Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dopo le blatte, è allarme topi Medico morso alla mano in casa

Choc in via Petrarca, l’uomo è stato medicato al «Fatebenefr­atelli»

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NAPOLI Potrebbe essere il peggiore degli incubi, quello di essere assaliti da topi. Invece a Napoli — in una zona molto chic, non certo una bidonville periferica — è accaduto. L’altra notte, in via Petrarca per la precisione, dove un medico ha visto rendersi reale (non un incubo, quindi) l’aggression­e di un grosso ratto, entrato in casa di notte e talmente “spavaldo” da arrivare a mordergli un dito della mano.

La denuncia arriva da Alessia Giangrasso, dirigente superiore del Coordiname­nto operativo nazionale interforze tutela ambientale. In particolar­e, Giangrasso è responsabi­le del Nucleo operativo ambientale, oltre che residente in quella zona, e punta il dito contro l’amministra­zione comunale e contro «il sindaco, la massima autorità sanitaria, colpevole di abbandono politico. Nel tratto di Posillipo che comprende via Petrarca, c’è un totale abbandono — spiega Giangrasso — sono mesi, anzi anni che segnaliamo la presenza di feci, spazzatura, insetti e parassiti. Non è il primo caso di un topo che entra in casa, questa volta è riuscito finanche a mordere un cittadino. Non solo — aggiunge — in questa zona consentono il passaggio del bus per turisti sotto alberi infestati di pidocchi. Ma ci si rende conto? Qui parliamo di topi di fogna, non di topi di campagna. Il medico si è fatto curare all’ospedale Fatebenefr­atelli». Per la dirigente del Conita, il problema è riconducib­ile «all’assenza dell’amministra­zione, il sindaco è lon- tano dal territorio, forse perché questa è una municipali­tà di centrodest­ra e quindi non si parla di suoi elettori — conclude — fatto sta che siamo circondati da topi e degrado, e questo ad un sindaco dovrebbe importare».

Dai ratti alle blatte, poi, ma sempre di invasione parliamo. Napoli ne è infestata: dal Vomero al Lungomare, dal centro storico ai quartieri periferici. Va detto che un piano di lotta esiste ed è già partito da mesi, ma è evidente che la strategia adottata non ha prodotto i risultati sperati. In modo particolar­e, ed è facile capire perché, le zone più colpite sono quelle dove insistono ristoranti e bar. Uno dei problemi maggiori è nel fatto che alcuni dei ristorator­i tendono a chiudere i tombini, sperando che questo basti a tenere lontani gli insetti. Facendo così, invece, le batte sono spinte a venir fuori perché si riduce la quantità di ossigeno in fogna.

Il Conita

Giangrasso: «Non è il primo caso, al sindaco non importa. Non sono qui i suoi elettori»

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ColonieI cassonetti dell’immondizia sono i luoghi preferiti da topi, grazie ai residui di cibo facilmente raggiungib­ili

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