Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dopo il rogo di Caivano L’Arpac tranquillizza l’Asl: uscite il meno possibile
Dopo l’incendio alla piattaforma Di Gennaro. L’Isde: bimbi e donne incinte a rischio
NAPOLI Alla Di Gennaro Spa di Caivano la giornata è ripresa, dopo una notte di fiamme e via vai dei mezzi dei vigili, con l’allarme degli attivisti di Stop Biocidio che, tornati al mattino, hanno trovato fumi e focolai attivi e «nessuno al lavoro». Il ministro Costa ha ribadito in diretta web d’aver «chiesto alle Prefetture di riunire i Comitati di Sicurezza per censire urgentemente questi siti da sottoporre a sorveglianza speciale, stiamo seguendo gli aggiornamenti di Caivano con l’Arpac». E qui la polemica si fa feroce, quando l’Agenzia per l’Ambiente rassicura sulla qualità dell’aria in apparente contrasto con la nota diramata l’altra sera dall’Asl Nord, che invitava invece «la popolazione a lavare in modo efficace i prodotti agricoli», i presidi ospedalieri «a chiudere gli impianti di climatizzazione», «i responsabili dei mercati ortofrutticoli ad invitare gli acquirenti a lavare i prodotti» consigliando «alla popolazione di uscire il meno possibile» e «di tenere chiuse porte e finestre».
A dispetto della coltre di fumo nero che ha invaso almeno sei Comuni, l’Arpac nell’ultimo dispaccio di ieri intitolato «Caivano, i dati tranquillizzano» dice che «nell’area interessata dall’incendio i dati elaborati non mostrano superamenti dei valori limite per le concentrazioni di inquinanti atmosferici», solo «i valori di ossido di azoto e benzene nelle prime ore del 26 luglio mostrano concentrazioni lievemente maggiori, sebbene ampiamente entro i valori di soglia normativi, per condizioni meteo-ambientali favorevoli all’accumulo degli inquinanti». Ma i Medici per l’Ambiente protestano fino a invocare le Procure. «Sembra che il rischio diossina non esista - dice in una nota il presidente Isde Campania, Gaetano Rivezzi -. Questa non è prevenzione. Noi Medici per l’Ambiente a seguito dei gravissimi roghi di strutture industriali delle ultime settimane nella regione, una vera e propria “terra dei fuochi industriale” (Battipaglia, San Vitaliano e Caivano ) non siamo preoccupati solo per il grave danno ambientale degli incendi probabilmente organizzati da chi gestisce il destino dei rifiuti industriali, ma denunciamo un danno di salute acuto e persistente, per almeno 7 anni, certificabile come rischio certo per i bambini sotto i 3 anni di età e per le donne in gestazione che vivono nel raggio di 3 km dalla nube tossica di Caivano. La combustione di plastiche e altri materiali libera diossine, pcb e altri inquinanti che si accumulano nei tessuti biologici e la prevenzione dell’Asl non può limitarsi a chiudere le finestre. Riteniamo insufficienti tali misure come abbiamo perplessità sul monitoraggio Arpa. Pertanto abbiamo intenzione di coinvolgere la Procura denunciando l’aggravante del danno alla salute pubblica». «Ho interessato il ministro Salvini dell’incendio alla Di Gennaro Spa» annuncia poi il sottosegretario con delega al Sud, Pina Castiello, incontrando a Caivano il commissario prefettizio alla riunione tecnica con Arpac, pompieri, forze dell’ordine e almeno una diecina di sindaci. «Incontro infruttuoso», sentenziano i comitati di Stop Biocidio, che «ha prodotto solo una nota di intenti» mentre «è chiara», evidenziano i comitati, «una regia per accaparrarsi l’affaire dello smaltimento dei rifiuti con una nuova emergenza». «A latere», dicono ancora, «vigili del fuoco e polizia sono intervenuti a Caivano dopo più di un’ora dall’avvistamento della colonna di fumo, una nube nera come la pece consistente al punto da poterla quasi tagliare con un coltello, eppure non produce effetti sulla salute, come dire: continuate a bruciare che tanto non succede niente». Infine il Corepla in una nota replica alla Di Gennaro Spa che «il consorzio non ha mai sollecitato conferimenti straordinari» nel sito di Pascarola.
Due voci Rispetto alla Agenzia regionale per l’ambiente i medici sono polemici