Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Juve compra Cr7 A Pomigliano e Melfi dichiarano sciopero
Cobas e Usb sul piede di guerra: in Fca tanti problemi
E alla fine arriva lo sciopero contro Ronaldo. O meglio, contro le cifre iperboliche che circolano nel calcio. Così a Melfi , così a Pomigliano. Iniziative di lotta (proclamate) a cui, però, le sigle confederali non hanno aderito pur, è il caso della Cgil, condividendo la battaglia etica. All’ex Alfa Sud c’è ancora chi ricorda la contestazione a un segretario nazionale che aveva osato dir male dell’ingaggio di Beppe Savoldi al Napoli.
NAPOLI E alla fine arriva lo sciopero contro Ronaldo. Per meglio dire, contro le cifre iperboliche che circolano nel calcio. Così a Melfi (due giornate di stop tra domenica e lunedì indette dall’Usb), così a Pomigliano d’Arco (qui l’iniziativa di lotta — di otto ore — è dei Cobas, che rappresentano però una percentuale irrisoria in fabbrica). Scioperi a cui, però, le sigle confederali non hanno aderito pur, è il caso della Cgil, condividendo la battaglia etica. Sono lontani i tempi in cui succedeva proprio il contrario. A Pomigliano chi ha memoria ricorderà quando fu contestato un segretario nazionale che, durante un’assemblea infuocata nello stabilimento Alfa Sud, aveva osato contestare l’ingaggio di Beppe Savoldi al Napoli. Altri tempi, altra storia.
Il primo a contestare l’arrivo a Torino di Cr7 è stato Gerardo Giannone, operaio Fca, segretario prima di un circolo Pd all’interno della fabbrica ora di Leu. «L’acquisto è ovviamente legittimo visto che parliamo di due società differenti — spiega —. Io, infatti, pongo un problema etico non formale, tant’è che non aderirei mai allo sciopero. Il socio di maggioranza di entrambe le società è lo stesso, ma mentre la Juve utilizza il 98 per cento del fatturato per pagare i dipendenti, per la Fca ne spendono solo il 6 per cento. Sono dieci anni che non abbiamo un aumento contrattuale. Se la Fca ci facesse recuperare l’inflazione avremmo 170 euro al mese in più. Sarebbe una cosa eticamente giusta. Pomigliano ha dato lezione di responsabilità e maturità a tutti. Continuiamo a farlo. La battaglia deve essere morale». E sulla falsariga la pensano così anche Fiom e Cgil. Il segretario generale di Napoli, Walter Schiavella spiega: «Mi pare chiaro che questa vicenda pone in evidenza un elemento di complessiva svalorizzazione del lavoro e di squilibrio tra stipendi. Non aderiamo allo sciopero, ma il tema etico resta. Il terreno della preoccupazione in quello stabilimento resta alto, le incertezze sul futuro dell’azienda e sui nuovi modelli restano». Così anche la deputata Leu, Michela Rostan e l’eurodeputato di Sinistra italiana, Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil rincara la dose: «Il raffronto da fare non è solo fra lo stipendio di Ronaldo e quello di un lavoratore dipendente, ma anche e soprattutto tra le tasse che pagherà Ronaldo e quelle che paga un lavoratore. Poveri noi. Che la retribuzione di un lavoratore dipendente sia tassata con le proporzioni che oggi prevede la legge, e che quella di un professionista straricco goda di questi stessi benefici è cosa che si commenta da sola». Fuori dal coro la Uil. Per Giovanni Sgambati «intanto bisogna chiarire che parliamo di due società quotate e differenti. Ma soprattutto l’operazione Ronaldo potrebbe essere un vantaggio in termini pubblicitari, altro che svantaggio».
Per il segretario Uil lo sciopero è «una strumentalizzazione. Si utilizza l’immagine di Ronaldo per attirare l’attenzione. È chiaro che siamo in una fase di snodo: abbiamo diversi stabilimenti non saturi come Pomigliano e l’annuncio dei nuovi modelli dovrà essere la svolta». Attualmente sui 4500 lavoratori dello stabilimento Gianbattista Vico, in 1700 stanno utilizzando ammortizzatori a rotazione.
Rostan (Leu) e Cofferati (Sinistra italiana): il raffronto da fare è soprattutto tra le tasse che pagherà il calciatore e quelle che paga un lavoratore