Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pride e provocazione religiosa Si dividono le associazioni gay
«Èuna pessima idea, spero che ci ripensi o che qualcuno gli suggerisca di non farlo». Carlo Cremona, presidente dell’associazione gay «I-Ken», è in disaccordo con la provocazione dell’escort Francesco Mangiacapra (foto), il quale ha annunciato che, durante il Pride di oggi a Napoli, sfilerà impersonando un Cristo gay. Per Mangiacapra «non è un atto offensivo ma un gesto politico ni confronti della Chiesa». Non tutti però ne sono convinti.
NAPOLI «È una pessima idea e spero che ci ripensi o che i promotori della manifestazione gli suggeriscano di non farlo». Carlo Cremona, il presidente di i – Ken, associazione di cultura omosessuale che a Napoli è ben rappresentata e che oggi sfilerà al Pride Mediterraneo con una delegazione di una cinquantina di persone, lancia un appello a Francesco Mangiacapra e all’Arcigay, che ha organizzato la sfilata di oggi pomeriggio in città.
Mangiacapra, avvocato ed escort, autore del dossier sui preti gay consegnato all’inizio dell’anno alla Curia di Napoli, ha annunciato ieri al Corriere del Mezzogiorno che si presenterà al Pride Mediterraneo vestito da Gesù, un Gesù omosessuale naturalmente, accompagnato da un giovane angelo efebico con delle grandi ali realizzate con piume di struzzo. Antonello Sannino, il presidente di ArciGay Napoli, ieri ha commentato l’iniziativa senza lodarla e senza censurarla. «Ognuno — ha detto — partecipa al Pride come gli pare. Non capisco la finalità, ma comprendo il disagio del mondo Lgbt verso alcuni ambienti cattolici. Siamo di fronte a un’espressione di satira politica, non offensiva. L’evento di domani sarà un momento di libertà. L’unico disagio potrebbe nascere nel caso venisse lesa la libertà altrui. Nel caso venisse bruciato un rosario, un crocifisso o un Vangelo certamente prenderemmo le distanze». Cremona, però, la pensa in maniera differente da Sannino e non lo nasconde. «Oggi – premette – saranno con noi anche migranti in fuga da alcuni dei 97 Paesi nei quali ancora si è ammazzati perché omosessuali o lesbiche. Succede, per esempio, in Arabia Saudita o in Iran. Saranno in corteo uomini e donne, etero ed omosessuali, per dire no alle indecenti parole del ministro Fontana, quello che ha pubblicamente affermato che le uniche vere famiglie sono costituite da un uomo e da una donna. Tematiche serie, importanti. Ecco, rispetto a tutto ciò la provocazione di Mangiacapra rischia di distogliere l’opinione pubblica e chi assisterà al Pride dai contenuti veri e di trasformare il corteo in uno show. Esattamente quello che non serve». Polemizza Cremona: «Le smanie di protagonismo di questo signore, uno che è ben addentro ai salotti ed ai circuiti mediatici, ma che finora ha creato più danni che benefici, non devono oscurare le ragioni dei dieci, dei cento e dei mille che senza carnevalate chiederanno diritti, rispetto, pari dignità. Mangiacapra è avvezzo allo scandalo come strumento di comunicazione. Vende se stesso e sceglie le forme di promozione a maggiore impatto mediatico ed a basso costo per assurgere agli onori della cronaca. Nulla di male, ognuno si comporta come vuole. Strumentalizzare la manifestazione di oggi, però, secondo me è molto meschino perché un Pride si fa per i diritti civili e per garantire le persone più deboli ed esposte. Bisogna creare ponti e non fratture. La figura di Cristo e della Madonna – si crea o meno - va salvaguardata dalle polemiche». Ieri, intanto, Mangiacapra è tornato alla ribalta ed ha sostenuto di avere ricevuto minacce di morte su facebook, dopo che è circolata la notizia che avrebbe sfilato al Pride vestito da Gesù.
Cremona
Con il suo gesto rischia di distogliere l’opinione pubblica e chi assisterà al Pride dai contenuti veri