Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La vittima sotto choc

«Ho avuto molta paura, non so se resterò ancora in questa città»

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI «Io non so perché lo hanno fatto, forse per razzismo e per tutto quello che sta succedendo dove abito. Io però non ho mai fatto male a nessuno in Italia, in questa città. Sono un bravo ragazzo». E lo ripete come se volesse dare certezze a chi lo guarda che quei colpi di pistola non se li è meritati, come invece sui social in molti hanno scritto non appena si è sparsa la notizia che un senegalese era stato ferito nella notte in via Milano, alle spalle della stazione. Disteso su una lettiga dell’ospedale Loreto Mare ha la gamba sinistra fasciata. È appena uscito dalla sala operatoria dove i medici gli hanno estratto la pallottola e ridotto la frattura del femore.

«Ho avuto molta paura, una cosa del genere non l’ho mai vista in vita mia» e non poteva pensare minimament­e che potesse accadere a lui. Il proiettile gli è entrato nella coscia, ma, dice che il telefono cellulare lo ha salvato. Mostra un buco sulla tuta, all’altezza dell’inguine. «Hanno sparato tre colpi verso di me e altri verso i miei amici che erano accanto a me. Uno è andato a vuoto, uno invece mi ha colpito, e l’altro che doveva entrare nell’inguine è stato fermato dal cellulare che avevo in tasca».

Cissè, l’ambulante ferito a Napoli ieri sera, spiega di essere in Italia da 7 anni, di trovarsi bene e vive facendo l’ambulante

in via Bologna, una strada accanto alla stazione Centrale di Napoli: «ho il permesso di soggiorno», dice toccandosi la tasca del pantalone. È confuso e non riesce a trovare le parole giuste per esprimere l’amarezza che lo ha travolto. Una rabbia che però riesce a controllar­e pensando di essere stato comunque fortunato perché può ancora parlare di quello che gli è accaduto. «Stavo andando a casa, ero fermo con i miei amici a parlare quando sono arrivati in due su uno scooter, senza dire neanche una parola. Uno di loro ha preso la pistola e hanno fatto fuoco - racconta poggiandos­i più volte la mano sulla gamba per il dolore - Non hanno spiegato perché ce l’avevano con me, hanno solo fatto fuoco. Non so se dopo quello che è successo voglio restare a Napoli, adesso voglio solo pensare a guarire il prima possibile», anche perché deve lavorare, guadagnars­i da vivere.

Il ragazzo senegalese riesce a sorridere quando racconta di aver scattato una foto con il calciatore del Napoli Kalidù Koulibaly, difensore centrale del Senegal e centrale della squadra di Carlo Acelotti: «L’ho incontrato e gli ho chiesto di abbracciar­lo».

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