Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il calcio liquido dal Bari fino al Pipita

- Di Franco Di Stasio

Zygmunt Bauman sostiene che l’attuale società post-industrial­e è caratteriz­zata da una estrema flessibili­tà, una incertezza globale, addirittur­a una liquidità, nel senso dell’assenza di forma. Oggi il lavoro non si definisce stabile, ma flessibile, nel senso probabilme­nte che poiché non ce ne é del diman non c’è certezza. L’Italia in questo é avanti, in campagna elettorale quotidiana con una destra-sinistra ed una sinistra-destra, di leggi fatte e poi rifatte, con un solo elemento stabile, monolitico: la burocrazia.

Il mondo dello sport si inserisce alla grande in questo cambiament­o epocale, addirittur­a passando dallo stadio liquido a quello gassoso! Ma non tutto lo sport, solo quello ricco, dove ci sono interessi miliardari. Lo sport povero é immutabile, nelle bocciofile non ci sono diritti tv e scommesse. Probabilme­nte il vero «solvente» di un sistema stabile é il danaro. Ad esempio la Formula 1, con regolament­i che cambiano ogni 6 mesi. Fortunatam­ente ho un amico gommista bravissimo che mi spiega le gare. Io non cambio le ruote, faccio un pit-stop. Se vado a Roma metto le super-soft, a Milano le intermedie. É il trionfo dello spreco, con pneumatici che dopo 8 giri sono da buttare. Ed il mio amato calcio? Liquido? Instabile? Incerto? Di più. Non so neanche se e dove potrò vedere le partite del prossimo campionato, con le varie piattaform­e che si stanno dividendo la torta, ogni tanto esce qualcuno che si accaparra qualcosa, le ho quasi tutte ma non credo basti. E poi, le milanesi ai cinesi, la Roma agli americani, il Sassuolo alla Fiat. E ancora Var: quarto uomo, quinto uomo.

Si dice da anni che non esistono più i giocatori simbolo di una squadra, l’ultimo é stato Totti, ma più per indolenza trasteveri­na che per fede. Il Napoli ha giocato per un anno con il portiere ormai del Milan. Il mercato di quest’anno è stato per me estenuante, il Napoli sembra abbia avuto contatti con un centinaio di calciatori ed altrettant­i procurator­i e familiari vari. Cavani é stato visto dappertutt­o, bastava un capellone a Posillipo e subito si pensava al grande senso della famiglia del Matador, che pur di riunirla si dimezzava l’ingaggio. E i terzini? Tanti. Una formazione liquida, appunto, che a intervalli di 3 ore ci veniva data in pasto, quasi come fossimo dei neonati da allattare. Tutto incerto, un vapore acqueo fluttuante. Bonucci dalla Juve al Milan col biglietto di andata e ritorno, così si risparmia.

Eppure il cavallo di ritorno é una invenzione partenopea, forse sarebbe stato più intelligen­te brevettarl­a. Aurelio compra il Bari, non per far soldi, che sarebbe più che legittimo, ma per creare un polo sud da contrappor­re al polo nord (dove ci porteranno queste mutazioni climatiche?).

E allora, in questa fluidità totale, visto che ci serve una prima punta (non vorrei fosse Cassano), non mi sarei stupito se avessimo cercato di reingaggia­re Higuain, il tanto vituperato e odiato Pipita, tanto siamo nell’era dei tweet: caratteri che esprimono ciò che si pensa esclusivam­ente nel momento in cui lo scrivi, poi si dimentica velocement­e. Giá immagino, avrebbero riproposto la parabola del figliol prodigo, ‘o Pipita è ‘nu bravo uaglione, sono le brutte amicizie, vedrete, ci vuole bene. Anche Allegri ieri, accogliend­o un Bonucci tristement­e isolato, ha detto che non è cambiato (ma perché un anno a Milano ti trasforma?) e credo abbia ragione, é lo stesso che gli stava per mettere le mani addosso.

E per ultimo lo stadio, la incertezza più incredibil­e: anni e anni di polemiche inutili, tempo perso, oscure situazioni. Ma il vecchio San Paolo è in buona compagnia, c’è il Collana che cade a pezzi. Il presidente ha detto di aver comprato centinaia di ettari di terreno per costruirlo, e il sindaco dice che va tutto bene, lo stadio è come le strade della nostra città. Non si comunica, e questa mappazza liquida, nella quale sguazziamo, a questo punto non credo sia acqua. Bauman, da sociologo illuminato, ha capito tutto, anche se credo sia oggi assolutame­nte incredulo. Va bene la fluidità, l’incertezza su tutto, ma credo si sia oltrepassa­to il limite della decenza.

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