Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’AUTOSTIMA DA SOLA NON BASTA
Non so se sia rassicurante la dichiarazione del nuovo ministro per i Beni culturali e il Turismo, Bonisoli, al Giffoni Film Festival, riportata domenica sul Corriere del Mezzogiorno sugli intenti del nuovo governo nell’ambito delle decisive deleghe per il Sud di cui è titolare: «Il primo intervento per il Meridione? Sembrerà una risposta strana, ma dobbiamo fare di tutto per aumentare l’autostima. Le persone devono essere orgogliose di stare in questo territorio. Questa è l’iniziativa numero zero». Avrà voluto il ministro elogiare le capacità delle iniziative culturali del Sud capaci anche di attrattività turistica, come quella cui presenziava, che da decenni ha portato un paesino dell’interno Giffoni Vallepiana alla ribalta nazionale? Insomma parole di cortesia istituzionale nella prima venuta nel Mezzogiorno dell’arte e della cultura di un governo a guida leghista. Oppure un modo soft di dire «vi aiuteremo a fare da soli», a valorizzare la vostra tradizionale e decantata «creatività»? Cioè praticamente interventi di sostegno morale a costo zero? E che a questa «azione zero», come egli la chiama, poco seguirà di azioni con qualche costo a carico del bilancio dello Stato. Ora è su questo dubbio che vorremmo intervenire. Segnalando al ministro l’azione «uno» che ci servirebbe a noi al Sud, al di là dell’autostima che di certo, nel bene e nel male, non ci manca.
E anche questa «azione uno», per fortuna sua e del governo, e delle ambasce tra richieste di finanziare reddito di cittadinanza e flat tax del ministro Tria, è a costo zero. E questa azione dovrebbe essere un’azione di implementazione istituzionale in un quadro di riconoscibili linee di indirizzo favorite da opportune normative delle tante e disperse iniziative «spontanee» che il Sud per sua fortuna continua a conoscere, nonostante la disattenzione centrale, e non poche volte delle stesse istituzioni locali.
E questo perché — prendiamo spunto da una lettera al Corriere sempre domenica di Beatrice Carrillo — noi viviamo fin troppo a Napoli soprattutto lo spontaneismo di un’economia del turismo e di eventi pseudoculturali, che i beni culturali, a cominciare dai loci artistici e panoramici, più che come beni pubblici da tutelare e valorizzare, li usa come «beni comuni», che del concetto importante sotteso conservano poco se non una «messa in comune» disordinata, dove le regole e i diritti delle persone e della collettività sono oramai travolti da una malintesa libera concessione agli interessi di ciascuno, che di autostima ne hanno fin troppa.
Saremo felici se i rappresentanti del governo «saranno solo contenti di creare le condizioni per attivare delle iniziative che arrivano dal basso e poi le idee e le opportunità verranno fuori da sole», ma ci permetteremmo di consigliare misure di indirizzo e di sinergia con le amministrazioni locali, che all’energie dal basso diano tutto lo spazio necessario, non in conflitto però con la storia e il patrimonio culturale dei territori.
Quello di cui, cioè, sentiamo il bisogno è di una forte capacità di progettazione, di una attitudine alla programmazione di percorsi e linee di sviluppo all’interno di un quadro certo, di una visione chiara da sottoporre al dibattito pubblico, ma che sia ben radicata nella conoscenza dei contesti su cui si interviene. Non mancano le idee a un Sud che continua a impoverirsi di risorse e di energie intellettuali, a un territorio ricco di bellezze naturali, storiche e artistiche, ed è responsabilità della politica trasformarle certo in occasioni di crescita e di ricchezza, ma in un quadro di sostenibilità e di tutela molto lontano dal consumo disordinato affidato alla libera iniziativa. Come ben sanno i napoletani, le scorciatoie fatte di volontarismo inconsapevole e genio dell’improvvisazione non si traducono in crescita e sviluppo. Con buona pace dell’autostima.
E forse, per realizzare tutto questo, dopo l’azione zero e l’azione uno a costo zero, c’è anche bisogno di qualche azione due, tre, quattro che qualche risorsa centrale la richiede. Ma questo è un altro discorso, che con il ministro Bonisoli avremo certamente occasione di riprendere, quando alla porta del governo busseranno le tante necessità del patrimonio storico e artistico del Mezzogiorno.