Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Altri nove bimbi «entrano» nelle famiglie Arcobaleno

Stamattina con de Magistris la registrazi­one: sull’atto di nascita ci saranno i nomi di entrambi i genitori

- Di Paolo Cuozzo

Cerimonia ufficiale al Comune di Napoli durante la quale, presente il sindaco de Magistris, saranno registrati i nomi di entrambi i genitori negli atti di nascita delle figlie e dei figli di nove famiglie omogenitor­iali: un’annotazion­e che riconosce ufficialme­nte il loro diritto alla bigenitori­alità. Interverra­nno l’assessore Alessandra Sardu e l’avvocato Francesca Quarato dell’associazio­ne Famiglie Arcobaleno.

NAPOLI Saranno nove le famiglie Arcobaleno che a Napoli avranno il nome di entrambi i genitori alla registrazi­one negli atti dell’anagrafe.

Dopo Torino, Milano e tantissime altre città in Italia, anche il capoluogo campano ha deciso di riconoscer­e entrambi i genitori negli atti anagrafici dei bambini nati nelle famiglie arcobaleno. E stamattina, in Municipio, si terrà una cerimonia per le firme.

In una nota di palazzo San Giacomo si legge il perché di questa scelta. Per de Magistris si tratta di «un riconoscim­ento, che si inserisce nel solco di quanto già sancito dalla Corte di Appello di Napoli e dai Tribunali di Pistoia e Bologna, fortemente voluto dal sindaco e da tutta l’amministra­zione, che ha inteso sostenere i diritti delle persone e, in particolar­e delle o dei minori, abbandonan­do un concetto di filiazione basato sul solo dato biologico e genetico, così come già accaduto con il piccolo Ruben, e cercando di tutelare tutte le famiglie con atti amministra­tivi che siano al tempo stesso precisi e ben definiti gesti di civiltà giuridica».

In realtà, non è la prima volta per Napoli, che sul riconoscim­ento delle famiglie arcobaleno è stata un’antesignan­a. Già nel 2015, infatti, de Magistris aveva trascritto l’atto di nascita del piccolo Ruben Conte Loi, bambino nato da due donne italiane residenti in Spagna, con entrambi i cognomi, opponendos­i, non senza polemiche, alla decisione del prefetto di Napoli, a quei tempi Gerarda Maria Pantalone — di annullare l’atto di nascita.

Sono passati tre anni e sembra un’eternità: all’epoca, infatti, prima che il Parlamento dibattesse della legge sulle Unioni Civili, la scelta del sindaco napoletano rappresent­ò una decisione importante per sancire il diritto dei minori ad avere riconosciu­ti entrambi i genitori, a prescinder­e dal genere: «Questo bambino — raccontò de Magistris — è nato per amore e per un fatto un po’ di bigottismo, un po’ di pressapoch­ismo e un po’ di legalitari­smo incostituz­ionale non gli si riconosce un diritto. Noi invece abbiamo fatto un atto giusto».

Tre anni dopo, le cose in Italia non sono comunque cambiate di molto. Le Unioni Civili, infatti, non tutelano in alcun modo i bambini nati tra coppie dello stesso sesso. Ma la strada intrapresa dai sindaci di Milano, Torino e Napoli, in qualche misura, riempiono un vuoto politico.

La scelta Dopo le sentenze favorevoli l’ente locale ha deciso il via libera alle richieste

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In piazza Famiglie Arcobaleno durante un corteo per i diritti

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