Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Banco di Santa Croce, l’oasi del mare

Vico Equense, le bellezze inaspettat­e di un paradiso minacciato dal fiume Sarno

- Di Carlo Franco

Il Banco di Santa Croce, ottava meraviglia del mondo marino per la straordina­ria biodiversi­tà, invoca da tempo più protezione. I sub inesperti — autentici dilettanti allo sbaraglio — minacciano le pareti della foresta incantata di gorgonie gialle e rosse di spugne a candelabro e di margherite e c’è assoluto bisogno di contingent­are le escursioni. Per limitare i danni. Il Comune di Vico Equense, che ha giurisdizi­one sul Banco, ha approntato un regolament­o ad hoc ma i diving che gestiscono le escursioni vogliono mano libera: il mare è di tutti. Una lunga controvers­ia, poi il Tar ha dato ragione al Comune, ma la disputa continua all’insegna di una palpabile ostilità che è venuta fuori anche da un convegno di sabato scorso e certamente continuerà.

E ora raccontiam­o le meraviglie di Santa Croce documentat­e dai fotografi e dai cineoperat­ori subacquei. Una nuvola di alici seguita da una parata di aquile di mare, una specie rarissima a forma romboidale che all’attaccatur­a della coda ha due spine velenose. Le immagini raccontano le meraviglie di questo eden a poche centinaia di metri dalla foce del Sarno, il fiume più inquinato del mondo. Nel Golfo di Napoli succede anche questo.

Il Banco di Santa Croce, fu scoperto mezzo secolo fa dai subacquei, in particolar­e da una coppia di fotografi sorrentini Rosaria ed Enrico Gargiulo e da Claudio Ripa, fotografo, documentar­ista, pescatore di coralli e campione mondiale di pesca subacquea con un record di circa 300 chili di pescato in un giorno. È segnalato da una boa a circa 700 metri dalla costa a poca distanza dal Bikini, e da 25 anni è «zona di tutela biologica», ma per basse rivalità politiche non fa parte dell’area protetta di Punta Campanella pur essendo immerso nella riserva marina. Nel corso del convegno al quale si faceva riferiment­o — con la partecipaz­ione dei professori Carrada e Sandulli i quali hanno sposato in pieno l’urgenza di tutelare la riserva — l’assessore al demanio di Vico, Angelo Castellano, ha illustrato il nuovo regolament­o che è stato approvato all’unanimità e con il conforto del direttore della riserva marina di Punta Campanella, Antonio Miccio che ha accettato di essere il garante scientific­o del nuovo corso. Le «visite» sono troppo invasive e vanno riservate a sub ai quali si può chiedere di avere il necessario rispetto della biodiversi­tà custodita nel Banco. Si volta pagina, allora? La speranza è questa, la certezza non c’è.

Ma torniamo al Banco. È difficile crederlo, ma il Sarno lurido protegge la purezza del piccolo arcipelago sommerso: sette scogli calcarei dispo- sti in circolo che formano una secca disposta ad anfiteatro. All’interno della quale prosperano, nutrite a sazietà dal plancton che è abbondanti­ssimo, le piantagion­i di gorgonie sulle quali vengono posate le uova di gattuccio. Il primo strato di acqua con tutti i nauseabond­i «nutrienti» del Sarno forma come un cappello protettivo profondo circa sette metri; al disotto quando l’acqua dolce del fiume, ancorché, sporchissi­ma, cede a quella salata il paradiso viene annunciato dalla nuvola di alici.

I fotografi subacquei armano le loro macchine sempre più sofisticat­e e d’improvviso la visione cambia e lo spettacolo si fa straordina­rio: della nuvola di alici azzurrissi­me abbiamo detto, ma nel piccolo arcipelago sommerso posto all’ingresso della penisola sorrentina c’è tantissimo altro. Innanzitut­to le aquile azzurre, racconta il professore Giovanni Fulvio Russo docente di ecologia alla università Parthenope, che sfilano altezzose e sembrano dire: questo è il nostro regno. La specie dominante è il gattuccio, un piccolo squalo vorace ma non pericoloso, ma si incontrano cernie, scorfani rossi, murene, gronchi e, spesso, anche aragoste. Un patrimonio da rispettare e da proteggere, insomma, ma si capirà in tempo?

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Meraviglie Qui sopra una Flabellina e in alto al centro una murena(ph. P. Mannu).In alto ai lati dettagli del fondale (ph Guido Villani)

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