Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Agresta «Io, da cilentana, invito Kaufmann al Sud»
Il 7 agosto la soprano chiuderà con il grande tenore la rassegna all’Aperia della Reggia di Caserta. E racconta: «Abbiamo impegni per i prossimi 5 anni, per noi è difficile lavorare in Italia perché manca ogni programmazione»
«Jonas Kaufmann è un gentiluomo e certamente mi avrebbe ceduto il passo per inaugurare un recital cui entrambi teniamo molto, ma abbiamo scelto di iniziare con i più bei duetti di opera, così che quella parità uomodonna, sancita dallo Statuto della vicina San Leucio più di duecento anni fa, avrà attuazione anche nel canto, dove a lungo le donne hanno però prevalso».
A parlare è il soprano Maria Agresta, cilentana e ora cittadina del mondo, che martedì 7 agosto alle 21 all’Aperìa della Reggia di Caserta, sarà protagonista insieme con il grande tenore Jonas Kaufmann, del concerto di chiusura di Un’estate da Re diretta da Antonio Marzullo.
Con il maestro Stellario Fagone sul podio, a ranghi uniti le orchestre del Teatro di San Carlo e del Verdi di Salerno.
Jonas Kaufmann era stato fugacemente al San Carlo due anni fa e aveva avuto parole di affetto per l’Italia e per la sua musica, dal melodramma alla canzone napoletana, alla quale ha dedicato il cd Dolce vita.
Più volte il grande e magnetico tenore aveva ricordato il suo legame con il nostro Paese iniziato da bambino nelle estati sul mare Adriatico. In un ideale duetto gli fa eco il soprano: «Gli ho più volte detto che del paesaggio italiano lui conosce la parte meno interessante. E lui se la ride; sarebbe ora si recasse sulla costa campana, da quella Domizia alla Flegrea, alla Costiera Sorrentina e Amalfitana fino al mio meraviglioso Cilento. Chissà che non lo facblico: cia in questa occasione».
La seconda parte del recital si annuncia più «leggera»: «Sicuramente con Kaufmann concordo sulla ideale contiguità tra il repertorio operistico e la canzone. E ci divertiremo con brani di grande popolarità: non a caso si è coniato il trinomio che non contiene ossimori, di “Canzone Classica Italiana”, che è come dire Napoletana. In più dedicherò una autentica chicca al nostro pub- “Il bacio” di Luigi Arditi».
I grandi nomi della lirica non sono molto presenti nei cartelloni italiani. Ancora una volta Maria Agresta è d’accordo con il suo collega che si era rammaricato per la programmazione troppo a breve termine dei nostri teatri. «Da campana non posso che dare ragione a Jonas, ma preciso che la difficoltà a incastrare le agende riguarda gli artisti di qualsiasi nazionalità. E molti talenti, nostri connazionali, vivono la nostalgia dei meravigliosi teatri italiani. Io ho un rapporto sentimentale speciale con il Verdi di Salerno in cui ho iniziato da giovane corista e nel quale sono tornata da protagonista grazie al maestro Daniel Oren e ad Antonio Marzullo; sono legata al Teatro San Carlo e di recente sono stata folgorata dal Massimo di Palermo: devo dire che però quando si hanno impegni in agenda per i successivi 3-5 anni è sempre difficile tornare. Ma adesso siamo qui ed è ciò che conta».
Un’Estate da Re, ma un trono per due, una regina e un re, verrebbe da osservare se il soprano non si riservasse un acuto finale, da cabaletta virtuosistica: «È il pubblico ad essere il vero sovrano al cospetto della grande musica, che Jonas e io, anche per lo speciale rapporto professionale e umano che ci lega, offriremo in uno spazio incantevole; non ci sono comodi troni per gli artisti dell’opera che devono impegnarsi ogni giorno per ricreare la magia con il pubblico».
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Musica e versi Il trinomio senza ossimori di «Canzone classica italiana» non è stato creato a caso Il significato rimanda alla melodia napoletana