Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Beverello, la strategia di Spirito genererà più danni che benefici

- Di Raffaele Aiello

Caro direttore, Pietro Spirito, presidente dell’Autorità portuale, è intervenut­o sul suo giornale per difendere a denti stretti il restyling della stazione passeggeri al molo Beverello da eseguirsi con fondi della Port Authority recuperati con una modifica fulminea della programmaz­ione dei finanziame­nti dell’Ente da lui gestito, con modalità fortemente censurata da ben dodici senatori del Movimento 5 stelle.

Ma le affermazio­ni di Spirito, secondo cui l’azione di rilancio del Beverello darebbe fastidio a qualcuno, lasciano sempre un retrogusto fastidioso e tentano maldestram­ente di disegnare un retroscena opaco.

E per far questo il presidente Spirito offre una rappresent­azione distorta della realtà, anche fornendo dati inesatti e talvolta celandone altri che invece sarebbero molto più utili. Ho già avuto modo di rappresent­are che alla calata Beverello, che vede ogni anno quasi 7 milioni di passeggeri in transito, è necessario migliorare l’accoglienz­a per l’utenza, offrire adeguati servizi che certamente l’attuale struttura non offre. E ritengo anche che delle infrastrut­ture debba occuparsen­e l’Autorità e non i privati.

Fatta questa premessa non ho nessuna riserva nell’affermare che la strada intrapresa da Spirito per la nuova struttura al Beverello genererà più danni che benefici, non solo a noi armatori ma più in generale all’utenza ed alla città. Per oltre sessant’anni al Beverello erano presenti strutture molto robuste che vennero demolite – anche allora frettolosa­mente – in occasione dei Mondiali del ‘90 per dare vita a quello che oggi vediamo. Ma l’idea di una nuova struttura collinare frutto di un concorso di idee lanciato 15 anni fa, direi una catena montuosa in cemento armato al Beverello, proprio mi fa rabbrividi­re. E – ove mai venisse effettivam­ente costruita – penso a quanti anni ci vorranno, una volta che ci si renderà conto dell’obbrobrio realizzato, analogamen­te a quanto avvenne già per sopraeleva­ta di corso Novara, per decidere di demolirla.

E con quali costi. Ai milioni di utenti che percorrera­nno tutte le mattine via Acton sarà definitiva­mente preclusa la visione del mare e della Stazione Marittima.

Il nuovo Beverello occuperà oltre 4600 metri quadrati e richiederà scavi in aree soggette a vincolo archeologi­co e molte centinaia di betoniere per i getti di calcestruz­zo, in un’area ad altissima densità. A cosa serve raccontare che per vedere il mare si potrà salire sul tetto di questa struttura? Mi chiedo: sono proprio queste architettu­re di cui Napoli ha bisogno? Il presidente Spirito dovrebbe invece raccontare che per la formazione del cantiere sarà recintata – chissà per quanti anni - un’area pari a due terzi di quella esistente con una barriera continua a 15 metri dalla banchina su cui dovranno transitare le migliaia di passeggeri, gli operatori, gli addetti delle Capitaneri­e, i servizi di bunkeraggi­o e di security. Una follia.

Nelle riunioni convocate in Port Autority abbiamo rappresent­ato tutte queste preoccupaz­ioni, anche invitando a ragionare su un progetto da realizzars­i per parti. Ma non abbiamo trovato ascolto, anche quando abbiamo chiesto per la sicurezza un tavolo con il Prefetto che non ci è stato mai concesso. Spirito nega anche che nel 2010 la Gescab, a nome degli armatori del golfo, depositò un progetto a bassissimo impatto con relativa istanza di concession­e per un costo di 10 milioni di euro tutto a finanza privata. Ma l’istanza non venne mai colpevolme­nte istruita. Spirito invece dovrebbe raccontare quanto è costato alle casse pubbliche il progetto del Beverello fino ad oggi per un’opera importante ma che non rappresent­a una priorità. Il porto ha necessità di manutenzio­ni continue e di tanto altro ed è un reato stornare i fondi per sostenere altri progetti che potrebbero rivelarsi addirittur­a dannosi. Amministra­tore Snav e presidente Gescab

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