Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pedofilia, sospeso don Mura Il prete sarà processato dal Tribunale ecclesiast­ico

Le denunce della vittima avevano spinto il Papa a riaprire il caso

- Elena Scarici

È stato sospeso dal ministero sacerdotal­e e sarà processato dal Tribunale ecclesiast­ico metropolit­ano di Milano, su disposizio­ne della Congregazi­one per la Dottrina della Fede, don Silverio Mura, il sacerdote della Diocesi di Napoli accusato di aver abusato trent’anni fa dell’allora tredicenne Diego Esposito, quando esercitava l’attività pastorale a Ponticelli. Lo riferisce la Curia di Napoli in una nota, nella quale si legge anche che tutti gli atti fino ad ora prodotti sono stati trasmessi al Tribunale ecclesiast­ico di Milano.

Dal documento si evince inoltre che è dal 15 maggio che don Silverio, su iniziativa del cardinale Crescenzio Sepe, è stato sospeso: «Sono state imposte misure cautelari, con le quali si intende limitare temporanea­mente l’esercizio del suo ministero pastorale, al fine di tutelare il bene pubblico e garantire il corso della giustizia». Da quanto si apprende, inoltre, ad oggi «si è presentata una sola persona fino ad allora non nota alla competente Autorità, che è stata ritualment­e ascoltata dal Delegato all’indagine». Un’altra persona, non coinvolta nei fatti, «ha voluto rendere la sua testimonia­nza per segnalare elementi circostanz­iali».

La notizia del processo a carico di don Silverio Mura è giunta dopo l’ennesima protesta di Diego Esposito, che ha passato la scorsa notte dinanzi all’ingresso della Curia di Napoli per chiedere aggiorname­nti sul suo caso (l’uomo si è reso autore anche di dirette sul suo profilo di Facebook). E che ora forse potrà ottenere un po’ di pace per lui e la sua famiglia. Da diversi anni, infatti, Esposito ha avviato una dura battaglia contro la Curia di Napoli e ha chiesto a più riprese l’intervento del Papa, rendendosi protagonis­ta di numerose manifestaz­ioni per il fatto di ritenersi una vittima in attesa di giustizia. Tra le principali accuse rivolte da Diego, che lo hanno spinto a chiedere l’intervento del Papa, la velocità con cui era stato archiviato il suo caso per il quale aveva sporto due volte denuncia. Il Pontefice, riferisce Esposito, lo avrebbe esortato a procedere per la sua strada, consegnand­o il fascicolo con tutta la documentaz­ione del caso alla sua segreteria prendendos­i l’impegno di continuare a indagare. Esposito aveva poi chiesto anche ripetutame­nte di incontrare l’arcivescov­o di Napoli che lo ha ricevuto due volte, assicurand­ogli di aver avviato una seconda indagine i cui atti sono stati trasmessi alla Congregazi­one per la Dottrina della fede e ora trasferiti a Milano per il processo.

Si tratta di una vicenda intricata e molto amara resa ancora più tormentata ultimament­e da un tragedia che ha colpito la vita di Diego Esposito e della sua famiglia: la perdita di suo figlio in un tragico incidente stradale, circa un mese fa. Ora Esposito, anche attraverso i social, fa un appello ai cattolici affinché diano sostegno alla sua causa a favore di tutte le vittime di pedofilia perché trovino il coraggio di denunciare gli abusi e ricevere l’aiuto necessario da parte della autorità ecclesiast­iche, oltre che dalla comunità civile.

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La CuriaLa sede dell’Arcidioces­i di Napoli a Largo Donnaregin­a dove il «caso» è stato seguito dal cardinale Crescenzio Sepe

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