Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Regione finanzia le sagre «Tagliata» quella dei cornuti
Eventi con maggiori sovvenzioni a Salerno e Avellino
Non ci saranno più la Sagra del Cicatiello di Paupisi, la Festa dei Cornuti di Ruviano, la Gara del solco di Castel Morrone e Casoria Santi e Passioni. La scure della Regione Campania, quest’anno, si è abbattuta sul collo di diciassette sagre e festival di piazza che, secondo l’apposita commissione di valutazione, non meritano contributi pubblici. Mentre per la prima volta sono state indicate due linee di intervento nella selezione: la prima che raccoglie quelli di «rilevanza nazionale ed internazionale in forma singola» e quelli «in forma di partenariato».
NAPOLI Non ci saranno più la Sagra del Cicatiello di Paupisi, la Festa dei Cornuti di Ruviano, la Gara del solco di Castel Morrone e Casoria Santi e Passioni. La scure della Regione Campania, quest’anno, si è abbattuta sul collo di diciassette sagre e festival di piazza che, secondo l’apposita commissione di valutazione, non meritano contributi pubblici. Mentre per la prima volta sono state indicate due linee di intervento nella selezione: la prima che raccoglie quelli di «rilevanza nazionale ed internazionale in forma singola», cui sono state destinate risorse per 2 milioni 100 mila euro; e la seconda che, invece, raduna gli «eventi di rilevanza nazionale ed internazionale in forma di partenariato» con una dotazione economica di 2 milioni 250 mila euro.
La fanno da protagonisti, con una dotazione di 150 mila euro ciascuno, rassegne come il Pomigliano Jazz; quello a noi colpevolmente poco noto Voci dal Sud di Bellosguardo; o — per distrazione ancora nostra — l’altro finora poco considerato I Segreti d’Autore di Sessa Cilento; o i misteriosi Scenari di Casamarciano; la pregevole manifestazione dal titolo beneaugurante Benvenuti nel Sannio di San Marco dei Cavoti; gli storici e immancabili Premio Contursi di Contursi Terme e Premio Sele d’Oro di Oliveto Citra; lo Spons Fest di Calitri; Il festival Etnos di San Giorgio a Cremano; il Vertigliamater di Montemarano; il Fiano Love festival di Lapio; il Festival internazionale di musica etnica di Summonte; l’Equinozio di autunno di San Giovanni a Piro; gli Ambienti mediterranei di Centola e Irpinia Madre Contemporanea di Rocca San Felice.
Dato che in questi casi ad eccitare la curiosità sono i riferimenti territoriali (l’assessore al Turismo, Corrado Matera, è cilentano; ma giusto per non eludere alcuna informazione) allora diciamo subito che Salerno e Avellino si guadagnano il primato ex aequo delle province con più eventi sovvenzionati (6 ciascuna). Due, poi, ne toccano alla provincia di Napoli. Una a Benevento. Nessuna a Caserta. «Per la prima volta, quest’anno, i progetti sono stati suddivisi in due parti — spiega Rosanna Romano, direttrice generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania —: quelli a carattere nazionale e internazionale in forma singola e quelli in forma associata. La commissione di valutazione, inoltre, ha stabilito una griglia di criteri nell’esame dei progetti facendo riferimento alla storicità, alla capacità comunicativa, alla rete con il territorio e al palinsesto di qualità». Altri eventi (in forma associata) che hanno ottenuto finanziamenti dai 50 mila ai 75 mila euro — ma vengono indicati soltanto i Comuni, non le manifestazioni — si svolgono a Castelpagano (Bn); Castel San Lorenzo (Sa); Calvi (Bn); Sturno (Av); Foiano (Bn); Monte S. Giacomo (Sa); Liveri (Na); e Campoli (Bn).
Certo, sono poche le manifestazione escluse. E nei decreti viene sottolineata la «possibilità di riservarsi eventuali scorrimenti di graduatorie». Quindi, non tutto è perduto.