Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SALVIAMO LA MOSTRA D’OLTREMARE
Con De Luca o con de Magistris? Contro De Luca o contro de Magistris? Per quanto sia penoso, lo stato dell’arte è più o meno questo. E, vuoi per i debiti del Comune, vuoi per il disastro dei trasporti, vuoi per le politiche per il lavoro, si fa fatica o, meglio, si prova addirittura imbarazzo a propendere per questa o quella proposta perché si rischia di stare o con il guelfo o con il ghibellino. Vuoi, tanto per cambiare, per l’Universiade. Una grande occasione per Napoli.
Che nasce tra polemiche e contrapposizioni, scelte complicate e preoccupazioni per il loro impatto sulla città di oggi e su quella di domani.
Sarà, azzardo, per questo che non si è creato un vasto movimento di opinione, più corale delle pur significative voci che finora si sono sentite, che la decisione di realizzare gli alloggi per gli atleti nella Mostra d’Oltremare richiederebbe? Forse per il timore di iscriversi nel partito di uno dei due galli nel pollaio? E resta silente, per lo stesso motivo, la Soprintendenza? La stessa Soprintendenza che – parlo per esperienza diretta – dopo tre
anni non si è ancora pronunciata sulla sostituzione di una palma uccisa dal punteruolo rosso con altra di analoga qualità probabilmente perché teme attentati alla purezza del verde di quel sito.
Sarebbe importante sentire la sua voce. Perché quegli alloggi, di cui non si conoscono caratteristiche, dimensioni e collocazioni, possono ledere l’armonia e l’integrità di un complesso ambientale e monumentale che è parte integrante dell’identità della città, non a caso sottoposta a vincoli precisi. La Soprintendenza potrebbe obiettare: ma su che cosa dobbiamo pronunciarci se non abbiamo ancora alcun progetto? In ogni caso non guasterebbe un suo preliminare «consiglio» sulla fattibilità di un intervento di non lieve impatto in quello spazio su cui, per legge, ha voce in capitolo.
Si dirà: ma l’intervento per accogliere migliaia di persone può essere realizzato con strutture leggere, facilmente rimuovibili. Prefabbricati, dunque? Strutture di emergenze? Ma c’è stato un terremoto
per caso? O ne è previsto qualcuno? E se fosse, perché non pensare alle tende come quelle che hanno accolto i terremotati umbri? Scherziamo, ma la questione è seria. Perché, oltre al compito di non alterare i caratteri, come si diceva, identitari dell’unicum Mostra, occorre ricordarsi del provvedimento più importante della prima giunta Bassolino, la variante urbanistica che salvaguardava la città da qualsiasi nuovo pericolo con il divieto assoluto di aumenti di cubatura.
Giustamente il suo autore, Vezio De Lucia, l’ha rivendicata in un recente libro e forse il comune di Napoli dovrebbe dargli un riconoscimento se solo volesse ricordare i saccheggi del territorio operati negli anni per effetto dell’abusivismo mai seriamente combattuto ma anche di strumenti urbanistici dalle maglie larghe. Le nuove cubature che dovrebbero essere realizzate nella Mostra, saranno provvisorie? Sarà, ma staremmo più sicuri se non si corresse neanche il rischio…
Come si vede, c’è un «prima» (la decisione), un «durante» (la realizzazione e l’utilizzazione) e un «dopo» (che fare delle opere realizzate). Di sicuro non mancano le alternative. Di impatto zero come l’utilizzazione di navi (oggi ne potrebbe bastare una sola, viste le potenzialità della flotta crocieristica), ma si è detto che sarebbe troppo costosa sebbene i confronti, mancando notizie sui costi dell’operazione Mostra, non siano ancora possibili. Di impatto e costi più che sopportabili se si prendesse in considerazione la vicinissima area una volta occupata dalla Nato.
Un pensierino va fatto anche sul «durante» perché non è dato sapere se si sono valutate le conseguenze sulla mobilità di quell’area, già tanto appesantita di suo, della presenza stabile di un «nuovo rione» abitato da alcune migliaia di persone che devono spostarsi.
Dunque, con de Magistris o con De Luca? Solo con Napoli. Solo con la città stufa dei duelli e avida di saggezza e buon governo.