Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un campo per non vedenti in stile scout
Caro direttore, sono onorata di poter leggere su un quotidiano, così importante, qual è il Corriere del Mezzogiorno, un articolo di Flavio Pagano («Il primo campo scout per non vedenti in Europa») pubblicato venerdì scorso. Malgrado ciò, mi è doveroso farle alcune osservazioni che riguardano la paternità del progetto e della sua realizzazione. Il progetto “autonomia e cooperazione 2018, Caserta” è organizzato e realizzato dall’Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione (Irifor), sezione provinciale Caserta, con il partenariato della sede territoriale casertana della Uici, dei quali mi onoro di essere presidente. Detto progetto è stato finanziato per il 50% dalla sede centrale Irifor e per il restante dalla sede provinciale. L’amministrazione di Monteverde è una, anzi forse posso dire che è l’unica realtà d’Italia che ha attuato un processo di accessibilità urbana e di servizi alla persona a 360° ed in occasione del nostro campo estivo, oltre ad aver concesso il patrocinio, ha continuato a dimostrare grande senso di civiltà, dandoci tutto il supporto logistico, per noi importante e prezioso, affinché potessimo portare avanti il nostro programma di attività; quest’ultimo in stile scout, in quanto dall’articolo il lettore può essere facilmente portato a pensare che il nostro campo sia un campo scout, cosa che non è. Mi permetto di approfondire la questione con qualche informazione maggiore: il progetto è indirizzato a dieci ragazzi tra ciechi ed ipovedenti di età tra i 20 e 35; il periodo di realizzazione ha previsto l’inizio il 13 scorso e la conclusione oggi con le famiglie dei ragazzi e la santa messa; gli operatori sul campo sono capi scout, di cui il coordinatore è il Angelo Di Maio, tra l’altro anch’egli non vedente; operatori volontari e scout, impegnati per tutto il periodo nel supportare lo staff durante le attività di campo; il programma di attività è basato su un modello educativo e riabilitativo, utilizzando lo stile scout e “solo” lo stile, con l’obiettivo di raggiungere le seguenti finalità: mirare a massimizzare l’indipendenza funzionale attraverso la stabilizzazione della funzione, la rivisitazione della disabilità e la prevenzione di complicanze secondarie; avviare un processo di cambiamento attivo attraverso il quale i ragazzi acquisiranno e useranno le conoscenze e le abilità necessarie per rendere ottimali le proprie funzioni fisiche, psicologiche e sociali. Quanto fin qui riportato non vuole assolutamente mettere in dubbio la fonte di verità dell’articolo, bensì la sua forma che lascia al lettore la possibilità di interpretare i fatti diversamente da quelli che sono realmente. Lei comprenderà appieno le motivazioni che mi hanno indotta a precisare quanto possa essere di interesse comune, soprattutto nei confronti dei lettori del vostro importante e prestigioso quotidiano.