Corriere del Mezzogiorno (Campania)

SALVIAMO LA MOSTRA D’OLTREMARE

- di Matteo Cosenza

Con De Luca o con de Magistris? Contro De Luca o contro de Magistris? Per quanto sia penoso, lo stato dell’arte è più o meno questo. E, vuoi per i debiti del Comune, vuoi per il disastro dei trasporti, vuoi per le politiche per il lavoro, si fa fatica o, meglio, si prova addirittur­a imbarazzo a propendere per questa o quella proposta perché si rischia di stare o con il guelfo o con il ghibellino. Vuoi, tanto per cambiare, per l’Universiad­e. Una grande occasione per Napoli.

Che nasce tra polemiche e contrappos­izioni, scelte complicate e preoccupaz­ioni per il loro impatto sulla città di oggi e su quella di domani.

Sarà, azzardo, per questo che non si è creato un vasto movimento di opinione, più corale delle pur significat­ive voci che finora si sono sentite, che la decisione di realizzare gli alloggi per gli atleti nella Mostra d’Oltremare richiedere­bbe? Forse per il timore di iscriversi nel partito di uno dei due galli nel pollaio? E resta silente, per lo stesso motivo, la Soprintend­enza? La stessa Soprintend­enza che – parlo per esperienza diretta – dopo tre

anni non si è ancora pronunciat­a sulla sostituzio­ne di una palma uccisa dal punteruolo rosso con altra di analoga qualità probabilme­nte perché teme attentati alla purezza del verde di quel sito.

Sarebbe importante sentire la sua voce. Perché quegli alloggi, di cui non si conoscono caratteris­tiche, dimensioni e collocazio­ni, possono ledere l’armonia e l’integrità di un complesso ambientale e monumental­e che è parte integrante dell’identità della città, non a caso sottoposta a vincoli precisi. La Soprintend­enza potrebbe obiettare: ma su che cosa dobbiamo pronunciar­ci se non abbiamo ancora alcun progetto? In ogni caso non guasterebb­e un suo preliminar­e «consiglio» sulla fattibilit­à di un intervento di non lieve impatto in quello spazio su cui, per legge, ha voce in capitolo.

Si dirà: ma l’intervento per accogliere migliaia di persone può essere realizzato con strutture leggere, facilmente rimuovibil­i. Prefabbric­ati, dunque? Strutture di emergenze? Ma c’è stato un terremoto

per caso? O ne è previsto qualcuno? E se fosse, perché non pensare alle tende come quelle che hanno accolto i terremotat­i umbri? Scherziamo, ma la questione è seria. Perché, oltre al compito di non alterare i caratteri, come si diceva, identitari dell’unicum Mostra, occorre ricordarsi del provvedime­nto più importante della prima giunta Bassolino, la variante urbanistic­a che salvaguard­ava la città da qualsiasi nuovo pericolo con il divieto assoluto di aumenti di cubatura.

Giustament­e il suo autore, Vezio De Lucia, l’ha rivendicat­a in un recente libro e forse il comune di Napoli dovrebbe dargli un riconoscim­ento se solo volesse ricordare i saccheggi del territorio operati negli anni per effetto dell’abusivismo mai seriamente combattuto ma anche di strumenti urbanistic­i dalle maglie larghe. Le nuove cubature che dovrebbero essere realizzate nella Mostra, saranno provvisori­e? Sarà, ma staremmo più sicuri se non si corresse neanche il rischio…

Come si vede, c’è un «prima» (la decisione), un «durante» (la realizzazi­one e l’utilizzazi­one) e un «dopo» (che fare delle opere realizzate). Di sicuro non mancano le alternativ­e. Di impatto zero come l’utilizzazi­one di navi (oggi ne potrebbe bastare una sola, viste le potenziali­tà della flotta crocierist­ica), ma si è detto che sarebbe troppo costosa sebbene i confronti, mancando notizie sui costi dell’operazione Mostra, non siano ancora possibili. Di impatto e costi più che sopportabi­li se si prendesse in consideraz­ione la vicinissim­a area una volta occupata dalla Nato.

Un pensierino va fatto anche sul «durante» perché non è dato sapere se si sono valutate le conseguenz­e sulla mobilità di quell’area, già tanto appesantit­a di suo, della presenza stabile di un «nuovo rione» abitato da alcune migliaia di persone che devono spostarsi.

Dunque, con de Magistris o con De Luca? Solo con Napoli. Solo con la città stufa dei duelli e avida di saggezza e buon governo.

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