Corriere del Mezzogiorno (Campania)
IVAN LINS A RAVELLO L’EREDE DI JOBIM
Si apre questa sera la sezione jazz del Festival sul Belvedere di Villa Rufolo Il cantautore brasiliano: canterò pure “Stella d’a mia” tradotta da Maria Pia De Vito Straordinaria, vista la somiglianza di suoni e significati fra portoghese e napoletano
Raffinato erede della lezione di Anton Carlos Jobim, uno dei padri della Bossa Nova che negli anni ’50 seppe fondere jazz e tradizione brasiliana, il cantautore carioca Ivan Lins aprirà stasera alle 21.30 la sezione jazz del Festival di Ravello sul Belvedere di Villa Rufolo.
In tutto sei appuntamenti raccolti sotto il titolo di «Roots and wings» (radici ed ali) scelti per l’occasione dalla direttrice artistica Maria Pia De Vito. E il taglio del nastro toccherà al cantante e pianista di Rio de Janeiro insieme a un quartetto italiano formatosi intorno al progetto InventaRio, che comprende il casertano Ferruccio Spinetti (contrabbassista degli Avion Travel e del duo Musica Nuda), il pianista Giovanni Ceccarelli, il batterista Francesco Petreni e il chitarrista Dadi.
«L’incontro avvenne in Brasile – spiega Lins – quando il gruppo venne a registrare il suo primo disco, e così nel 2012 mi chiesero di far parte anche di “InventaRio incontra Ivan Lins” (vincitore del Grammy latino). Che eseguiremo stasera a Ravello, per metà dedicato alla canzone d’autore italiana e per l’altra metà a brani miei come “Camaleonte” e “Maddalena”». E con una sorpresa targata Napoli. «Canterò anche “Stella d’a mia” che Maria Pia De Vito ha tradotto in napoletano da “Renata Maria”, un brano che scrissi con Chico Barque de Hollanda, e devo dire che il risultato è straordinario, vista la somiglianza di suoni e significati fra portoghese e napoletano».
Ma la conoscenza di Napoli per Lins non si ferma a una canzone. «Ci ho suonato tempo fa con Ivano Fossati, ma ne avevo parlato a lungo in passato con Peppino Di Capri che conobbi a Rio negli anni ’60, quando era popolarissimo nel mio paese, e poi con Pino Daniele con cui trascorsi una notte a discutere di musica al termine di una serata al festival di Pescara. Ci scambiammo anche alcuni dischi, che confermarono l’idea di una grande somiglianza stilistica fra di noi, entrambi impegnati nell’unire la tradizione delle nostre culture con le matrici jazzistiche». Una «fusion» talmente efficace da spingere Ivan alla composizione di un nuovo brano, che registrerà nel 2019. «Si intitolerà “Jazzy tarantella”e non escludo la presenza di una voce napoletana. Un omaggio anche a mia moglie, i cui avi venivano da Sala Consilina, e proprio lei mi ha detto che vorrebbe vivere per un anno in Campania. Chissà dopo Rio e Lisbona potrei trovare proprio qui la mia terza casa». Infine un ricordo per Fausto Mesolella. «Lo conobbi a Siena in occasione della registrazione con “InventaRio”, e mi sembrò un grande talento ricco di conoscenze musicali. Stasera gli farò un omaggio».
Il programma jazz del festival, intanto, proseguirà con il pianista armeno Tigran Hamasyan il 15 luglio, con il cantante Kurt Elling il 18, con una serata dedicata all’etichetta Ecm di Manfred Eicher il 21 con Stefano Battaglia e Django Bates, con Paolo Fresu il 30 e infine con il chitarrista Bill Frisell il primo agosto.