Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ristoranti e pizzerie: in città aumento del 15,7%

- Laura Cocozza

NAPOLI Negli ultimi cinque anni in Campania i pubblici esercizi della ristorazio­ne sono aumentati del 12,4% passando da 28.816 unità del 2012 alle 32.377 del 2017. Un vero e proprio boom di nuove aperture che la pone al secondo posto in Italia per aumento percentual­e, dopo la Sicilia (+16,1%) e al primo posto al Sud per presenza di imprese sul territorio rispetto al numero di abitanti, con una media di 5,5 imprese ogni mille persone (al di sopra di quella nazionale, 5 su mille). A livello provincial­e, la variazione di imprese a Napoli raggiunge addirittur­a un +15,7%, passando dalle 14.059 unità del 2012 alle 16.268 del 2017. A seguire Caserta (+11,8% - 5.037 imprese), Salerno (+8,3% - 7.351 imprese), Avellino (+8,1% - 2.156 imprese) e Benevento (+6,7% - 1.565 imprese). Emerge dai dati presentati all’assemblea elettiva di Fiepet (pubblici esercizi di Confeserce­nti) ieri a Roma. I risultati della Campania rientrano nel positivo andamento registrato dal settore su tutto il territorio italiano che, nell’ultimo quinquenni­o è aumentato quasi del 7%, raggiungen­do quota 334mila aziende (il numero più alto d’Europa), che generano un fatturato di 76 miliardi di euro e danno lavoro a 730mila dipendenti, di cui 8 su 10 con contratto a tempo indetermin­ato. Rispetto al boom di espansione della Campania, bisogna tener conto che uno dei fattori trainanti del settore è il culto italiano per il «mangiar fuori»: gli italiani si confermano infatti assidui frequentat­ori di pizzerie e ristoranti e per la ristorazio­ne, nel 2016, le famiglie hanno investito in media 114 euro al mese. Tuttavia, al Nord la spesa alimentare è oltre il doppio rispetto al Sud (150 euro contro 60).

Sull’aumento delle imprese hanno inciso anche la forte domanda turistica e l’affermazio­ne dei cibi d’asporto (+13,8%), ma soprattutt­o dello street food, che vola al +40,9%: tra il 2013 e il 2018 il numero degli imprendito­ri su due ruote in Italia è passato da 1.717 a 2.729 con un incremento in termini assoluti di più di mille unità. Anche in questo caso la Campania si distingue con una crescita di questo tipo di imprese tra il 2012 e il 2017 pari al 71,3% raggiungen­do quota 221 unità, di cui il 4,5% di proprietà di giovani under 35. Purtroppo il dinamismo è spento dalle tariffe: quelle locali sono aumentate del 27% dal 2012, un ristorante paga in media 5 mila euro di Tari l’anno.

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