Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Caldo e umidità Il Cardarelli preso d’assalto
Il dg Verdoliva: «Ma niente crisi, ieri mattina soccorse 152 persone»
Il caldo torrido, a cui si aggiunge un tasso di umidità pazzesco, continua a creare problemi a Napoli e in buona parte della regione. Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha parlato di «trecento accessi negli ultimi giorni soltanto al pronto soccorso del Cardarelli». I direttore generale del nosocomio partenopeo, Ciro Verdoliva, ha precisato poi che da ieri mattina sono arrivati nel maggiore ospedale partenopeo napoletano 152 persone di cui nel corso della giornata ne sono state dimesse 102».
NAPOLI Il caldo non dà tregua. E dai 38 gradi di ieri, con un tasso di umidità del 70 per cento, non ce ne libereremo presto: almeno fino a domani l’umidità, infatti, non diminuirà. E i pronto soccorso degli ospedali continueranno ad essere presi d’assalto.
Caserta, orario ridotto Non solo: a causa di un guasto al sistema di aria condizionata nella sede del Comune di Caserta sono state ridotte le ore di lavoro ai dipendenti (dalle 8 alle 14) fino al 31 agosto. E quelle perse verranno recuperate a settembre. Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha parlato di «trecento accessi negli ultimi giorni soltanto al pronto soccorso del Cardarelli». Ma il direttore generale del nosocomio partenopeo, Ciro Verdoliva, ha precisato che da ieri mattina sono arrivati nel maggiore ospedale napoletano 152 persone di cui nel corso della giornata ne sono state dimesse 102. Sul fronte delle barelle sistemate nelle unità operative dell’area Emergenza si è passati da 25 a 8. «Non c’è alcuna crisi — ha spiegato Verdoliva — si tratta di afflussi legati all’ondata di caldo che diventa emergenza dovuta alla solitudine delle persone e al disagio sociale. Certo, il Cardarelli in questi casi si riempie ma mi verrebbe da dire meno male che c’è, dato che è diventato una struttura in grado di riempirsi, di governare l’emergenza e tornare, con l’impegno di tutti, all’ordinarietà». I numeri dicono che nel 2017 sono stati 85mila gli accessi di pronto soccorso, 18mila in osservazione breve intensiva, 34.322 i ricoveri ordinari di cui 23.000 urgenti, 11.952 i ricoveri in day hospital.
Fondo riparto, 10,3 miliardi Intanto, è stata raggiunta l’intesa in conferenza delle Regioni sul Fondo sanitario nazionale. L’ammontare complessivo è pari a poco più di 110,1 miliardi. Svetta la Lombardia, cui vanno più risorse, con oltre 18 miliardi di euro. A seguire il Lazio, con 10,6, e la Campania, con 10,3 miliardi. La quota indistinta da ripartire, praticamente 110 miliardi, comprende varie voci, tra cui 50 milioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle patologie legate alla dipendenza del gioco d’azzardo; 150 milioni per l’assunzione e la stabilizzazione del personale del Ssn; 127 milioni per il finanziamento del Nuovo piano nazionale vaccini (che all’incirca rappresenta lo 0,11% della spesa complessiva per il Ssn); 4,4 milioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica; 6,68 milioni per la medicina penitenziaria. Il coordinatore degli assessori alla Sanità, Antonio Saitta, ha annunciato che chiederà al ministro della Salute Giulia Grillo «di inserire gli studenti di medicina specialistica dell’ultimo anno nel Sistema Sanitario per far fronte alla carenza di medici». Mobilità sanitaria
Infine, è stato pubblicato l’ultimo aggiornamento sulla cosiddetta mobilità sanitaria interregionale che nel 2017 ammonta a 4,6 miliardi di euro. Lo studio è della Fondazione Gimbe, da cui emerge la conferma che ad attrarre i pazienti sono soprattutto le grandi regioni del Nord. Le prime mete sono Lombardia (25%) ed Emilia Romagna (13%), che insieme ricevono oltre 1/3 della mobilità attiva. Le Regioni da cui i residenti fuggono sono invece Lazio (14%) e Campania (10%: pari ad una spesa di 302,1 milioni) che insieme contribuiscono a quasi il 25% della mobilità passiva.
In corsia Sul fronte delle barelle sistemate nelle unità operative dell’area Emergenza si è passati da 25 a 8