Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I dazi di Trump costeranno 1,6 miliardi
I dati dell’ufficio studi di Confindustria dopo l’allarme lanciato dal presidente Boccia: «Basti considerare che il 70 % della componentistica delle vetture tedesche è italiana»
Ma il Mezzogiorno quanto ci rimette dalla politica dei dazi decisa dagli Stati Uniti? Il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha lanciato l’allarme lo scorso 28 giugno a Caserta.
NAPOLI Mail Mezzogiorno quanto ci rimette dalla politica dei dazi decisa dagli Stati Uniti? Il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha lanciato l’allarme lo scorso 28 giugno a Caserta, nel corso di un convegno: «In una regione in cui l’automotive e l’aerospazio sono due pilastri importantissimi dell’economia — ha sottolineato — i dazi Usa nei confronti dell’Europa, sull’acciaio e sull’alluminio, che ora potrebbero ben presto essere applicati anche ad altri comparti, rischiano di iniettare veleno letale nelle vene della già pallida ripresa. E se Trump annuncia che vuole vedere meno au- to tedesche sulle strade americane, non possiamo gioirne. Tutt’altro. Dobbiamo pensare che il 70 per cento della componentistica di quelle auto è italiano».
L’ufficio studi di Confindustria ha elaborato una proiezione, ipotizzando lo scenario che potrebbe venir fuori. L’Italia esporta negli Usa poco più di 700 milioni di euro in acciaio e alluminio, pari al 4% dell’export del settore. Ed il Mezzogiorno e le isole ne esportano appena 20 milioni, circa il 2% del loro export settoriale. Il quadro, però, cambierebbe drasticamente nel caso scattassero barriere tariffarie Usa sull’import di auto- veicoli (e loro parti e componenti). Esse avrebbero, infatti, un impatto molto rilevante sull’economia italiana, specie quella meridionale. Per Confindustria, infatti, «l’export italiano del settore automotive verso gli Usa è superiore ai 5 miliardi di euro, cioè il 13,6% dell’export del settore e l’1,2% del totale delle esportazioni manifatturiere italiane. Per quanto riguarda l’Italia meridionale e le isole, l’export del settore autoveicoli negli Usa è di 1,6 miliardi, pari al 19,0% del settore e ben il 3,6% di tutto il manifatturiero. Un impatto diretto molto forte — scrive l’Ufficio studi del sindacato degli industriali — a cui occorre aggiungere, inoltre, l’impatto indiretto che passa attraverso le minori vendite negli Usa delle altre case automobilistiche europee, specie quelle tedesche, che incorporano carrozzerie, parti e accessori italiani».
Insomma, la contrazione dei mercati potrebbe provocare un effetto domino. Ecco una ricognizione sull’applicazione dei dazi: dal 23 gennaio le lavatrici e i pannelli solari (per 10 miliardi di dollari di acquisti Usa). Dal 23 marzo l’acciaio e l’alluminio, a eccezione degli acquisti da Argentina, Australia, Brasile, Canada, Corea del Sud, Messico e Unione europea. Dal 1 giugno i paesi europei e quelli aderenti al Nafta (Canada e Messico) non sono più esentati, portando a circa 40 miliardi le importazioni di tali metalli soggette ai dazi. Inoltre, il 14 giugno Trump ha approvato una lista di circa 1100 prodotti cinesi che saranno soggetti a ulteriori dazi: 800 prodotti, per 34 mili a rdi di a cquist i americani, già dal 6 luglio, mentre altri 300, per 16 miliardi, dopo un ulteriore procedimento pubblico di revisione. Infine, il 23 maggio Washington ha aperto un’indagine sulle importazioni di autoveicoli, per un valore superiore a 200 miliardi di dollari. E l’attesa di questa istruttoria potrebbe essere particolarmente penalizzante per le nostre produzioni.
I settori
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