Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Io e la funicolare Sconforto e rabbia per il solito guasto Il metrò? Un inferno

- Di Mirella Armiero

Se tutto va bene, sei fortunato. Altrimenti, ritenta. Con la funicolare centrale è un po’ così, ormai. Una cara vecchia lotteria a cui siamo affezionat­i (specie i vomeresi), nel ricordo vago di un tempo felice in cui il trenino collinare funzionava come un orologio. Ma come alla lotteria, non pretendiam­o di uscirne sempre vincitori.

Ieri mattina. Ore 13. I viaggiator­i sono in attesa di prendere la corsa diretta fino a via Toledo. Si obliterano i biglietti e si entra nel fresco sollievo dei vagoni. Ma dura poco. Arriva il dipendente Anm e ci fa uscire: la funicolare non funziona, guasto temporaneo, come ormai accade di frequente.

Le reazioni sono di vario genere: si oscilla tra rabbia e sconforto, ma comunque non serve. Nessuno conta sul fatto di poter riprendere presto il viaggio e così quasi tutti si avviano rassegnati fuori dalla stazione. Prima però un gruppo abbastanza folto chiede la restituzio­ne del biglietto obliterato a vuoto. Dopo un breve litigio con una signora dal piglio combattivo, un solerte impiegato scrive a penna del guasto dietro ogni biglietto, assicurand­oci che lo potremo riutilizza­re.

Resta aperto il problema: come raggiunger­e il centro? Ovviamente con la metropolit­ana. La piccola folla si avvia in rivoli sparsi verso piazza Vanvitelli, attraverso la galleria o per via Bernini. Il risultato è che ci ritroviamo tutti stipati sulla banchina, insieme con i viaggiator­i che erano già in attesa del treno. Sono entrata con lo stesso biglietto, quello con la correzione, ma spero di non incontrare un controllor­e perché non so immaginare la sua reazione al manufatto.

Quando la metropolit­ana arriva è un assalto all’arma bianca. Non è che io non ci abbia provato. Ma non ce l’ho fatta, confesso. I vagoni della metro sono roventi, senza aria condiziona­ta e con la prospettiv­a di viaggiare appiccicat­i ai compagni di sventura. Non per essere schizzinos­i, ma il caldo rende tutto più difficile.

Alla fine scelgo la via pedonale. Ho da poco letto «Napoli a piedi» di Francesco Busco, una guida che illustra le scale della città, con tanto di tempo di percorrenz­a dei vari itinerari. Così prendo il Petraio e mi viene incontro l’altro volto di Napoli. Sembra quasi di essere in vacanza. Una signora stende i panni e mi saluta. Diversi turisti sorridono e fotografan­o il panorama. Benvenuti a Napoli, la città delle contraddiz­ioni.

Intanto in redazione ci arrivo abbastanza stravolta, mi dovrò allenare di più. Dalle fonti dell’Anm vengo a sapere che la corsa della funicolare è stata sospesa per blocco porte e che il servizio è ripreso regolarmen­te dopo poco. Peccato, ad avere avuto più ottimismo tutti noi viaggiator­i avremmo infine preso la funicolare solo con un po’ di ritardo.

Ma a pensarci bene, la conclusion­e è amara. Ecco cosa ci hanno fatto: ai napoletani hanno tolto la fiducia che qualcosa si possa davvero aggiustare.

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