro giovani provenienti dall’Egitto, Armenia e Turchia, una start up cooperativa di catering multietnico supportata da un fondo Legacoop. «Mettiamo tante culture insieme, organizziamo eventi, corsi di cucina, pranzi e matrimoni. Cuciniamo anche a domicilio. In ogni piatto troviamo l'equilibrio tra le esigenze dei clienti e le ricette originarie». Nel 2017 il cuoco del Mali è stato ospite a MasterChef quindi ha aperto il «suo» primo ristorante insieme alla coop Tobili: il Kikana.
Konaté parla a voce bassa ed è quasi sempre sorridente, si oscura solo quando ricorda la notte degli spari. Mostra la benda che gli copre la ferita sull’addome ma poi dice: «Grazie a Dio sto bene...queste cose non devono succedere. Ho paura dall'inizio di questa “campagna”, guardo la tv e si parla solo di immigrazione come se in Italia fosse l'unico problema. Sono troppo spaventato». «A Napoli - ripete mi sono trovato bene fino a gli spari, ho tantissimi amici italiani. Dove e dove vedo il mio futuro? Ancora non lo so, prima mi devo riprendere da questa ferita». Nonostante l'aggressione subita - avvenuta a pochi giorni dal ferimento di un altro migrante a Caserta