Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spesa fondi Ue per lo sviluppo Torna il rischio di perderli
Una spesa certificata di
NAPOLI appena 272 milioni di euro in Campania rispetto ad un target che quest’anno è di 650 milioni per il livello pagamenti del Fesr, vale a dire il Fondo di sviluppo regionale che rappresenta la quota più consistente dell’intera dotazione. L’aggiornamento è dello scorso 28 luglio e a Bruxelles la preoccupazione incomincia a prendere corpo.
L’ex ministro per la Coesione, Claudio De Vincenti, dal
Corriere del Mezzogiorno ha lanciato il suo appello «a non abbassare la guardia» sulla spesa dei fondi Ue e a difendere «l’assetto di governance realizzato in questi anni», giacché il nuovo governo pare voglia muoversi diversamente e superare la governance costituita dal Dipartimento e dall’Agenzia per la coesione. Non solo, la spesa certificata del Fesr 2014/2020 vede che l’asse 1 di Ricerca e innovazione presenta appena 877 mila 525 euro di totale certificato, mentre un po’ di più si registra sull’Asse 4 dell’Energia sostenibile (qui vi sono anche gli acquisiti dei bus e dei mezzi di trasporto) e addirittura oltre 94 milioni sono
stati spesi per il Patrimonio naturale e culturale.
Il rischio, dicono dalla Ue, è che la Campania si ritrovi a rincorrere una meta impossibile, dato che dovrebbe certificare cira 300 milioni in tre mesi (lasciando perdere agosto). E del resto il ministro per il Sud, Barbara Lezzi ha chiesto alla commissaria Ue Cretu «una deroga alla regola “N+3” per una parte di questi progetti, quelli che possono essere rendicontati con certezza dalle Regioni in tempi brevi, comunque nei primi mesi del 2019». L’eco dell’allarme è giunto in Campania, tanto che il responsabile delle politiche per il Sud di Forza Italia, Severino Nappi, ha accusato: «Le risorse stanziate dall’Ue, se non utilizzate, dovranno essere restituite entro il 2020, ma l’ammontare accumulato è talmente ingente che ci vorrebbero 100 anni per spenderle tutti». E i 5 stelle hanno sollevato la questione del conflitto di interessi tra i componenti dei Gruppi di Azione locale, organismi di partenariato pubblico/privati per accedere ai fondi Psr 2014-2020, che potrebbe costare una perdita di 104 milioni.
Spiegano i tecnici che nell’attuale periodo di programmazione non c’è neanche la possibilità di adoperare meccanismi di abbattimento del target come avvenuto per il passato con i Grandi progetti, né di puntare sulla accelerazione della spesa (opzione deprecata dal presidente della Regione De Luca) sostenendo i progetti esecutivi dei Comuni.
Progetti Utilizzati 272 milioni di euro rispetto ad un target disponibile di 650 milioni