Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il maggiore dei carabinieri assessore alla legalità
Indagò sul padre di Renzi Ora Scafarto è in giunta con Fi «Ma non sarò mai un politico»
È ufficiale: il maggiore dei carabinieri Gianpaolo Scafarto, che ha indagato su Tiziano Renzi, padre dell’ex leader democrat Matteo, è da ieri il nuovo assessore (tecnico) alla Sicurezza e Legalità del Comune di Castellammare di Stabia, retto dal sindaco di Forza Italia Gaetano Cimmino e sostenuto da una maggioranza di centro-destra. «Il mio - precisa il neo assessore - è un ruolo tecnico. Non sarò mai un politico». ma non mancano le polemiche. Renzi afferma che «a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina». La replica: «Sono tranquillo».
NAPOLI Da ieri mattina è ufficiale: Gianpaolo Scafarto, l’uomo del caso Consip che ha coinvolto Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier Matteo, è il nuovo assessore alla Sicurezza del Comune di Castellammare di Stabia. La delega gli è stata affidata dal sindaco Gaetano Cimmino, approdato in Forza Italia dopo un lontano passato nel Pd e ora a capo della nuova amministrazione di centrodestra.
Il nome del maggiore dei carabinieri, era in ballo da tempo. Più volte lo stesso Scafarto aveva espresso la disponibilità a ricoprire un ruolo amministrativo coerente con le proprie funzioni. Non ha rappresentato un ostacolo alla sua nomina nemmeno l’indagine per presunti travisamenti degli elementi di indagine finalizzati ad aggravare la posizione del padre dell’ex segretario del Pd. Scafarto si dice «tranquillo» e «non vede l’ora di mettersi al lavoro nell’esclusivo interesse della città».
Maggiore, o forse ormai è meglio chiamarla assessore, si dice che prima di approdare nell’esecutivo Cimmino, ha provato a offrire la sua disponibilità anche ad altri candidati alla carica di primo cittadino. Corrisponde al vero?
«Non è vero. È vero solo che da anni offro la mia disponibilità a mettere al servizio di Castellammare l’esperienza mafermato In questo momento vivo quotidianamente la città. Non mi limito a tornare nei fine settimana».
Svolgerà il suo incarico a tempo pieno o si limiterà a un impegno part-time?
«Non lo so ancora».
Il sindaco avrebbe preferito la prima ipotesi.
«No, mi ha lasciato massima libertà. Deciderò nei prossimi giorni».
Si tratterà comunque del primo salto in politica?
«Non credo. La politica in sé non mi lusinga, né mi tenterà in futuro. Ho accettato con entusiasmo di entrare in giunta perché si tratta di un incarico operativo. La politica resta fuori dal mio orizzonte».
Questo lo dice ora.
«Se un giorno dovessi cambiare idea lei mi farà notare che il 21 luglio del 2018 ho afturata. il contrario. Veda, nella vita si può anche cambiare idea, poi però bisogna spiegare. Soprattutto bisogna essere in buona fede».
Lei risulta ancora indagato. Non crede che un’eventuale condanna possa creare imbarazzo all’amministrazione, magari creerebbe turbolenze che potranno rallentare l’azione di governo cittadino?
«Questa domanda dovrebbe rivolgerla al sindaco».
Anche a lei suppongo, considerato che vuole contribuire al bene della sua città.
«Che dirle? So di essere innocente. E spero che non dovrà passare troppo tempo per
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Le indagini a suo carico Provo amarezza nel vedermi accostato a certe accuse. Basta con la storia di Consip
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Senza colpe
Sono innocente. Spero che non dovrà passare troppo tempo per avere il riconoscimento
avere il riconoscimento. Ho fatto una valutazione serena: non ci trovo nulla di male».
Dalle indagini sul padre di Renzi all’incarico in giunta col centrodestra. Ammetterà che qualche elemento per pensare male ci sia.
«No, le ripeto, io sono tranquillo, anche se le confesso che provo una punta di amarezza nel vedermi accostato a certe accuse. D’altra parte, vorrei ricordare che il mio nome, 23 anni di servizio, non si possono associare esclusivamente al caso Consip. Per 6 anni, da giovane maresciallo, sono stato in prima linea a Palermo proprio negli anni successivi agli assassini di Falcone e Borsellino. Poi ho prestato servizio nell’Agro nocerino sarnese».