Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bonisoli: musei, stop alle domeniche gratis Osanna: ora decidiamo noi e sarà un bene
La visita Il ministro annuncia assunzioni per le biblioteche. E assicura: «Prendo a cuore i casi Terrae Motus e Girolamini»
Alla Biblioteca Nazionale di Napoli, il ministro ai Beni culturali Alberto Bonisoli non è venuto a mani vuote. La sua visita, la prima da quel dicastero da dieci anni, era finalizzata alla consegna di tre lettere autografe di Leopardi, sottratte a un’asta. Ma la poesia è stata spiazzata dalla cronaca quando il ministro ha annunciato l’azzeramento delle domeniche gratis: «Lascerò, però, ai direttori la possibilità di decidere». Pioggia di reazioni. Osanna: «Sceglieremo noi, sarà un bene».
Mantua me genuit, Napoli mi conquista. Il lombardo Alberto Bonisoli, ministro dei beni culturali del governo legastellato, nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale non è venuto a mani vuote. Ha portato con sé tre lettere di Giacomo Leopardi all’amico Francesco Puccinotti, acquisite dallo Stato che ne ha bloccato la vendita a un’asta. «È stato uno dei miei primi atti — ha detto — e ho voluto che si aggiungessero all’ampio corpus di manoscritti custoditi in questa straordinaria istituzione. Di fronte all’originale di A Silvia non nego di aver provato un brivido».
Si guarda intorno e reduce dalla visita in anteprima al Giardino pensile di Palazzo Reale che, ripristinato nelle essenze originali sarà visitabile da settembre, rilancia il suo monito: «Voi meridionali dovete imparare a essere arroganti: avete una tale quantità di bellezza che l’orgoglio non basta. È necessario che diventiate consapevoli del valore del vostro patrimonio. La Nazionale deve diventare il baricentro di un nuovo percorso turistico».
E dopo aver messo sul lettino dello psicanalista, come già a Giffoni, la scarsa autostima del Sud, dice: «Prendiamo il caso delle domeniche gratis nei siti ministeriali. Tanti stranieri cui è capitato visitare Pompei senza pagare il biglietto parlano di noi come di un popolo strano. Ed è così. Se qualcuno ci offre una cosa bellissima a zero lire capita a tutti ipotizzare che da qualche parte ci sia una fregatura. Non richiedere un corrispettivo sminuisce il valore delle cose. Per questo da settembre saranno cancellate le domeniche gratis come obbligo dettato dal ministero. Lascerò ai direttori la libertà di decidere aperture free nei mesi in cui il pubblico va più incentivato. C’è una differenza tra una domenica di novembre e una d’agosto».
E c’è differenza anche tra una collezione valorizzata e una che subisce furti com’è capitato a Terrae Motus alla Reggia di Caserta: «Se dovesse continuare così — commenta — è chiaro che sarebbero necessari provvedimenti. Prendo personalmente a cuore il caso, e vi assicuro che ho un cuore grande. Non si tratta solo di un insieme di opere ma di un simbolo della rinascita del Sud. Terrae Motus deve essere iperprotetta. Non sarò io a curare l’allestimento, ovvio. Non andrei mai a una mostra curata da me, ma farò in modo che chi di dovere trovi presto una soluzione: il contemporaneo nella Reggia mi piace».
A fare da guida a Bonisoli — le cui parole chiave suonano come un mantra: «valorizzazione» «cultura-economia-occupazione» «trasporti» «meno leggi più testimonianze» — c’è Anna Imponente, direttore del Polo museale della Campania che gli ha offerto primizie: il restauro della Chiesa delle Donne a San Martino (anche questa visitabile da settembre dopo lavori per un milione e mezzo di euro) e il Chiostro grande che avrà un’illuminazione grazie agli Amici di San Martino.
E, naturalmente, c’è Francesco Mercurio, direttore della Nazionale il quale, oltre a mostrare i gioielli di famiglia che dopo l’estate saranno digitalizzati (le carte leopardiane), non ha nascosto i panni sporchi: «Di 400 dipendenti ne sono rimasti 160 per 25mila metri di biblioteca e tre corpi di fabbrica di cui uno, la Brancacciana, ancora chiuso».
Bonisoli raccoglie l’appello insieme con quello che grida vendetta proveniente dalla Biblioteca dei Girolamini diretta da Vito De Nicola dove, dopo tutto quello che è successo — il saccheggio Dell’Utri-De Caro, il sequestro e il processo in corso — di bibliotecaria ce n’è una sola, Serena Lucianelli, pure volontaria: «Entro settembre bandirò un concorso per nuove assunzioni. Facciamo le cose per bene, non agiamo in emergenza, preferisco evitare soluzioni approssimative» dice con gli occhi al cielo nella sala Vico. E quando gli spiegano chi è quell’addetta che illustra il Codice di Seneca e la Divina commedia estratte della cassaforte — Maria Rosaria Berardi che con suo fratello denunciò i furti — le va incontro, l’abbraccia, la bacia, la ringrazia. «Me lo prestate questo Codice? Voglio portarlo a Dubai per l’Expo 2020: sarebbe una grande vetrina per i Girolamini» conclude.
Con il ministro ci sono anche il direttore generale delle biblioteche, la napoletana Paola Passarelli regista dell’acquisizione leopardiana, e il soprintendente Luciano Garella con il quale si è chiuso in colloquio privato nelle sale gerolaminiane.
Bonisoli era arrivato a Capodichino «un collo di bottiglia che va potenziato». E ha assicurato che tornerà: «Per dialogare con tutti, anche con il governatore De Luca. È allergico ai 5 Stelle? È un problema suo».