Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il calcio liquido dal Bari fino al Pipita
Zygmunt Bauman sostiene che l’attuale società post-industriale è caratterizzata da una estrema flessibilità, una incertezza globale, addirittura una liquidità, nel senso dell’assenza di forma. Oggi il lavoro non si definisce stabile, ma flessibile, nel senso probabilmente che poiché non ce ne é del diman non c’è certezza. L’Italia in questo é avanti, in campagna elettorale quotidiana con una destra-sinistra ed una sinistra-destra, di leggi fatte e poi rifatte, con un solo elemento stabile, monolitico: la burocrazia.
Il mondo dello sport si inserisce alla grande in questo cambiamento epocale, addirittura passando dallo stadio liquido a quello gassoso! Ma non tutto lo sport, solo quello ricco, dove ci sono interessi miliardari. Lo sport povero é immutabile, nelle bocciofile non ci sono diritti tv e scommesse. Probabilmente il vero «solvente» di un sistema stabile é il danaro. Ad esempio la Formula 1, con regolamenti che cambiano ogni 6 mesi. Fortunatamente ho un amico gommista bravissimo che mi spiega le gare. Io non cambio le ruote, faccio un pit-stop. Se vado a Roma metto le super-soft, a Milano le intermedie. É il trionfo dello spreco, con pneumatici che dopo 8 giri sono da buttare. Ed il mio amato calcio? Liquido? Instabile? Incerto? Di più. Non so neanche se e dove potrò vedere le partite del prossimo campionato, con le varie piattaforme che si stanno dividendo la torta, ogni tanto esce qualcuno che si accaparra qualcosa, le ho quasi tutte ma non credo basti. E poi, le milanesi ai cinesi, la Roma agli americani, il Sassuolo alla Fiat. E ancora Var: quarto uomo, quinto uomo.
Si dice da anni che non esistono più i giocatori simbolo di una squadra, l’ultimo é stato Totti, ma più per indolenza trasteverina che per fede. Il Napoli ha giocato per un anno con il portiere ormai del Milan. Il mercato di quest’anno è stato per me estenuante, il Napoli sembra abbia avuto contatti con un centinaio di calciatori ed altrettanti procuratori e familiari vari. Cavani é stato visto dappertutto, bastava un capellone a Posillipo e subito si pensava al grande senso della famiglia del Matador, che pur di riunirla si dimezzava l’ingaggio. E i terzini? Tanti. Una formazione liquida, appunto, che a intervalli di 3 ore ci veniva data in pasto, quasi come fossimo dei neonati da allattare. Tutto incerto, un vapore acqueo fluttuante. Bonucci dalla Juve al Milan col biglietto di andata e ritorno, così si risparmia.
Eppure il cavallo di ritorno é una invenzione partenopea, forse sarebbe stato più intelligente brevettarla. Aurelio compra il Bari, non per far soldi, che sarebbe più che legittimo, ma per creare un polo sud da contrapporre al polo nord (dove ci porteranno queste mutazioni climatiche?).
E allora, in questa fluidità totale, visto che ci serve una prima punta (non vorrei fosse Cassano), non mi sarei stupito se avessimo cercato di reingaggiare Higuain, il tanto vituperato e odiato Pipita, tanto siamo nell’era dei tweet: caratteri che esprimono ciò che si pensa esclusivamente nel momento in cui lo scrivi, poi si dimentica velocemente. Giá immagino, avrebbero riproposto la parabola del figliol prodigo, ‘o Pipita è ‘nu bravo uaglione, sono le brutte amicizie, vedrete, ci vuole bene. Anche Allegri ieri, accogliendo un Bonucci tristemente isolato, ha detto che non è cambiato (ma perché un anno a Milano ti trasforma?) e credo abbia ragione, é lo stesso che gli stava per mettere le mani addosso.
E per ultimo lo stadio, la incertezza più incredibile: anni e anni di polemiche inutili, tempo perso, oscure situazioni. Ma il vecchio San Paolo è in buona compagnia, c’è il Collana che cade a pezzi. Il presidente ha detto di aver comprato centinaia di ettari di terreno per costruirlo, e il sindaco dice che va tutto bene, lo stadio è come le strade della nostra città. Non si comunica, e questa mappazza liquida, nella quale sguazziamo, a questo punto non credo sia acqua. Bauman, da sociologo illuminato, ha capito tutto, anche se credo sia oggi assolutamente incredulo. Va bene la fluidità, l’incertezza su tutto, ma credo si sia oltrepassato il limite della decenza.