Corriere del Mezzogiorno (Campania)
CHE C’ENTRA CAVANI CON LA PUGLIA
Sarri va bene, De Laurentiis no. Ma senza il secondo il primo non sarebbe arrivato. Higuain diventa il re di Napoli e ancora sogniamo Cavani: due top player pagati dal «pappone». Ultima: se De Laurentiis è così odiato qual è l’origine delle reazioni di gelosia che sono comprensibili solo verso un amore che tradisce, sposa un altro (progetto, in questo caso) e si distrae da noi? Se per la tifoseria De Laurentiis non fa il bene del Napoli, non sarebbe più logico augurarsi che decida di spostare i suoi interessi in un’altra città? Ecco, sarebbe interessante capire la fenomenologia degli attacchi al presidente azzurro. Uomo vulcanico e poco attento ad alcune esigenze della tifoseria, ma indiscutibilmente imprenditore esperto, trasparente e lungimirante. Sono i fatti a dirlo: De Laurentiis non si è mosso un solo giorno da Dimaro in Trentino, e mentre promuoveva lo «Stecco lecco» (la sua ultima trovata, un’azienda di gelati), si divertiva con il «vero e falso» delle notizie e firmava autografi sulle maglie (solo quelle nuove, s’intende), organizzava la «presa» di Bari. In silenzio. Mica poco, considerata la rilevanza politica dell’operazione. Fa sorridere l’assioma sui social: niente top player per investire con il Bari. Per intenderci, Cavani o non Cavani con il Bari non c’entra nulla. Non c’è paragone, e se pure l’imprenditore avesse fiutato il business sarebbe un merito e non un demerito. Perché il Napoli da questa operazione non perde nulla, semmai si può arricchire. Ne guadagna dal punto di vista politico. Il suo presidente oggi ha due squadre rappresentative delle otto principali città italiane. Ha vinto un’altra battaglia contro i poteri del calcio italiano. E vabbè, ma lo scudetto? Il mercato? Ecco il punto: se non lo vince nonostante i 91 punti fatti dalla squadra è perché non ha comprato i giocatori. Possibile? Almeno miope come ragionamento. Dunque? Vince ancora lui. Pure contro chi oggi ha imparato a trattare con sufficienza, senza replicare a offese, ingiurie e violenze verbali. Il Napoli perde ancora lo scudetto? Può darsi, ma non per colpa dell’investimento a Bari.