Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Porto, i 5 stelle all’attacco di Spirito
Beverello: 12 senatori, tra cui Presutto e il capitano De Falco, chiedono l’intervento del ministro
NAPOLI I 5 stelle vanno all’attacco del presidente della Autorità portuale di Napoli, Pietro Spirito. «I fondi per progettare un nuovo waterfront del Molo Beverello — accusano — erano stati stanziati per altri interventi molto più urgenti, abbiamo chiesto al ministro delle Infrastrutture Toninelli di intervenire».
Un gruppo di dodici senatori M5s, tra i quali il capitano Gregorio De Falco, l’ufficiale di origini partenopee che urlò contro il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, la tragica sera del 12 gennaio 2012, ha depositato un’interrogazione al ministro dei Trasporti per chiedere controlli sugli investimenti decisi dall’Autorità di sistema portuale del Tirreno centrale nel porto di Napoli.
In particolare i senatori contestano la decisione di indirizzare risorse ai lavori di rifacimento del terminal passeggeri al Molo Beverello. La scelta dell’Authority è contestata sia in ordine alla decisione di utilizzare fondi pubblici, sia rispetto alla scelta sulla priorità degli interventi che a giudizio dei parlamentari sarebbero altri. «Un’operazione, quella del presidente Spirito, portata avanti senza alcun bando — denuncia il senatore pentastellato Vincenzo Presutto — attraverso una trattativa negoziata, per un importo superiore ai 2 milioni e mezzo di euro, che l’Anac ha più volte censurato».
Nell’interpellanza si afferma, infatti, che «i costi per gli affidamenti per le attività di servizi di ingegneria ed architettura al raggruppamento che nel 2003 (ovvero da oltre 15 anni) si è aggiudicata la progettazione delle opere di riqualificazione del waterfront portuale di Napoli, anche assegnati attraverso l’istituto della trattativa negoziata, appaiono agli interroganti esorbitanti e comunque violerebbero quanto disposto dal decreto legislativo n. 50 del 2016 e dalle indicazioni fornite dall’Anac».
In particolare, al ministro Toninelli è stato sottoposto anche il problema dei fondi utilizzati per la progettazione del waterfront: finanziamenti che sarebbero stati stornati da altri capitoli relativi ad alcune opere prioritarie, così come previsto nel piano operativo triennale 2017-2019, quali la manutenzione delle banchine e delle infrastrutture portuali «che, in molte parti — sottolineano i parlamentari del Movimento 5 stelle — sono notevolmente deficitarie e corrono il rischio di incidere sulla funzionalità del Porto, nonché sulla pubblica e privata incolumità».
Intanto, il vicepresidente nazionale di Confcommercio e di Conftrasporto, Paolo Uggè, nel corso della presentazione a Roma del primo Osservatorio Trasporti, ha lanciato l’allarme sulla funzionalità e l’efficienza degli scali portuali, preda di paludose pastoie burocratiche e, per questo, ancora parecchio distanti da accettabili margini di competitività: «La burocrazia sta soffocando tutto — ha dichiarato Uggè —. Ad esempio, le autostrade del mare non sono soltanto le vie d’acqua, ma anche tutte le infrastrutture di supporto e della logistica. Penso al fatto — ha poi concluso — che ci vogliono cinque ore per uscire dal porto di Napoli. E se si perde tempo, si perde competitività».