Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pomigliano, un flop lo sciopero contro Ronaldo
A Pomigliano è un flop la mobilitazione dei Cobas. Gli operai: «Mai pensato di fermarci»
NAPOLI Molto rumore per nulla. È andato come peggio non poteva ieri lo sciopero per i rappresentanti del sindacato Si Cobas, indetto contro l’acquisto di Cristiano Ronaldo alla Juventus, negli stabilimenti Fca di Pomigliano e del Centro logistico di Nola nell’ambito delle iniziative di protesta promosse in questi giorni contro il passaggio di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid ai bianconeri. Fallimento sottolineato anche da una nota della stessa azienda automobilistica: «È la dimostrazione – osserva un portavoce di Fca - che si trattava di un’agitazione di carattere strumentale e che i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano lo hanno capito perfettamente a differenza di quanti invece gli hanno voluto dare credito».
Anche i sindacati metalmeccanici confederali sottolineano la mancata adesione allo sciopero dei Cobas. «Come avevamo preventivato i lavoratori scioperano per questioni più serie e che li riguardano da vicino nella vita di ogni giorno - spiega il segretario generale regionale della Uilm Campania, Antonio Accurso - Se poi si vuole aprire un dibattito sulle storture di una società che fa girare tanti soldi nel mondo dello sport e dello spettacolo questo è un altro tema che non può ricadere sulle spalle di chi lavora già duramente per portare a casa uno stipendio dignitoso». «Nonostante tutta la pubblicità e la copertura che hanno offerto i media italiani – commenta invece segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo - sempre più sensazionalisti, i lavoratori hanno dimostrato di essere infinitamente più intelligenti di certi sedicenti sindacatini. Infatti, a Pomigliano la dichiarazione di sciopero dei Cobas ha registrato zero adesioni, complimenti».
Ieri i cinque ex operai appartenenti al Si Cobas avevano anche scritto una lettera aperta al calciatore. «Sappiamo che il tuo lavoro è fare il calciatore, ma prima del lavoro e dei doveri che questo impone, in ogni uomo c’è prima di tutto la sua dignità – si leggeva nella missiva - Tieni presente che i soldi che la Juve ti vuole dare, come tutto quello che posseggono i padroni, ha un’unica fonte: il lavoro di noi operai». E concludevano: «Con la vicenda dell’esborso di tutti questi soldi per avere te nella Juve, quale fedeltà la società sta dimostrando nei confronti di tutti i dipendenti Fca?». Due giorni fa invece avevano dato vita ad un volantinaggio davanti ai cancelli della fabbrica campana accolti dall’indifferenza della gran parte degli operai che si accingevano a recarsi a lavoro per il turno centrale. «Nessuno tra noi li ha presi davvero sul serio – spiegano alcuni lavoratori del reparto montaggio del Vico – sapevamo che era solo un modo per far parlare di loro. Ma veramente c’è qualcuno che ha potuto immaginare che noi potessimo scioperare perché la Juve ha speso 400 milioni per Cristiano Ronaldo? Dobbiamo pensare a cose più serie ed a scongiurare cali di produzione nel sito altro che Ronaldo».