Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ma Cavani non sarebbe qui comunque
Cantone: «Scelta intelligente» Quagliariello: «Ricordiamoci dove eravamo 14 anni fa» Inserra e Marinella: «Delusi»
Bisogna mettersi d’accordo: il calcio visto negli ultimi anni a Napoli ci piace oppure no? E ritrovare coerenza: andiamo allo stadio pure a costi alti o non ci stacchiamo dal divano durante le partite in tv, oppure ci disincantiamo a tal punto da non cedere all’istinto della passione calcistica.
L’operazione Bari rischia di distogliere Aurelio De Laurentiis dalle sorti del Napoli? Assottiglia le risorse che andrebbero destinate ad arricchire la formazione azzurra? Molti tifosi, soprattutto quelli organizzati, non hanno dubbi che sia così e contestano la scelta di Adl: davanti alla Curva A è comparso uno striscione espressione del dissenso, rimosso dopo poche ore. Sui social è divampata subito la polemica, anche perchè l’annuncio dell’acquisizione del Bari è arrivato nel giorno del compleanno del Napoli.
Ci sono però anche quelli che gettano acqua sul fuoco e guardano oltre. Come Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. «L’operazione è un vantaggio per il Napoli e per il Mezzogiorno. È una scelta intelligente del presidente che potrà far crescere giovani e dare una spinta ulteriore alla forza del Sud». Sulla stessa linea il senatore Gaetano Quagliariello, fondatore del club Napoli Parlamento. «A me sembra una buona notizia. Bari si trova nella stessa situazione in cui era Napoli 14 anni fa e ha bisogno della stessa ricetta. Il calcio è fatto sempre di più di interconnessioni — osserva — e la Juventus insegna. Avere una squadra che ha un forte potenziale, che fa capo alla seconda città del Mezzogiorno continentale, può solo rafforzare il Napoli. D’altra parte se uno conosce un po’ di storia, sa che — dalla casa editrice Laterza al Banco di Napoli, fino alla Cassa del Mezzogiorno — quando ha funzionato l’asse Napoli Bari tutto il Sud è stato più forte».
L’ex senatore e presidente del circolo del Tennis Riccardo Villari ha «la sensazione che oggi si debba fare network per essere vincenti. Acquisire il Bari è un modo intelligente per valorizzare le risorse, investire, creare sinergie. Ai tifosi ricordo che Aurelio, anche quando il Bari non c’era, non si è distinto per ingaggi. Ma ricordiamoci dove stavamo nel 2004 e dove siamo oggi. Ben vengano dunque i network alla luce del sole, non in stile Juventus. La mia è una apertura di credito, a fine campionato vedremo».
Il docente di marketing Lello Cercola ritiene che l’operazione Bari «non toglie nulla al Napoli, anche per il peso politico che ha. Ci vorrebbe a questo punto una svolta manageriale per la Filmauro con una divisione calcio e una spettacolo. In questo modo si potrebbero organizzare due linee di azione verticale e servizi in orizzontale che si possono integrare. De Laurentiis potrebbe inventare un nuovo modello di business».
Anche secondo Marco Ferrigno, maestro dei pastori, «l’operazione porterà vantaggi. Il Bari potrebbe essere la squadra dove far crescere in prospettiva i giovani per farli debuttare in serie A».
L’attore Maurizio Aiello è fra i contestatori. «Da tifoso sono molto deluso. Mi sarei aspettato qualche acquisto importante. In questo momento l’Inter è più forte del Napoli. È vero che Ancelotti è il numero uno, ma è un buon pilota con un’auto non all’altezza».
L’avvocato Gaetano Inserra è criticissimo: «Come tifoso sono veramente disamorato e prendo atto che abbiamo un presidente imprenditore e non tifoso. Ha preso Napoli da un fallimento e con Bari ha fatto la stessa cosa». Inserra è presidente del club Napoli tribunale: «e nella nostra chat gli umori non sono piacevoli. Non si arriva all’esasperazione della curva, ma c’è molta amarezza. Anche il dissidio fra le tifoserie ci sconcerta».
Il re delle cravatte Maurizio Marinella da imprenditore comprende l’iniziativa di Adl, «dal punto di vista sentimentale no. Noi siamo per amare una sola donna e non c’è spazio per altri. I tifosi hanno vissuto questa operazione come un tradimento. Poi chapeau ad un imprenditore al quale i risultati hanno dato sempre ragione: bravo e fortunato». Infine l’auspicio del pizzaiolo della Sanità Ciro Oliva: «Secondo me il presidente non mollerà il Napoli, resterà la sua base. Ha fatto una scelta da imprenditore che sosterrà con successo».
L’avvocato
Purtroppo abbiamo un presidente imprenditore e non tifoso
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Il manager Abbiamo vissuto questa operazione come un tradimento