Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Realfonzo e la fine dell’adolescenza: da balilla a partigiano
Il romanzo autobiografico «Il tempo giovane, ragazzo tra le due guerre» narra la vita durante il fascismo
L’ingegnere scrittore compie una nuova suggestiva passeggiata autobiografica che coincide con eventi storici terribili, importanti, spesso ignoti, non facili da comprendere per le nuove generazioni. Almerico Realfonzo non rinuncia al ricordo di quella storia italiana vissuta da testimone di un tempo che si tenta in tutti i modi di far dimenticare e di nasconderne i riemergenti rigurgiti. Per la sua rievocazione della breve splendida avventura della Repubblica partigiana dell’Ossola (I giardini rosminiani - i giorni della libertà), Realfonzo ha ricevuto l’anno scorso l’omonimo premio nella città di Domodossola, dove la sua famiglia aveva cercato riparo dalla guerra che distruggeva Napoli, e dove da adolescente fu spettatore di una guerra civile fra le più sanguinose. Alla Napoli delle Quattro Giornate ha dedicato Il giardino degli aranci, cui è seguito Milano 1944. Ne Il tempo giovane – ragazzo tra le due guerre con la prefazione di Guido D’Agostino (187 pagine, Mimesis) Realfonzo prende le mosse dai luoghi in cui suo padre aveva combattuto da bersama gliere nel 1918 per poi metter su famiglia a Napoli (tre figli e una figlia; l’autore nasce nel 1927). C’è qui il racconto di come si veniva educati al fascismo fin da piccoli, le foto di lui «balilla avanguardista» armato di moschetto misura baby, la vita napoletana nelle case prima ai «4 palazzi» poi al Vomero, le villeggiature a Bagnoli, Ischia, Posillipo e i contemporanei eventi storici che preludono alla seconda guerra mondiale accompagnati da una notevole documentazione. Il giovane fascista fiero della sua divisa nera viene costretto dagli eventi ad aprire gli occhi su una realtà durissi- ben lontana dalle notizie propalate dal regime fascista la cui misera caduta, assieme alla fuga del re Savoia da Roma provocano nel ragazzo una repulsione resa più intensa dalle innumerevoli stragi, retate, deportazioni, fucilazioni compiute dai nazisti e dai militi della «repubblichina» di Salò presieduta da Mussolini con il sostegno di Hitler. I grandi scioperi degli operai di Torino e Milano che rifiutano la «socializzazione delle imprese» del governo repubblichino, gli sbarchi degli Alleati in Sicilia, a Reggio Calabria, Taranto, Salerno, Anzio, e infine in Normandia, la lentissi- ma avanzata e la liberazione delle città fino alla resa nazista (in Italia erano oltre un milione i soldati del Reich) accompagnano Almerico e uno dei suoi fratelli alla fine dell’adolescenza, spingendoli ad arruolarsi nelle file dei partigiani per i pochi giorni prima della fine della guerra. In appendice, sul valore di questa memoria storico-biografica le testimonianze di Fulvio Papi, Emma Giammattei, Francesco Soverina, Fiorella Franchini, Raffaele Manica, Umberto Ranieri, Federica D’Alfonso, Carlo Bologna, Pier Antonio Ragozza.