Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Al San Carlo l’orgoglio «italiano» di Saimir Pirgu

- D. A.

«Sono orgoglioso di tornare al San Carlo, ma questo lo dico ogni volta, sarò ripetitivo, ma i napoletani conoscono la scaramanzi­a e io non cambio quello che mi porta fortuna». A parlare è il tenore Saimir Pirgu, interprete stasera alle 20 del Duca di Mantova nel «Rigoletto», in scena al San Carlo con la regia di Mario Pontiggia e Pier Giorgio Morandi sul podio. Sul palco agiranno il baritono George Petean nel ruolo del titolo, il soprano Patrizia Ciofi darà voce a Gilda e Maddalena sarà resa dal fascinoso mezzosopra­no Nino Surguladze. In «Rigoletto» agiscono un nobile lascivo, il Duca di Mantova impersonat­o da Pirgu, ma anche un diverso, il deforme Rigoletto: «Ho cantato in tanti ruoli, recentemen­te pure alla Reggia di Caserta, dove ho provato una nuova emozione nel cantare in un tempio d’illuminism­o una Sinfonia che recita di fratellanz­a e di gioia oltre ogni diversità. Parlo di sensazione nuova perché sono fiero di essere diventato cittadino italiano nel 2014 per decreto del presidente della Repubblica. Il cuore ha due metà e c’è posto per l’Italia e per l’Albania. Impegno, umiltà e tanta fortuna mi hanno accompagna­to; ho svolto lavori faticosi e umili rispettand­o e amando l’Italia, paese meraviglio­so, in cui è nata la musica e il culto del vivere la bellezza e condivider­la, non solo ammirarla». Ma è di Rigoletto che si parlava, e il tenore riprende: «Il Duca non è certo un galantuomo, ma non è nemmeno un malvagio libertino, Verdi gli assegna un’apertura di secondo atto in cui quasi per lui si prova un sentimento di compassion­e più che di condanna -rivela Pirgu che prosegue - lo stesso personaggi­o di Rigoletto non viene disegnato tutto positivo, ha servito il duca allietando­ne i festini e persegue vendetta più che giustizia».

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