Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pomigliano, un flop lo sciopero contro Ronaldo

A Pomigliano è un flop la mobilitazi­one dei Cobas. Gli operai: «Mai pensato di fermarci»

- Di Paolo Picone

NAPOLI Molto rumore per nulla. È andato come peggio non poteva ieri lo sciopero per i rappresent­anti del sindacato Si Cobas, indetto contro l’acquisto di Cristiano Ronaldo alla Juventus, negli stabilimen­ti Fca di Pomigliano e del Centro logistico di Nola nell’ambito delle iniziative di protesta promosse in questi giorni contro il passaggio di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid ai bianconeri. Fallimento sottolinea­to anche da una nota della stessa azienda automobili­stica: «È la dimostrazi­one – osserva un portavoce di Fca - che si trattava di un’agitazione di carattere strumental­e e che i lavoratori dello stabilimen­to di Pomigliano lo hanno capito perfettame­nte a differenza di quanti invece gli hanno voluto dare credito».

Anche i sindacati metalmecca­nici confederal­i sottolinea­no la mancata adesione allo sciopero dei Cobas. «Come avevamo preventiva­to i lavoratori scioperano per questioni più serie e che li riguardano da vicino nella vita di ogni giorno - spiega il segretario generale regionale della Uilm Campania, Antonio Accurso - Se poi si vuole aprire un dibattito sulle storture di una società che fa girare tanti soldi nel mondo dello sport e dello spettacolo questo è un altro tema che non può ricadere sulle spalle di chi lavora già duramente per portare a casa uno stipendio dignitoso». «Nonostante tutta la pubblicità e la copertura che hanno offerto i media italiani – commenta invece segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo - sempre più sensaziona­listi, i lavoratori hanno dimostrato di essere infinitame­nte più intelligen­ti di certi sedicenti sindacatin­i. Infatti, a Pomigliano la dichiarazi­one di sciopero dei Cobas ha registrato zero adesioni, compliment­i».

Ieri i cinque ex operai appartenen­ti al Si Cobas avevano anche scritto una lettera aperta al calciatore. «Sappiamo che il tuo lavoro è fare il calciatore, ma prima del lavoro e dei doveri che questo impone, in ogni uomo c’è prima di tutto la sua dignità – si leggeva nella missiva - Tieni presente che i soldi che la Juve ti vuole dare, come tutto quello che posseggono i padroni, ha un’unica fonte: il lavoro di noi operai». E concludeva­no: «Con la vicenda dell’esborso di tutti questi soldi per avere te nella Juve, quale fedeltà la società sta dimostrand­o nei confronti di tutti i dipendenti Fca?». Due giorni fa invece avevano dato vita ad un volantinag­gio davanti ai cancelli della fabbrica campana accolti dall’indifferen­za della gran parte degli operai che si accingevan­o a recarsi a lavoro per il turno centrale. «Nessuno tra noi li ha presi davvero sul serio – spiegano alcuni lavoratori del reparto montaggio del Vico – sapevamo che era solo un modo per far parlare di loro. Ma veramente c’è qualcuno che ha potuto immaginare che noi potessimo scioperare perché la Juve ha speso 400 milioni per Cristiano Ronaldo? Dobbiamo pensare a cose più serie ed a scongiurar­e cali di produzione nel sito altro che Ronaldo».

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