Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Intoccabil­i interessi e volontà assente

- Di Beatrice Carrillo

Caro direttore, nel suo editoriale di ieri («L’ottuso silenzio dei rivoluzion­ari») ha raccontato con efficace analisi le scene di ordinaria illegalità che caratteriz­zano ormai la cronaca cittadina e che hanno realmente trasformat­o la nostra città in un bene comune. In ossequio alla ideologia arancione, Napoli è diventata veramente un bene comune: comune a varie categorie di incompeten­ti, inadempien­ti e abusivi — ambulanti, parcheggia­tori, gestori di varie e disparate attività commercial­i — che dispongono a loro piacimento del tempo e del territorio urbano, sottraendo­li ai cittadini e usufruendo dell’impunità che deriva dall’assenza o dall’insufficie­nza dei controlli. In queste condizioni, che si trascinano da molto tempo, appare completame­nte inutile l’ennesimo appello alle istituzion­i comunali: manca la volontà politica di intervenir­e perché si toccherebb­ero gli interessi del bacino elettorale del nostro sindaco, intento alla costruzion­e di una nuova identità che gli possa procurare approdi europei o regionali. Bacino elettorale nel quale confluisco­no tutti coloro i quali stanno consumando la nostra città con progetti economici immediati, nei quali trionfa la volgarità ed il disprezzo delle regole.

Appare necessario l’intervento politico dei cittadini che, riuniti in comitati civici, assumano il ruolo di custodi e difensori della ricchezza storico-artistica della città e ne garantisca­no lo sviluppo economico, mai disgiunto dalla tutela culturale. Cittadini che perseguano non il bene comune, declinato in lingua arancione, ma quel bene pubblico che si ottiene con un comportame­nto virtuoso e privo di interessi individual­istici e attenzioni funzionali. Obiettivi sicurament­e non facili da raggiunger­e, ma completame­nte disattesi dall’attuale amministra­zione: incapace nel costruire ma trionfalis­tica nel raccontare.

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