Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Marciani: pronti a ospitare noi il piccolo Tommy
Uecoop: soltanto in Sicilia i comuni hanno tagliato di più, rispetto alla Campania, le risorse per il welfare
Politiche giovanili l’assessore Chiara Marciani
NAPOLI È l’estate, quella che a tutti gli effetti dovrebbe essere la «bella» stagione, il periodo peggiore per chi ha un figlio disabile, «un incubo che dura tre mesi». La conferma è arrivata dalla bella letteratestimonianza, pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno, scritta da Rossella Capobianco, 43 anni e da 12 mamma di Tommy, bambino con deficit cognitivo. Una denuncia forte e circostanziata di scarsa attenzione, anzi di «colpevole assenza» da parte delle istituzioni, che, finita la scuola, abbandonano a se stessi i ragazzi svantaggiati lasciandoli soli con il loro dolore e i loro problemi. «Da anni - scrive Capobianco cerco un campo estivo che possa dare a mio figlio la possibilità di stare in mezzo ai suoi coetanei a giocare e a vivere con spensieratezza la bellezza dei suoi anni, come qualunque altro bambino. Non l’ho mai trovato».
A questa situazione già di discriminazione si aggiungono le ulteriori criticità dettate dalle condizioni in cui versa il welfare cittadino: è proprio di questi giorni, infatti, la notizia dello stato di agitazione degli assistenti sociali del comune di Napoli che lamentano «l’intollerabile condizione di lavoro che caratterizza il quotidiano operare». «Non si comprende - è scritto in una nota, inviata al sindaco di Napoli e all’assessore al personale, a firma di Roberta Stella e Francesca Pinto, rispettivamente segretaria aziendale e segretaria provinciale del CSA Regioni Autonomie Locali - che questi lavoratori sono a contatto con persone in carne ed ossa che vivono nel disagio sociale e che a fronte della dolente vita meritano attenzione e rispetto. Pensare che il tutto si riduca a una pratica e qualche firma offende lavoratori e cittadini».
In particolare si contesta un aggravio di carichi di lavoro per gli assistenti sociali «soli a fronteggiare i problemi» determinato dall’espletamento delle pratiche per il reddito d’inclusione «come se le stesse non richiedessero un iter approfondito e certezza nel riconoscere o meno il diritto». Da qui la proclamazione dello stato di agitazione.
Ma le cattive notizie non finiscono qui e non fanno altro che confermare ulteriormente lo sconforto della mamma di Tommy: in Campania tra il 2015 e il 2016 la spesa pro capite per le politiche sociali e la famiglia è scesa da 96 a 81 euro con un risultato negativo del -15,6 %. È quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sugli ultimi dati Istat 2018 relativi ai bilanci degli enti locali in Italia con la media nazionale scesa a 141 euro pro capite. In sei regioni su dieci i comuni hanno tagliato la spesa sociale: peggio della Campania è la situazione in Sicilia (non a caso se ne sono occupati lungamente testate nazionali e vip dello spettacolo, da Pif a Fiorello) dove si registra un crollo del - 18,2% e si è passati da 121 a 99 euro pro capite.
Fra i comuni delle regioni del nord, risultati negativi si trovano in Piemonte (-4,1%) e in Emilia Romagna (-3,5%) dove però la spesa pro capite si attesta rispettivamente a 118 e 167 euro. Il record di investimenti pro capite sul sociale spetta però ai comuni del Friuli Venezia Giulia con 346 euro, seguiti dalla Sardegna con 309, e dalle provincie di Bolzano con 275 e Trento con 218 euro.
«La sfida del futuro – afferma Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza a fronte di una spesa sanitaria delle famiglie che nell’ultimo anno è già salita dell’8% arrivando a 123 euro al mese, mentre – rileva Uecoop – ci sono 12,2 milioni di italiani che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche».
Noi come Regione finanziamo alcuni campi estivi tra cui quelli allo Zoo, dove vanno i figli dei nostri dipendenti Se Tommy vuole può partecipare, ho già parlato con i responsabili che non hanno nulla in contrario
Il record negativo
Peggio che da noi solo in Calabria dove la spesa pro capite è di appena 73 euro