Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Giovanni performativo incanta l’Orto
Il fruscio della voce di Maurizio de Giovanni tra gli alberi del Real Orto botanico di Napoli è jazz. Lo scrittore si offre alla sua città oltre la pagina, con il corpo-corda vocale che è già cifra letteraria: voce bifronte, carezza e graffio in tensione, dal latino cor-cordis alla corda vocale. Per questo Canzoni per il Commissario Ricciardi, spettacolo che ha debuttato giovedì sera all’Orto di via Foria, nella rassegna Brividi d’estate diretta da Annamaria Russo, prima che come pièce teatrale va inteso come «installazione performativa» del corpo di uno scrittore che si identifica con il corpo della città. Il narratore orale, l’aedo, che tesse storie cucendole con le canzonipoesie in una trapunta patchwork di pezzi di vita e letteratura, è l’ultimo prodigioso innesto dell’Orto fondato duecento anni fa da Michele Tenore. Di quel passato — che è la storia di Napoli — de GiovanniRicciardi non solo tengono ovviamente conto, ma ne sono prima gemmazione, poi arbusto vigoroso. Da qui spuntano i rami delle storie che sono di «perdita», come per Voce ‘e notte, di «partenze senza andarsene» nella Serenata senza nome e sanno diventare anche splatter, con sangue impastato d’amore, quando la morte del professore geniale, col cervello spiaccicato al suolo, sconfina nelle note di I’ te vurria vasà. Brani magnificamente cantati da Marianita Carfora, accompagnata da Giacinto Piracci e Zac Alderman. «Una canzone entra in una storia e la cambia» dice lo scrittore dando così le coordinate di rotta allo spettatore. Ed è quello che accade e con de Giovanni diventa subito rito comunitario. Lo scrittore stasera, alle 21, sarà a Sorrento per presentare Il Purgatorio dell’angelo (Einaudi). E domenica, alla stessa ora, riceverà il Premio Pistrice Città di Positano dove andrà in scena il monologo tratto da JuveNapoli 1-3. La presa di Torino, diretto da Massimo De Matteo con Peppe Mial.