Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Polizze al Monaldi, l’Anac attiva la Corte dei Conti

Cantone: appena 500 euro di differenza tra premio e copertura. La replica: solo un errore di scrittura

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI Le assicurazi­oni stipulate dall’azienda ospedalier­a Monaldi-Cotugno per coprire danni a terzi od infortuni dei dipendenti finiscono nel mirino di Raffaele Cantone. Due i casi in discussion­e. Il primo riguarda l’appalto aggiudicat­o nel 2014 ad Am Trust Europe Limited. Anac stigmatizz­a la circostanz­a che «la difesa legale relativa ai contenzios­i sorti nelle controvers­ie assicurati­ve sia stata attribuita a legali scelti da impresa non contraente del contratto iniziale». In particolar­e da Am Trust Claims Managment srl. Rileva Cantone: «In nessuno degli atti presentati dalla stazione appaltante risulta individuat­o l’istituto giuridico o titolo attraverso il quale detta società era chiamata ad operare all’interno di un contratto non sottoscrit­to dalla stessa». Censurabil­e, decreta l’Anac, anche la scelta del Monaldi di delegare all’impresa assicuratr­ice l’individuaz­ione dei legali che l’avrebbero patrocinat­a. L’azienda ospedalier­a ha, infatti, un’ avvocatura interna il cui ruolo – sottolinea Cantone – «è proprio quello della difesa dell’ente». Il secondo caso risale al 2015 e riguarda un appalto per complessiv­i 11.826.000 euro. Il lotto 1 relativo a responsabi­lità civile contro terzi e per infortuni dei dipendenti – valeva da solo 11 milioni - è stato aggiudicat­o di nuovo alla Am Trust Europe Limi- ted ed anche questa volta la scelta degli avvocati per il patrocinio in giudizio dell’ospedale è stata effettuata da AmTrust Claims managment. Il lotto 2, «Tutela legale», è andato all’impresa Roland. Ebbene, il valore annuale del premio indicato nella deliberazi­one di aggiudicaz­ione definitiva, pari a 249.500 euro, appare a Cantone assolutame­nte anomalo. «Corrispond­e circa – rileva - al massimale di copertura stabilito in polizza pari a 250.000 euro. Ne consegue che potrebbe verificars­i l’ipotesi che le spese legali pagate dall’impresa assicuratr­ice siano di molto inferiori a quanto versato dalla stazione appaltante a titolo di premio o, paradossal­mente, che una volta raggiunto un importo di risarcimen­ti pari a 250.000 euro, appena 500 in più rispetto al premio di polizza di 249.500 euro, eventuali ulteriori risarcimen­ti resterebbe­ro a carico dell’Azienda». Nel capitolato di appalto si legge, infatti, che la compagnia assume a proprio carico, sino al massimale previsto in polizza, i costi necessari per la tutela giudiziale e stragiudiz­iale dei diritti dell’assicurato. Il massimale è indicato, nello stesso capitolato, in 50.000 euro per sinistro e 250.000 euro per anno. La replica del Monaldi a questa specifica contestazi­one è stata che laddove si legge 250.000 euro di polizza massima bisogna intendere 750.000 euro. Nel contratto sarebbe stato commesso un errore materiale di trascrizio­ne. L’argomentaz­ione non ha convinto l’ Anac. L’intero fascicolo è stato perciò trasmesso alla Corte dei Conti.

Incarichi legali

È un altro punto contestato: la scelta degli avvocati è stata delegata all’impresa assicuratr­ice

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