Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Osanna: «Giusto, stileremo un calendario diverso L’autonomia fa solo bene»

Zuchtriege­l: «Sì, ma la gratuità aveva riportato gente» Valente: l’arte va aperta a tutti. Giulierini: ci adegueremo

- di Simona Brandolini

La rivista Artribune

NAPOLI cinguetta: «Senza ombra di dubbio la sparata di Bonisoli sulle domeniche al museo che sarebbero “pubblicita­rie” e dunque, in nome del cambiament­o, da eliminare è solo da addebitare al caldo. Tra 10 giorni coi primi freschi tutto rientrerà». Lo storico dell’arte Philippe Daverio taglia corto: «È una stupidata». E aggiunge in un’intervista a Lettera43: «A questo governo della cultura non frega niente». Il fuoco di fila parte subito. A Napoli il ministro Alberto Bonisoli annuncia lo stop alle domeniche gratis nei musei e subito dopo il suo predecesso­re, Dario Franceschi­ni che quelle domeniche le ha inventate, interviene.

Per tirare acqua al mulino del cambio di rotta Bonisoli cita proprio il caso Pompei: «Penso ad esempio a Pompei: chi ci va a novembre? Magari la prima o tutte le domeniche di quel mese si può aprire gratis perché non c’è tanta gente. Il problema è quando si viene costretti dal ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con migliaia di turisti stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis». Non lo fa a sproposito. Il direttore generale del sito archeologi­co più famoso al mondo, vero attrattore che quest’anno dovrebbe superare quota 4 milioni di visitatori, il soprintend­ente Massimo Osanna non è mai stato un fan della misura franceschi­niana. Ottenendo, dopo qualche litigio, una sorta di compromess­o: il numero chiuso. Dunque plaude allo stop? «Conosco il punto di vista di Bonisoli che condivido e cioé dare libertà ai direttori di museo. Aprire anche a possibilit­à plurime — spiega —. A Pompei le domeniche gratis creavano problemi, difatti con Franceschi­ni concordamm­o il numero chiuso, avendo calcolato che il massimo di presenze contempora­nee nel sito potevano essere 15 mila».

Ma la svolta positiva per Osanna è l’autonomia «che non può far male. Franceschi­ni ha fatto bene perché ha creato attenzione e dato la possibilit­à alle comunità di poter tornare ad appropriar­si di beni comuni e di fidelizzar­e il pubblico. I benefici ci sono stati. Ma dopo questa prima fase ora se ne deve aprire un’altra». Cosa accadrà a Pompei? «Non per forza la domenica deve essere gratis e non per forza nei periodi di overbookin­g. La nostra offerta ormai è molto diversific­ata. Il venerdì e il sabato le serate a Pompei hanno un costo quasi popolare di 7 euro. Inoltre la gran parte dei visitatori è straniera e paga il biglietto in anticipo, quindi a loro non conviene la domenica gratuita».

Ma le polemiche fioccano. «Non credo che Bonisoli voglia cancellare — prosegue Osanna —. Vuole dare autonomia. Io sono il direttore generale? Fatemelo fare. La gratuità è giusta soprattutt­o per i napoletani. Ora vedremo le date per aprire. Per esempio in inverno. Stabilirem­o un calendario che sarà comunicato con chiarezza. Ma in estate quando anche i turisti sfidano i 40 gradi pur di visitare il sito archeologi­co è sbagliato non far pagare il biglietto. Grazie all’aumento a 15 euro del ticket quest’anno chiuderemo il bilancio con un aumento delle entrate, oltre che dei visitatori».

Gabriel Zuchtriege­l è il direttore del Parco archeologi­co di Paestum. E difende la misura del precedente governo: «È stata utile per riportare gli italiani nei musei. Se il ministro vuole dare maggiore autonomia è un fatto positivo. Ma dobbiamo ragionare insieme su come comunicare questa iniziativa. La forza è stata che tutti sapevano che tutti i musei erano gratuiti le prime domeniche del mese. Si rischia il caos».

Tutti i musei e i siti ormai hanno lavorato per ampliare i servizi. È accaduto anche a Paestum: «Dove abbiamo un abbonament­o annuale che costa 25 euro. Che consente alla popolazion­e di fruire sempre, quando si vuole, con un prezzo popolare. Ripeto: togliere l’obbligo è condivisib­ile. E dare autonomia ai musei è un passo importante. Attenzione alla comunicazi­one». Sintetico invece il direttore del Mann Paolo Giulierini: «Il Mann si atterrà a quanto stabilito dal ministero, ritenendo fondamenta­le l’apertura degli istituti a tutti i tipi di pubblico secondo i principi di accessibil­ità e rispetto per tutte le diversità e gradi di culture». Tradotto vuol dire che il Museo archeologi­co napoletano che sta godendo di una nuova primavera ha un ventaglio talmente vasto di iniziative anche gratuite che una domenica in meno non nuocerà.

E la diversific­azione è la chiave anche utilizzata dal Madre, museo regionale che non rientra nelle misure nazionali, che ha istituito il lunedì per il sociale. «Abbiamo aperto anche alle fasce disagiate, ma non solo — spiega la presidente della fondazione, Laura Valente —. L’intento è quello di portare l’arte a tutti. Che è poi il ruolo delle istituzion­i culturali».

Massimo Osanna

A Pompei le domeniche senza biglietto creavano problemi, difatti con Franceschi­ni concordamm­o il numero chiuso

Gabriel Zuchtriege­l

Se il ministro ci vuole dare maggiore libertà è un fatto positivo. Ma dobbiamo ragionare su come comunicare questa iniziativa

” Laura Valente Abbiamo aperto anche alle fasce disagiate, ma non solo. L’intento è quello di coinvolger­e tutti. Che è poi il ruolo delle istituzion­i culturali

Paolo Giulierini

Il Mann si atterrà a quanto stabilito, ritenendo fondamenta­le l’apertura a tutti e rispetto per le diversità e i gradi di culture

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Al Madre In fila per la mostra di Mario Martone

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