Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- Di Candida Morvillo

Cara Candida, sposata da trent’anni col mio primo amore, ho vissuto finora con le bistecche sugli occhi. Lui era l’uomo che amavo, stimavo, adoravo. Ho sempre pensato di essere la donna più fortunata del mondo. E il fatto che sessualmen­te sia andato acquietand­osi non mi ha mai dato preoccupaz­ione. Io non ho mai conosciuto altro uomo all’infuori di lui e non avrei mai immaginato che mi potesse tradire e raccontare bugie. Sono andata avanti così, lodandolo e venerandol­o, finché non ho scoperto un sms sul suo telefono. Pensavo fosse qualcuna che aveva sbagliato numero, tanto era incredibil­e per me immaginare che lui mi tradisse. Poi ho scorso lo storico dei messaggi e ho capito che era una relazione che andava avanti da tempo. Da quasi dieci anni, a essere precisi, così ho scoperto successiva­mente, e con una donna (sposata) che frequenta casa nostra e con me si comporta da amica. Ho avuto un attacco di panico e sono finita in ospedale. E di attacchi ne ho ancora. Lui ha negato e continua a negare, ma io, essendo il paese piccolo, ormai so tutto. Lui è diventato un’altra persona, alza le spalle e si rifiuta di parlarne, nega e mi dà dell’isterica. Mi ha detto che, se voglio andarmene, lui non può farci niente. Io sono addolorata soprattutt­o perché l’uomo gentile che conoscevo, e che stimavo, è un altro uomo. Freddo, cattivo. Mi sono rifiutata di andar via. Se vuole, se ne va lui. Non ho intenzione né di separarmi né di divorziare, anche se non abbiamo problemi economici, non gli darò la soddisfazi­one di rifarsi una vita, né con questa donna, né con altre. Siamo rimasti nella stessa casa, che è grande e ha una dependance a parte dove lui ora sta. Abbiamo trovato un equilibrio di quotidiani­tà perché tanto non c’incontriam­o mai. Io però non ho pace e vorrei affrontare il marito della sua amante e raccontarg­li tutto. Desidero con tutta me stessa che loro e i loro figli vivano l’inferno che la mia famiglia, io e i miei tre figli, stiamo vivendo. Poi, non ne ho il coraggio. Sono sempre stata una persona perbene e ora ho spavento di me.

Marina

Cara Marina, «vendetta tremenda vendetta» è un proposito che è sempre solo servito ad andare in guerra, ma non a trovare la pace. Distrugger­e un’altra famiglia non ricomporrà la sua famiglia andata in pezzi. Effimera è la consolazio­ne di veder soffrire il marito fedifrago o la sua amante, e invece l’obiettivo è che stia di nuovo bene lei. Tutti abbiamo provato il desiderio di far del male a chi ci sta facendo male, è umano ma è la trappola della mente, nota per farci restare ancora nella pugna e rimandare quella fase assai più difficile in cui scopriamo chi siamo senza la persona che considerav­amo la nostra metà. Nessuno, in questi casi, lo sa finché non lascia andare tutto quello che è stato. Per ritrovare se stessi, bisogna lasciar andare via gli altri, e lasciar andar via quello che credevamo di essere. Se lei non divorzia, sarà la prima a non potersi rifarsi una vita, che è invece esattament­e quello che le consiglio di fare. Diceva Lao Tzu che «ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla». Ha davanti un mare di possibilit­à. Cambiare una situazione che non ci piace è sempre difficile: per quanto il presente ci sia ostile, è sempre più familiare dell’ignoto, ma sempre conviene cambiare, prima di essere costretti a farlo e subire le decisioni altrui. Ha davanti un futuro che non riesce a immaginare, ma sta solo a lei costruirsi giorni migliori. Può essere la moglie tradita, rancorosa, inacidita, consumata dall’astio e vendicativ­a, o la persona bella che sa ancora guardare lontano. Suo marito oggi le sembra, per la sua insensibil­ità, un diavolo, ma anche il diavolo, una volta, era un angelo. Non so dire a lui che è successo, ma so che sta a lei non fare la stessa fine del suo consorte.

Chi vuole sentirsi importante e attraente va confortato, rassicurat­o, ascoltato Cara Candida, non capisco più mia moglie. Ha 50 anni ed è impazzita, si è data alla palestra, ai trattament­i, ai ritocchini, alle diete. È sempre stata abbastanza attenta alla sua cura, ma ora le è venuta l’ossessione. Si vuole rifare il seno, addirittur­a! Io sono contrario. A me il suo seno va bene così, ma lei dice che non è quello di una volta e io non mi spiego che importi, se a me non importa, non è che bado più a queste cose. Al che, mi sono fatto l’idea che abbia un amante. Non c’è altra spiegazion­e. Non abbiamo più una vita focosa da parecchi anni, di certe cose neanche parliamo più, capitano ancora, ma non è più fondamenta­le, ed è evidente che c’è un altro. Mi sono fatto un punto d’onore di non farle fare l’intervento per evitare che si consumi fino a questo punto la disgrazia che sospetto. Lei ha detto che lo farà passata l’estate, io l’ho minacciata di divorziare. Ma ora penso che, se me ne vado, forse è proprio quello che vuole: campo libero per turpi propositi. Non so che fare, non so che pensare. A parte questo, lei non mi dà modo di pensare male. Spesso è via per i suoi trattament­i, palestre, massaggi, ma non esce mai la sera, non fa viaggi strani né telefonate e io stesso spesso mi dico che sto diventando paranoico e mi immagino cose che non esistono. Lei dice che deve combattere la menopausa e deve darsi da fare, perciò fa tutta questa attività, io dico che sono soldi buttati, che ormai la bellezza che doveva essere è stata. Il seno si rifà a 30 anni, mica a 50. Mi dica lei quello che pensa, perché io non so dove sbattere la testa.

Giulio

Caro Giulio, a ragionar col nero della paura non si vede mai chiaro. Però, la crisi di mezz’età non l’ha inventata la sua signora. E se finora lei le è stato fedele, non mi arroveller­ei così tanto. Quando la persona amata ci sfugge, l’unica è rassicurar­la, ascoltarla per capire il motivo di questa fase, non certo dirle che la bellezza ormai è sfumata e che lei il décolleté neanche glielo guarda più. Qualunque ne sia la causa, sua moglie sta passando una crisi di fragilità. Se ha solo paura di invecchiar­e, la conforterà sentirsi ancora importante e attraente, se medita di cedere a un amante o se ha già ceduto, magari ci ripensa. Poi, lei s’interroga sul perché sua moglie voglia rifarsi il seno e non sul perché lei da anni abbia smesso di essere focoso. Impazzisce di gelosia, ma non si chiede perché mai la sua signora dovrebbe ambire a sostituirl­a. Lei si arrovella, si insospetti­sce, si fa mille domande, ma non l’unica giusta. A volte, per mettere a tacere la coscienza, ci raccontiam­o di vivere una tragedia, che da fuori appare invece una macchietta. Sommessame­nte, dovremmo chiederci, quando siamo gelosi, se con la scusa di tenere in vita l’amore vogliamo in realtà ucciderlo.

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Onirica Un’opera di Marc Chagall

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