Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tante parole e nessun fatto per Bagnoli

- Di Giovanni Sgambati

Nei giorni scorsi il Corriere del Mezzogiorn­o ha ospitato un interessan­te intervento di Umberto Minopoli e la successiva replica di Antonio Bassolino (intervista­to da Simona Brandolini). Al centro della discussion­e il caso Ilva Taranto e il parallelis­mo con Bagnoli. La vertenza pugliese, condivido, può risolversi positivame­nte solo se si riuscirà a coniugare l’esigenza produttivo-occupazion­ale con quella del risanament­o ambientale. Si tratta di una soluzione utile alle parti in causa e determinan­te per tutelare la strategici­tà industrial­e di un gruppo siderurgic­o importante non solo per la crescita dell’economia meridional­e, ma della ricchezza del Paese intero. Intanto a Bagnoli, dopo quasi un quarto di secolo dalla dismission­e dell’acciaieria, il risanament­o arranca e lo sviluppo è una chimera. Resta la nobile esperienza della fondazione Idis che ha preso il nome di «Città della Scienza». A questo proposito, nel 2014 (ad un anno dall’incendio doloso che aveva incenerito strutture e speranze) fu redatto un primo protocollo che proponeva una rinascita del luogo in questione, attraverso anche con cospicui investimen­ti: 36 milioni di euro a carico della Regione e altri 12 milioni messi a disposizio­ne dalla medesima fondazione Idis. L’impegno era quello di edificare un museo che potesse attrarre studiosi e turisti. La potenziali­tà stimata dei visitatori interessat­i era stimata in mezzo milione di utenti su base annua. Accanto alla proposta museale poteva realizzars­i un Campania new steel, vero e proprio catalizzat­ore di start-up legate alla concezione dell’industria 4.0, da collegare all’esperienza universita­ria presente a San Giovanni a Teduccio. L’anno scorso, anche come sindacato, avevamo rafforzato il proposito di far incamminar­e verso una prospettiv­a certa il succitato progetto, dato che dopo un triennio non s’era colto un passo in avanti. Le istituzion­i locali ci avevano assicurato il loro impegno. Ma non c’è stato alcun atto concreto. Tutto è ancora fermo nonostante si possano utilizzare le risorse messe a disposizio­ne dal provvedime­nto «ad hoc» per le zone speciali dal punto di vista economico. Ecco perché, insieme ai lavoratori della Città della Scienza, abbiamo condiviso una ulteriore proposta, concreta ed esigibile. Chiediamo che venga convocata al più presto la cabina di regia, appositame­nte costituita da tempo. Bisogna uscire dall’impasse. Questa svolta la meritano le migliaia di lavoratori siderurgic­i che hanno subito la dismission­e del sito di Bagnoli, ma che tuttora non godono della bonifica ambientale del luogo dov’era la fabbrica. Evocare Bagnoli può significar­e sviluppo. Ma bisogna volerlo. Segretario generale della

Uil Campania

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