Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Patto Mann-Ermitage All’Archeologi­co i capolavori di Canova

Patto tra Archeologi­co e Ermitage. Giulierini: aspettiamo da un anno e mezzo i permessi per la caffetteri­a

- Di Vincenzo Esposito

NAPOLI Un’alleanza sulla bellezza, un patto di «mutuo soccorso» per la conservazi­one della memoria. L’Ermitage e il Mann lavorano insieme scambiando­si tesori, esperienze e molto probabilme­nte visitatori.

Un’intesa che farà crescere entrambi anche se il museo di San Pietroburg­o vanta 4,5 milioni di ingressi ogni anno. L’Archeologi­co, dopo il rilancio voluto dal direttore Paolo Giulierini sta però recuperand­o e chiuderà il 2018 con 700 mila visitatori. Numero più che raddoppiat­o rispetto a quattro anni fa.

E ora l’alleanza con l’Ermitage porterà subito un «salto di qualità» visto che il primo effetto tangibile sarà l’arrivo al Mann del «bello assoluto», il neoclassic­ismo di un grande maestro come Antonio Canova. Che tra l’altro a Napoli arrivò ventiduenn­e e rimase estasiato da sculture farnesiane che ne plasmarono il futuro e l’ambizione. In esposizion­e ci saranno sei capolavori di Canova. In cambio a San Pietroburg­o voleranno i reperti di Pompei per la mostra «I miti e gli eroi».

In un incontro pubblico i due direttori Michail Piotrovsky e Paolo Giulierini hanno anticipato i prestiti: da San Pietroburg­o arriverann­o i capolavori «Genio della morte», la «Danzatrice», «Ebe», il famoso «Amorino alato», il gruppo marmoreo di «Amore e Psiche». E infine «Le Tre Grazie» simbolo universale di bellezza e icona di Canova nel mondo.

Dall’Ermitage anche la grande statua romana dell’«Ermafrodit­o dormiente» del lll-l secolo a.C. e il gruppo bronzeo di «Ercole e Lica».

Durante la presentazi­one i due direttori non hanno nascosto la propria soddisfazi­one. «È molto importante saper conservare la memoria e rinnovarsi - ha spiegato Piotrovsky, capo del museo che fu fondato da Caterina la Grande - ora con questo accordo con Napoli e Pompei abbiamo un’occasione in più. Fare sì che l’Ermitage diventi ancora di più punto di riferiment­o della cultura e che accresca i suoi visitatori. Cosa sempre gradita».

Paolo Giulierini ha sottolinea­to come la bellezza conservata in un museo possa portare sviluppo e lavoro. «È tra i nostri obiettivi - ha spiegato - perché la conservazi­one, il restauro , la gestione di un museo ha bisogno di persone. Per non parlare dell’indotto. Quando passeggio per le strade intorno all’Archeologi­co incontro tante persone che mi ringrazian­o perché il turismo ha permesso la nascita di tante attività».

Poi un passaggio amaro sulla burocrazia: «Da un anno e mezzo stiamo seguendo con apprension­e l’iter per l’apertura di una caffetteri­a. E ancora non si vede soluzione. Un museo non può crescere senza bar, ristoranti, sale di riposo e di svago per i visitatori. Ci avevano detto che avrebbero snellito la burocrazia. E invece...».

Nei prossimi anni sono previsti altri scambi e spesso verranno utilizzati i materiali conservati nei depositi. Ci sarà, ad esempio, la mostra sugli ori. Quelli russi imperiali comprese le famose uova di Fabergé, da una parte. E i monili ritrovati su donne e uomini coperti dalla lava del Vesuvio duemila anni fa dall’altra.

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 ??  ?? Stretta di mano I due direttori Michail Piotrovsky e Paolo Giulierini hanno anticipato i prestiti d’arte
Stretta di mano I due direttori Michail Piotrovsky e Paolo Giulierini hanno anticipato i prestiti d’arte

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