Corriere del Mezzogiorno (Campania)
A bordo dei bus tra «portoghesi» e intolleranza
Non mancano sui mezzi pubblici episodi di razzismo Sono i «portoghesi» multati ad accanirsi sugli stranieri
Per avere l’esatta misura della tolleranza o dei comportamenti sociali degli abitanti di una qualsiasi città occorre viaggiare sui mezzi pubblici.
Per avere l’esatta misura della tolleranza o dei comportamenti sociali degli abitanti di una qualsiasi città, in generale per conoscere davvero la gente, si sa, occorre viaggiare sui mezzi pubblici. Altrimenti capita, anche e soprattutto a Napoli, che contro le brevi convivenze in autobus vadano in pezzi certezze maturate più sui libri o in buona fede che empiricamente: non è vero che Napoli è immune dal razzismo come non è vero che vi regna un rinato senso civico.
E ogni mattina sui bus dell’Anm carichi di lavoratori di tutte le etnie va in scena la città «lazzarona», intendendo quella che non lavora, che vive di espedienti anche illegali e sembra sempre cerca una platea che si tratti pure di risparmiare l’euro e dieci centesimi del biglietto della corsa.
Stamattina (ieri, ndr): il 151 arriva puntuale alla fermata sul lungomare-spostata senza avvertir egli utenti( serviti da un’App) dall’altro lato della Villa Comunale, per giorni si è andati «a caccia» della fermata buona - e si oblitera il biglietto sotto lo sguardo attento, ma timoroso, di una ragazza che sui rivela, nella folla, in camicia blu: è una Vtv, Verificatrice di titoli di viaggio. Non se vedevano da mesi, forse un anno, sulla linea. Si credevano estinti. Ma non è la ragazza a multare studenti e soprattutto adulti trovati senza biglietto ma un trentenne «in borghese», in maglietta Lacoste, dall’aria decisamente nervosa. Spunta anche un terzo verificatore in divisa, più anziano, che apre la porta per far scendere un immigrato senza biglietto, non uno di «quelli» che lavorano evidentemente - gli extracomunitari ad esempio a servizio delle famiglie divi a Manzoni fanno tutti il biglietto - ma dall’aria stracciata, tipica degli africani parcheggiati nei Cas della stazione o della provincia di Napoli e Caserta che, raccontano le cronache, faticano per ottenere anche soltanto la diaria con cui potrebbero pagarsi appena il bus, appunto. Allora una corpulenta «signora» comincia a sbraitare, offendendo i controllori con ingiurie anche più pesanti quando scendono decidendo di soprassedere. La donna più o meno urla alla platea dei viaggiatori: « Nuje avimma fa’ o bigliett senò ce fanno a multa e sta ggente e m... ca vene cà a ce levà ‘o lavoro no, glie’lho detto in fac- cia... ». Traducendo: «Se non facciamo il biglietto noi prendiamo la multa, loro (...) no». Nessuno che dica una parola (a parte lo scrivente, purtroppo insofferente) nell’imbarazzo dei tanti immigrati lavoratori( badanti soprattutto) che abbassano lo sguardo (e pagano il biglietto). Anzi, c’è un giovinastro corpulento che somma squallore a squallore, provando a fare il simpatico con la «signora» eppure sembra avere un accento dell’Est. Testimonianze meno fresche non si contano. L’altro giorno sul 151 era una ragazza nera a redarguire in perfetto napoletano due anziani: «Guardate che io sono nata a Napoli». Bus affollati o in ritardo e «taxi pubblici» che profittano dei periodici tracolli dell’Anm moltiplicano portoghesi «per principio» - invece alla funicolare dove ci sono i tornelli il biglietto lo pagano tutti - e i peggiori si sentono in diritto di dire e fare qualsiasi cosa, comprese violente minacce agli immigrati e in una occasione certa almeno, sempre sul 151, anche vie di fatto: un giovinastro ha tirato uno schiaffone a un senegalese che «non voleva spostarsi» per farlo passare, a suo dire, e nessuna reazione a parte la lacrima del senegalese. Cosenza ha scritto di aver visto sul suo bus un distinto signore pretendere il posto da un extracomunitario. Chiunque potrebbe ribattere a questi «signori» e «signore» «le cedo io il posto volentieri se mostra il biglietto, io l’ho fatto, eccolo», certo di tenerselo come di prendersi due schiaffi. Alla fermata in piazza Sannazaro, aspettando il bus del ritorno quando ormai è sera, un altro bus che va verso Coroglio apre solo la portiera davanti e l’autista si sporge dicendo a brutto muso: «Stasera sale solo chi ha il biglietto». È giovane e avrà appena avuto una discussione con qualcuno di questi «signori» ma l’autista, soprattutto se anziano, cosa deve sopportare e che rischi deve correre? I verificatori in forza all’Anm sono circa 120 ma dall’istituzione di una controlleria unica ne stanno via via abilitando di nuovi e più giovani, si vedono lavorare in coppia o addirittura in tre o quattro per ovvie ragioni di sicurezza. Ci sarà un motivo, evidentemente, se la stragrande parte dei turisti prende solo il Citysightseeing.
Minacce Violenza verbale e qualche volta schiaffi, i migranti a bordo non sono tranquilli