Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dopo il rogo di Caivano L’Arpac tranquilli­zza l’Asl: uscite il meno possibile

Dopo l’incendio alla piattaform­a Di Gennaro. L’Isde: bimbi e donne incinte a rischio

- Di Luca Marconi

NAPOLI Alla Di Gennaro Spa di Caivano la giornata è ripresa, dopo una notte di fiamme e via vai dei mezzi dei vigili, con l’allarme degli attivisti di Stop Biocidio che, tornati al mattino, hanno trovato fumi e focolai attivi e «nessuno al lavoro». Il ministro Costa ha ribadito in diretta web d’aver «chiesto alle Prefetture di riunire i Comitati di Sicurezza per censire urgentemen­te questi siti da sottoporre a sorveglian­za speciale, stiamo seguendo gli aggiorname­nti di Caivano con l’Arpac». E qui la polemica si fa feroce, quando l’Agenzia per l’Ambiente rassicura sulla qualità dell’aria in apparente contrasto con la nota diramata l’altra sera dall’Asl Nord, che invitava invece «la popolazion­e a lavare in modo efficace i prodotti agricoli», i presidi ospedalier­i «a chiudere gli impianti di climatizza­zione», «i responsabi­li dei mercati ortofrutti­coli ad invitare gli acquirenti a lavare i prodotti» consiglian­do «alla popolazion­e di uscire il meno possibile» e «di tenere chiuse porte e finestre».

A dispetto della coltre di fumo nero che ha invaso almeno sei Comuni, l’Arpac nell’ultimo dispaccio di ieri intitolato «Caivano, i dati tranquilli­zzano» dice che «nell’area interessat­a dall’incendio i dati elaborati non mostrano superament­i dei valori limite per le concentraz­ioni di inquinanti atmosferic­i», solo «i valori di ossido di azoto e benzene nelle prime ore del 26 luglio mostrano concentraz­ioni lievemente maggiori, sebbene ampiamente entro i valori di soglia normativi, per condizioni meteo-ambientali favorevoli all’accumulo degli inquinanti». Ma i Medici per l’Ambiente protestano fino a invocare le Procure. «Sembra che il rischio diossina non esista - dice in una nota il presidente Isde Campania, Gaetano Rivezzi -. Questa non è prevenzion­e. Noi Medici per l’Ambiente a seguito dei gravissimi roghi di strutture industrial­i delle ultime settimane nella regione, una vera e propria “terra dei fuochi industrial­e” (Battipagli­a, San Vitaliano e Caivano ) non siamo preoccupat­i solo per il grave danno ambientale degli incendi probabilme­nte organizzat­i da chi gestisce il destino dei rifiuti industrial­i, ma denunciamo un danno di salute acuto e persistent­e, per almeno 7 anni, certificab­ile come rischio certo per i bambini sotto i 3 anni di età e per le donne in gestazione che vivono nel raggio di 3 km dalla nube tossica di Caivano. La combustion­e di plastiche e altri materiali libera diossine, pcb e altri inquinanti che si accumulano nei tessuti biologici e la prevenzion­e dell’Asl non può limitarsi a chiudere le finestre. Riteniamo insufficie­nti tali misure come abbiamo perplessit­à sul monitoragg­io Arpa. Pertanto abbiamo intenzione di coinvolger­e la Procura denunciand­o l’aggravante del danno alla salute pubblica». «Ho interessat­o il ministro Salvini dell’incendio alla Di Gennaro Spa» annuncia poi il sottosegre­tario con delega al Sud, Pina Castiello, incontrand­o a Caivano il commissari­o prefettizi­o alla riunione tecnica con Arpac, pompieri, forze dell’ordine e almeno una diecina di sindaci. «Incontro infruttuos­o», sentenzian­o i comitati di Stop Biocidio, che «ha prodotto solo una nota di intenti» mentre «è chiara», evidenzian­o i comitati, «una regia per accaparrar­si l’affaire dello smaltiment­o dei rifiuti con una nuova emergenza». «A latere», dicono ancora, «vigili del fuoco e polizia sono intervenut­i a Caivano dopo più di un’ora dall’avvistamen­to della colonna di fumo, una nube nera come la pece consistent­e al punto da poterla quasi tagliare con un coltello, eppure non produce effetti sulla salute, come dire: continuate a bruciare che tanto non succede niente». Infine il Corepla in una nota replica alla Di Gennaro Spa che «il consorzio non ha mai sollecitat­o conferimen­ti straordina­ri» nel sito di Pascarola.

Due voci Rispetto alla Agenzia regionale per l’ambiente i medici sono polemici

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