Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Patto per la sicurezza: ecco le telecamere che «catturano» le targhe
I comuni sono chiamati a presentare un piano per ottenere i finanziamenti. L’esempio di Ottaviano
NAPOLI Un sistema di videosorveglianza urbana per i Comuni della città metropolitana, finanziato con fondi disposti dal decreto Minniti. Ieri in Prefettura a Napoli ventisette sindaci e commissari straordinari di altrettante amministrazioni, tra cui il primo cittadino del capoluogo partenopeo Luigi de Magistris, hanno sottoscritto i «Patti per l’attuazione della sicurezza urbana». Un accordo in base al quale si impegnano a presentare un progetto per l’installazione e il potenziamento della videosorveglianza nei propri territori. Lo scorso 22 giugno altri quarantuno sindaci hanno firmato gli stessi patti. «La scadenza — ricorda il Prefetto Carmela Pagano — era fissata al 30 giugno. Si rischiava di perdere fondi determinanti per potenziare un sistema che avrà grande peso sul fronte della prevenzione e del controllo del territorio. A livello nazionale sono disponibili 35 milioni, che saranno assegnati secondo una serie di priorità. In questo senso i territori che presentano maggiori criticità hanno buone chance di vedere i propri progetti finanziati». In totale nell’area metropolitana di Napoli hanno aderito ai patti sessantotto Comuni su novantadue, tra cui la quasi totalità di quelli più popolosi.
Il sindaco de Magistris garantisce che a Napoli sarà completato il videocontrollo nei quartieri a rischio. «Arriveremo a coprire praticamente tutta la città » spiega, anticipando il progetto che, insieme con tutti gli altri, sarà valutato entro il la fine del prossimo agosto dal Governo centrale.
La parola d’ordine è strategia: avere un piano efficace può fare davvero la differenza per ottenere i finanziamenti per il piano presentato. Ne è certo il sindaco di Ottaviano, che ha firmato il patto nella giornata di ieri. Luca Capasso, riconfermato al primo turno alla guida del Comune vesuviano, un progetto efficace e peraltro già sperimentato ce l’ha. E lo ha già messo in campo. Una «rivoluzione» che passa per la statale 268 e per i varchi di accesso alla città della quale, a differenza dei suoi colleghi che pure hanno piani analoghi, parla con chiarezza.
«Si tratta di un piano da 80mila euro che adesso possiamo recuperare per reinvestirli in un ulteriore potenziamento della videosorveglianza. Un sistema in grado di individuare, attraverso la lettura delle targhe, veicoli rubati o senza copertura assicurativa. Adesso — aggiunge — oltre alle telecamere “cattura-targa” già predisposte dall’amministrazione comunale, ne arriveranno altre». Il sistema è collegato con la polizia locale e i carabinieri ai quali è stato assegnato un tablet che segnala immediatamente la presenza di vetture «illegali» e sospette che vengono dunque intercettate in tempo reale e fermate.
«Una misura che è stata fondamentale per arginare una serie di reati che si verificavano sistematicamente in zona, dai furti d’appartamento allo spaccio di sostanze stupefacenti» ricorda il sindaco.
Il sistema insomma, tecnologicamente avanzato, scannerizza le targhe dei veicoli per consentire alle forze dell’ordine di lavorare sulla prevenzione. Non è collegato al sistema del ministero dei Trasporti, ma al database delle forze dell’ordine. Dunque non eleva contravvenzioni in automatico, ma mette in allerta le forze dell’ordine che possono intervenire sui sospetti in tempo reale. «La nostra richiesta — aggiunge Capasso — ruota anche intorno al collegamento del sistema alla Questura».
Il sistema va comunque supportato dalla presenza delle forze dell’ordine dal momento che c’è chi per superare l’esame degli occhi elettronici piazza stracci sulle targhe o utilizza altri sistemi per renderle illeggibili. Avviene a Napoli, soprattutto per violare le Ztl. I soliti furbetti sono stati pizzicati dalla polizia municipale nell’area del Borgo Marinari e a Marechiaro. Perché alla fine un sistema telematico, per quanto sofisticatissimo, non vale quando un uomo.