Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il reparto «fantasma» dell’Ospedale del Mare
Ci sono dirigenti e strumenti: zero esami
Circa 850 metri quadrati, apparecchiature diagnostiche di ultima generazione costate po- co più di 3milioni di euro e alcuni tra i migliori medici. Ma si- no ad oggi il reparto di Medicina nucleare dell’Ospedale del Mare ha eseguito zero esami.
NAPOLI Circa 850 metri quadrati, apparecchiature diagnostiche di ultima generazione costate poco più di 3milioni di euro e alcuni tra i migliori medici. Con questi requisiti il reparto di medicina nucleare dell’Ospedale del Mare è il più grande di tutta la Campania, forse anche dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Ma quello che dovrebbe essere un vanto è invece un grande punto interrogativo, perché sino ad oggi il reparto ha raggiunto la cifra record (in negativo chiaramente) di zero esami eseguiti.
Incredibile ma vero, nell’ospedale di Ponticelli esiste ormai da tempo un reparto fantasma, che non produce nulla in termini di assistenza ai cittadini, ma che costa migliaia di euro l’anno. Andiamo con ordine. L’unità operativa complessa di medicina nucleare ha a disposizione macchinari diagnostici che in gergo si definiscono «ibridi», perché sono studiati per garantire diagnosi accurate sia nella valutazione della patologia, sia nel follow up del paziente. Queste macchine potrebbero fare esami per i quali i cittadini aspettano anche mesi e che poi, spesso, si finiscono a fare nel privato. O, se va bene, nel privato convenzionato.
Spulciando tra le carte ci si accorge che il reparto fantasma dell’Ospedale del Mare ha in organico non solo medici di altissimo livello, ma anche tecnici. Ed è legittimo chiedersi cosa facciano tutto il giorno, visto che macchine sono inutilizzate. La medicina nucleare ha un responsabile, sei dirigenti medici di primo livello (due dei quali a tempo determinato) e un dirigente fisico. Quest’ultimo sarebbe però in malattia. Senza voler fare conti in tasca a nessuno, in tempo di vacche magre non si può dimenticare che un dirigente medico di primo livello percepisce circa 3mila euro al mese, poi ci sono le voci accessorie relative all’anzianità di servizio ed eventuali ore di straordinario.
Sia chiaro: tutto più che legittimo, anzi, questi medici (che sono tra i migliori in Campania) sono anche loro vittime di una situazione che non li mette in condizione di fare ciò per cui sono all’Ospedale del Mare. La domanda è perché la medicina nucleare del nosocomio di Ponticelli è ancora oggi un reparto fantasma. Eppure la richiesta di questi esami in Campania, dove c’è un alto tasso di patologie neoplastiche, è veramente alta. Si consideri che al Cardarelli, che ormai è il perno dell’assistenza in regione, il reparto di medicina nucleare è grande la metà di quello di Ponticelli. Nonostante questo, nel 2017 ha prodotto 3.000 tra scintigrafie ossee, miocardiche e renali. Già 2.700 nei primi sei mesi del 2018. Mondi, e modo di interpretare la sanità pubblica, completamente opposti.
Qualche risposta arriva dal neo direttore sanitario, Giuseppe Russo: «Non ci sono stati esami sino ad oggi – dice - per tre motivi: mancanza di radiofarmaci, per i quali l’azienda sta provvedendo; mancanza di tecnici specializzati, tra i quali un fisico visto che il nostro purtroppo è in malattia, e per l’esigenza di perfezionare i controlli delle apparecchiature per la manipolazione dei radiofarmaci. Ad ogni modo, queste non devono essere giustificazioni e già da domani ci adopereremo per l’avvio
Il paragone
Nel 2017 il Cardarelli ha prodotto 3.000 esami Sono stati già 2.700 nei primi sei mesi del 2018
delle attività».
Insomma, un susseguirsi di problemi e inconvenienti che avrebbero ritardato l’inizio dell’attività. E ora sui tempi di attivazione del reparto la Asl sta cercando di accelerare. Mario Forlenza annuncia anche che «lunedì si terrà in direzione generale una riunione ad hoc per capire se alla base dei ritardi ci siano delle situazioni che potevano essere previste o se invece non si poteva fare diversamente». Certamente sarà una riunione tesa, del resto è chiaro a tutti che ulteriori ritardi sarebbero una vera beffa per tutti i pazienti che contano i giorni per scalare le liste d’attesa.