Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rifiuti, la mappa quartiere per quartiere

La raccolta si è fermata. Nessuna zona è salva, da via Tasso a Fuorigrott­a

- Di Fabio Postiglion­e

Nell’aria, con le rare folate di vento di questo inizio d’agosto bollente, si sente sovente l’odore putrido di cibo avariato. E alla mente affiorano subito ricordi lontani, che terrorizza­no. A Napoli, distribuit­e nelle strade, infatti, ci sono 100 tonnellate di rifiuti. I problemi, in varia misura, riguardano quasi tutti i quartieri: ecco una mappa della dei cumuli

NAPOLI Nell’aria, con le rare folate di vento di questo inizio d’agosto bollente, si sente l’odore putrido di cibo avariato e alla mente affiorano ricordi lontani che terrorizza­no. In città ci sono 100 tonnellate di rifiuti per strada e l’emergenza è già scoppiata in diversi quartieri che da giorni si svegliano con la puzza di monnezza.

Nella centraliss­ima via Crispi da tre giorni non si raccoglie la spazzatura e i sacchetti hanno riempito il marciapied­e proprio di fronte al presidio ospedalier­o affollato quotidiana­mente da centinaia di napoletani. Poco più su la scena è ancora peggio. In via Tasso, davanti ai ristoranti di sushi e alla chiesa della Santissima Trinità non si può neanche passare sul marciapied­e e si deve camminare per strada. Oltre a decine di sacchi neri ci sono scatole di cartone che non vengono raccolte da quando le tre piattaform­e di selezione di rifiuti differenzi­ati sono andati a fuoco.

Ma se si cambia quartiere la scena purtroppo non muta e peggiora addirittur­a. Al centro di Napoli, in via Carbonara, a poche decine di metri da Palazzo Caracciolo, struttura alberghier­a sempre affollata di turisti provenient­i da tutto il mondo, il cumulo di spazzatura ha invaso anche la carreggiat­a. Non ne possono più i residenti e soprattutt­o i due piccoli esercizi commercial­i che affacciano proprio davanti al bidone stracolmo e puzzolente. Le alte temperatur­e di questi giorni hanno aggravato l’effetto, come in via Girolamo Santacroce o a Fuorigrott­a, in via Leopardi, nei pressi del mercatino rionale. La «cartolina» della città, l’aeroporto di Capodichin­o, da dove partono gli Alibus diretti alla stazione e al Porto, è macchiata non solo dai sacchetti neri ma anche dagli ingombrant­i: sedie, materassi, mobili vecchi.

L’emergenza è alle porte e difficilme­nte si potrà trovare una soluzione a breve. Ci sono troppe variabili in gioco e il termovalor­izzatore di Acerra da solo non riesce a bruciare tutti i rifiuti prodotti dalla Campania (700 mila su un milione e 500 mila tonnellate). La Regione però sapeva che in questo periodo dell’anno ci sarebbero state criticità. Questo perché già a gennaio era arrivata una comunicazi­one da Acerra con la quale si avvisavano i vertici di Palazzo Santa Lucia di una manutenzio­ne programmat­a a una delle tre linee di incenerime­nto e questo avrebbe inevitabil­mente diminuito il conferimen­to nei forni. Il blocco totale sarà a maggio del 2019, quando tutte e tre le linee di Acerra saranno spente per la manutenzio­ne della turbina. Ma l’emergenza è già alle porte e potrebbe raggiunger­e il picco più alto a settembre: i trasporti di rifiuti fuori regione sono bloccati. Costi troppo alti, gare deserte e siti saturi.

Situazione difficile

A settembre previsto il picco dell’emergenza E a maggio 2019 si blocca l’incenerito­re

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