Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rifiuti, la mappa quartiere per quartiere
La raccolta si è fermata. Nessuna zona è salva, da via Tasso a Fuorigrotta
Nell’aria, con le rare folate di vento di questo inizio d’agosto bollente, si sente sovente l’odore putrido di cibo avariato. E alla mente affiorano subito ricordi lontani, che terrorizzano. A Napoli, distribuite nelle strade, infatti, ci sono 100 tonnellate di rifiuti. I problemi, in varia misura, riguardano quasi tutti i quartieri: ecco una mappa della dei cumuli
NAPOLI Nell’aria, con le rare folate di vento di questo inizio d’agosto bollente, si sente l’odore putrido di cibo avariato e alla mente affiorano ricordi lontani che terrorizzano. In città ci sono 100 tonnellate di rifiuti per strada e l’emergenza è già scoppiata in diversi quartieri che da giorni si svegliano con la puzza di monnezza.
Nella centralissima via Crispi da tre giorni non si raccoglie la spazzatura e i sacchetti hanno riempito il marciapiede proprio di fronte al presidio ospedaliero affollato quotidianamente da centinaia di napoletani. Poco più su la scena è ancora peggio. In via Tasso, davanti ai ristoranti di sushi e alla chiesa della Santissima Trinità non si può neanche passare sul marciapiede e si deve camminare per strada. Oltre a decine di sacchi neri ci sono scatole di cartone che non vengono raccolte da quando le tre piattaforme di selezione di rifiuti differenziati sono andati a fuoco.
Ma se si cambia quartiere la scena purtroppo non muta e peggiora addirittura. Al centro di Napoli, in via Carbonara, a poche decine di metri da Palazzo Caracciolo, struttura alberghiera sempre affollata di turisti provenienti da tutto il mondo, il cumulo di spazzatura ha invaso anche la carreggiata. Non ne possono più i residenti e soprattutto i due piccoli esercizi commerciali che affacciano proprio davanti al bidone stracolmo e puzzolente. Le alte temperature di questi giorni hanno aggravato l’effetto, come in via Girolamo Santacroce o a Fuorigrotta, in via Leopardi, nei pressi del mercatino rionale. La «cartolina» della città, l’aeroporto di Capodichino, da dove partono gli Alibus diretti alla stazione e al Porto, è macchiata non solo dai sacchetti neri ma anche dagli ingombranti: sedie, materassi, mobili vecchi.
L’emergenza è alle porte e difficilmente si potrà trovare una soluzione a breve. Ci sono troppe variabili in gioco e il termovalorizzatore di Acerra da solo non riesce a bruciare tutti i rifiuti prodotti dalla Campania (700 mila su un milione e 500 mila tonnellate). La Regione però sapeva che in questo periodo dell’anno ci sarebbero state criticità. Questo perché già a gennaio era arrivata una comunicazione da Acerra con la quale si avvisavano i vertici di Palazzo Santa Lucia di una manutenzione programmata a una delle tre linee di incenerimento e questo avrebbe inevitabilmente diminuito il conferimento nei forni. Il blocco totale sarà a maggio del 2019, quando tutte e tre le linee di Acerra saranno spente per la manutenzione della turbina. Ma l’emergenza è già alle porte e potrebbe raggiungere il picco più alto a settembre: i trasporti di rifiuti fuori regione sono bloccati. Costi troppo alti, gare deserte e siti saturi.
Situazione difficile
A settembre previsto il picco dell’emergenza E a maggio 2019 si blocca l’inceneritore