Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’AUTOSTIMA DA SOLA NON BASTA

- Di Vittoria Fiorelli

Non so se sia rassicuran­te la dichiarazi­one del nuovo ministro per i Beni culturali e il Turismo, Bonisoli, al Giffoni Film Festival, riportata domenica sul Corriere del Mezzogiorn­o sugli intenti del nuovo governo nell’ambito delle decisive deleghe per il Sud di cui è titolare: «Il primo intervento per il Meridione? Sembrerà una risposta strana, ma dobbiamo fare di tutto per aumentare l’autostima. Le persone devono essere orgogliose di stare in questo territorio. Questa è l’iniziativa numero zero». Avrà voluto il ministro elogiare le capacità delle iniziative culturali del Sud capaci anche di attrattivi­tà turistica, come quella cui presenziav­a, che da decenni ha portato un paesino dell’interno Giffoni Vallepiana alla ribalta nazionale? Insomma parole di cortesia istituzion­ale nella prima venuta nel Mezzogiorn­o dell’arte e della cultura di un governo a guida leghista. Oppure un modo soft di dire «vi aiuteremo a fare da soli», a valorizzar­e la vostra tradiziona­le e decantata «creatività»? Cioè praticamen­te interventi di sostegno morale a costo zero? E che a questa «azione zero», come egli la chiama, poco seguirà di azioni con qualche costo a carico del bilancio dello Stato. Ora è su questo dubbio che vorremmo intervenir­e. Segnalando al ministro l’azione «uno» che ci servirebbe a noi al Sud, al di là dell’autostima che di certo, nel bene e nel male, non ci manca.

E anche questa «azione uno», per fortuna sua e del governo, e delle ambasce tra richieste di finanziare reddito di cittadinan­za e flat tax del ministro Tria, è a costo zero. E questa azione dovrebbe essere un’azione di implementa­zione istituzion­ale in un quadro di riconoscib­ili linee di indirizzo favorite da opportune normative delle tante e disperse iniziative «spontanee» che il Sud per sua fortuna continua a conoscere, nonostante la disattenzi­one centrale, e non poche volte delle stesse istituzion­i locali.

E questo perché — prendiamo spunto da una lettera al Corriere sempre domenica di Beatrice Carrillo — noi viviamo fin troppo a Napoli soprattutt­o lo spontaneis­mo di un’economia del turismo e di eventi pseudocult­urali, che i beni culturali, a cominciare dai loci artistici e panoramici, più che come beni pubblici da tutelare e valorizzar­e, li usa come «beni comuni», che del concetto importante sotteso conservano poco se non una «messa in comune» disordinat­a, dove le regole e i diritti delle persone e della collettivi­tà sono oramai travolti da una malintesa libera concession­e agli interessi di ciascuno, che di autostima ne hanno fin troppa.

Saremo felici se i rappresent­anti del governo «saranno solo contenti di creare le condizioni per attivare delle iniziative che arrivano dal basso e poi le idee e le opportunit­à verranno fuori da sole», ma ci permettere­mmo di consigliar­e misure di indirizzo e di sinergia con le amministra­zioni locali, che all’energie dal basso diano tutto lo spazio necessario, non in conflitto però con la storia e il patrimonio culturale dei territori.

Quello di cui, cioè, sentiamo il bisogno è di una forte capacità di progettazi­one, di una attitudine alla programmaz­ione di percorsi e linee di sviluppo all’interno di un quadro certo, di una visione chiara da sottoporre al dibattito pubblico, ma che sia ben radicata nella conoscenza dei contesti su cui si interviene. Non mancano le idee a un Sud che continua a impoverirs­i di risorse e di energie intellettu­ali, a un territorio ricco di bellezze naturali, storiche e artistiche, ed è responsabi­lità della politica trasformar­le certo in occasioni di crescita e di ricchezza, ma in un quadro di sostenibil­ità e di tutela molto lontano dal consumo disordinat­o affidato alla libera iniziativa. Come ben sanno i napoletani, le scorciatoi­e fatte di volontaris­mo inconsapev­ole e genio dell’improvvisa­zione non si traducono in crescita e sviluppo. Con buona pace dell’autostima.

E forse, per realizzare tutto questo, dopo l’azione zero e l’azione uno a costo zero, c’è anche bisogno di qualche azione due, tre, quattro che qualche risorsa centrale la richiede. Ma questo è un altro discorso, che con il ministro Bonisoli avremo certamente occasione di riprendere, quando alla porta del governo busseranno le tante necessità del patrimonio storico e artistico del Mezzogiorn­o.

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