A Ravello la magia dei film nel raffinato live di Bill Frisell

La sera si apre con le note lineari di Moon River, l’avvolgente tema di Colazione da Tiffany, film manifesto di Audrey Hepburn, irripetibile concentrato di classe e freschezza. Lo stesso che accompagna tutto il set del quartetto di Bill Frisell nell’ultima data jazz del Ravello Festival. In cui il chitarrista di Baltimora fa un passo indietro, mantenendo la sua timbrica di suoni saturi, ora stridenti ora liquidi, ma lasciando alla voce di Petra Haden (foto) il ruolo conduttore di un viaggio in 50 anni di colonne sonore. E la figlia del contrabbassista Charlie fa sua la lezione paterna di misura e rigore, senza perdere un semitono nella sua elegante interpretazione. Ecco le note italiche del Padrino di Nino Rota e quelle folk di These days, prima che il quartetto vibri nell’esecuzione di Lush life, lo standard di Billy Strayhorn, cavallo di battaglia di Nat King Cole. Mentre un accento di spensierata leggerezza emerge dalla rilettura di Space Oddity, hit del Bowie Stardust. «Mio padre – racconta Frisell – mi regalò un libro di Escher e ora scopro con emozione che quei magici labirinti appartenevano a questa terra». E ritorna a toccare le corde della Telecaster, essenziale nell’epico C’era una volta il West di Morricone come nel delizioso bis What the world needs now is love di Bacharach.