Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Intoccabili interessi e volontà assente
Caro direttore, nel suo editoriale di ieri («L’ottuso silenzio dei rivoluzionari») ha raccontato con efficace analisi le scene di ordinaria illegalità che caratterizzano ormai la cronaca cittadina e che hanno realmente trasformato la nostra città in un bene comune. In ossequio alla ideologia arancione, Napoli è diventata veramente un bene comune: comune a varie categorie di incompetenti, inadempienti e abusivi — ambulanti, parcheggiatori, gestori di varie e disparate attività commerciali — che dispongono a loro piacimento del tempo e del territorio urbano, sottraendoli ai cittadini e usufruendo dell’impunità che deriva dall’assenza o dall’insufficienza dei controlli. In queste condizioni, che si trascinano da molto tempo, appare completamente inutile l’ennesimo appello alle istituzioni comunali: manca la volontà politica di intervenire perché si toccherebbero gli interessi del bacino elettorale del nostro sindaco, intento alla costruzione di una nuova identità che gli possa procurare approdi europei o regionali. Bacino elettorale nel quale confluiscono tutti coloro i quali stanno consumando la nostra città con progetti economici immediati, nei quali trionfa la volgarità ed il disprezzo delle regole.
Appare necessario l’intervento politico dei cittadini che, riuniti in comitati civici, assumano il ruolo di custodi e difensori della ricchezza storico-artistica della città e ne garantiscano lo sviluppo economico, mai disgiunto dalla tutela culturale. Cittadini che perseguano non il bene comune, declinato in lingua arancione, ma quel bene pubblico che si ottiene con un comportamento virtuoso e privo di interessi individualistici e attenzioni funzionali. Obiettivi sicuramente non facili da raggiungere, ma completamente disattesi dall’attuale amministrazione: incapace nel costruire ma trionfalistica nel raccontare.