Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Io e la funicolare Sconforto e rabbia per il solito guasto Il metrò? Un inferno
Se tutto va bene, sei fortunato. Altrimenti, ritenta. Con la funicolare centrale è un po’ così, ormai. Una cara vecchia lotteria a cui siamo affezionati (specie i vomeresi), nel ricordo vago di un tempo felice in cui il trenino collinare funzionava come un orologio. Ma come alla lotteria, non pretendiamo di uscirne sempre vincitori.
Ieri mattina. Ore 13. I viaggiatori sono in attesa di prendere la corsa diretta fino a via Toledo. Si obliterano i biglietti e si entra nel fresco sollievo dei vagoni. Ma dura poco. Arriva il dipendente Anm e ci fa uscire: la funicolare non funziona, guasto temporaneo, come ormai accade di frequente.
Le reazioni sono di vario genere: si oscilla tra rabbia e sconforto, ma comunque non serve. Nessuno conta sul fatto di poter riprendere presto il viaggio e così quasi tutti si avviano rassegnati fuori dalla stazione. Prima però un gruppo abbastanza folto chiede la restituzione del biglietto obliterato a vuoto. Dopo un breve litigio con una signora dal piglio combattivo, un solerte impiegato scrive a penna del guasto dietro ogni biglietto, assicurandoci che lo potremo riutilizzare.
Resta aperto il problema: come raggiungere il centro? Ovviamente con la metropolitana. La piccola folla si avvia in rivoli sparsi verso piazza Vanvitelli, attraverso la galleria o per via Bernini. Il risultato è che ci ritroviamo tutti stipati sulla banchina, insieme con i viaggiatori che erano già in attesa del treno. Sono entrata con lo stesso biglietto, quello con la correzione, ma spero di non incontrare un controllore perché non so immaginare la sua reazione al manufatto.
Quando la metropolitana arriva è un assalto all’arma bianca. Non è che io non ci abbia provato. Ma non ce l’ho fatta, confesso. I vagoni della metro sono roventi, senza aria condizionata e con la prospettiva di viaggiare appiccicati ai compagni di sventura. Non per essere schizzinosi, ma il caldo rende tutto più difficile.
Alla fine scelgo la via pedonale. Ho da poco letto «Napoli a piedi» di Francesco Busco, una guida che illustra le scale della città, con tanto di tempo di percorrenza dei vari itinerari. Così prendo il Petraio e mi viene incontro l’altro volto di Napoli. Sembra quasi di essere in vacanza. Una signora stende i panni e mi saluta. Diversi turisti sorridono e fotografano il panorama. Benvenuti a Napoli, la città delle contraddizioni.
Intanto in redazione ci arrivo abbastanza stravolta, mi dovrò allenare di più. Dalle fonti dell’Anm vengo a sapere che la corsa della funicolare è stata sospesa per blocco porte e che il servizio è ripreso regolarmente dopo poco. Peccato, ad avere avuto più ottimismo tutti noi viaggiatori avremmo infine preso la funicolare solo con un po’ di ritardo.
Ma a pensarci bene, la conclusione è amara. Ecco cosa ci hanno fatto: ai napoletani hanno tolto la fiducia che qualcosa si possa davvero aggiustare.