Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Beverello, la strategia di Spirito genererà più danni che benefici
Caro direttore, Pietro Spirito, presidente dell’Autorità portuale, è intervenuto sul suo giornale per difendere a denti stretti il restyling della stazione passeggeri al molo Beverello da eseguirsi con fondi della Port Authority recuperati con una modifica fulminea della programmazione dei finanziamenti dell’Ente da lui gestito, con modalità fortemente censurata da ben dodici senatori del Movimento 5 stelle.
Ma le affermazioni di Spirito, secondo cui l’azione di rilancio del Beverello darebbe fastidio a qualcuno, lasciano sempre un retrogusto fastidioso e tentano maldestramente di disegnare un retroscena opaco.
E per far questo il presidente Spirito offre una rappresentazione distorta della realtà, anche fornendo dati inesatti e talvolta celandone altri che invece sarebbero molto più utili. Ho già avuto modo di rappresentare che alla calata Beverello, che vede ogni anno quasi 7 milioni di passeggeri in transito, è necessario migliorare l’accoglienza per l’utenza, offrire adeguati servizi che certamente l’attuale struttura non offre. E ritengo anche che delle infrastrutture debba occuparsene l’Autorità e non i privati.
Fatta questa premessa non ho nessuna riserva nell’affermare che la strada intrapresa da Spirito per la nuova struttura al Beverello genererà più danni che benefici, non solo a noi armatori ma più in generale all’utenza ed alla città. Per oltre sessant’anni al Beverello erano presenti strutture molto robuste che vennero demolite – anche allora frettolosamente – in occasione dei Mondiali del ‘90 per dare vita a quello che oggi vediamo. Ma l’idea di una nuova struttura collinare frutto di un concorso di idee lanciato 15 anni fa, direi una catena montuosa in cemento armato al Beverello, proprio mi fa rabbrividire. E – ove mai venisse effettivamente costruita – penso a quanti anni ci vorranno, una volta che ci si renderà conto dell’obbrobrio realizzato, analogamente a quanto avvenne già per sopraelevata di corso Novara, per decidere di demolirla.
E con quali costi. Ai milioni di utenti che percorreranno tutte le mattine via Acton sarà definitivamente preclusa la visione del mare e della Stazione Marittima.
Il nuovo Beverello occuperà oltre 4600 metri quadrati e richiederà scavi in aree soggette a vincolo archeologico e molte centinaia di betoniere per i getti di calcestruzzo, in un’area ad altissima densità. A cosa serve raccontare che per vedere il mare si potrà salire sul tetto di questa struttura? Mi chiedo: sono proprio queste architetture di cui Napoli ha bisogno? Il presidente Spirito dovrebbe invece raccontare che per la formazione del cantiere sarà recintata – chissà per quanti anni - un’area pari a due terzi di quella esistente con una barriera continua a 15 metri dalla banchina su cui dovranno transitare le migliaia di passeggeri, gli operatori, gli addetti delle Capitanerie, i servizi di bunkeraggio e di security. Una follia.
Nelle riunioni convocate in Port Autority abbiamo rappresentato tutte queste preoccupazioni, anche invitando a ragionare su un progetto da realizzarsi per parti. Ma non abbiamo trovato ascolto, anche quando abbiamo chiesto per la sicurezza un tavolo con il Prefetto che non ci è stato mai concesso. Spirito nega anche che nel 2010 la Gescab, a nome degli armatori del golfo, depositò un progetto a bassissimo impatto con relativa istanza di concessione per un costo di 10 milioni di euro tutto a finanza privata. Ma l’istanza non venne mai colpevolmente istruita. Spirito invece dovrebbe raccontare quanto è costato alle casse pubbliche il progetto del Beverello fino ad oggi per un’opera importante ma che non rappresenta una priorità. Il porto ha necessità di manutenzioni continue e di tanto altro ed è un reato stornare i fondi per sostenere altri progetti che potrebbero rivelarsi addirittura dannosi. Amministratore Snav e presidente Gescab