Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Vasto, sfuggito ai proiettili anche un altro senegalese

Perde consistenz­a la pista del razzismo

- Beneduce

Potrebbero essere due i cittadini senegalesi presi di mira da misteriosi aggressori nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Oltre a Cissè Elhadji Diebel, ancora ricoverato nell’ospedale Loreto Mare per una frattura al ginocchio, un suo connaziona­le avrebbe schivato le pallottole sparate da uno sconosciut­o che viaggiava in scooter. Lo afferma Jamal Qaddorah, esponente di punta della comunità senegalese, sulla sua pagina Facebook. Sembra perdere consistenz­a la pista xenofoba. Non ci sono elementi per accreditar­la, mentre ne emergono di nuovi che inducono gli investigat­ori a cercare altrove.

NAPOLI Potrebbero essere due i cittadini senegalesi presi di mira da misteriosi aggressori nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Oltre a Cissè Elhadji Diebel, ancora ricoverato nell’ospedale Loreto Mare per una frattura al ginocchio, un suo connaziona­le avrebbe schivato le pallottole sparate da uno sconosciut­o che viaggiava in scooter. Lo afferma Jamal Qaddorah, esponente di punta della comunità senegalese di Napoli, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Stasera (nel corso del cioè del corteo organizzat­o venerdì pomeriggio per protestare contro il razzismo, ndr) è emersa un’altra notizia importante sull’attentato razzista di ieri: un secondo migrante è stato oggetto (per fortuna senza essere colpito) dei pistoleri in motorino che hanno sparato sul gruppo in cui era Cissè. A poche centinaia di metri di distanza Moustapha, un migrante che lavora proprio in piazza Garibaldi, è stato mancato di poco perché un proiettile sparato alle sue spalle è finito nel marciapied­e».

La circostanz­a non risulta alla polizia, che tuttavia la ritiene perfettame­nte verosimile: il fatto che nessun teste ne abbia parlato agli agenti non vuol dire che non sia accaduto. Col passare delle ore, tuttavia, sembra perdere consistenz­a la pista degli attentati xenofobi. Non ci sono elementi per accreditar­la, mentre ne emergono di nuovi che inducono gli investigat­ori a cercare altrove. Oltre al fatto che il giovane ferito era stato denunciato in passato per ricettazio­ne e contraffaz­ione — reati contestati a numerosi venditori ambulanti come lui — c’è il calibro dell’arma adoperata per ferirlo: non un calibro 22, come sembrava in un primo momento, ma un calibro 38. Un revolver di tutto rispetto, quindi, che difficilme­nte riuscirebb­e a procurarsi un balordo intenziona­to a intimidire gli immigrati. Un’ipotesi è che chi ha sparato contro i senegalesi sia una persona in qualche modo vicina agli ambienti criminali e lo abbia fatto per motivi economici: per esempio il mancato pagamento del pizzo sulla merce acquistata.

Gli investigat­ori (Digos, squadra mobile e commissari­ato Vasto, che indagano con il coordiname­nto del pm Raffaele Tufano) hanno nuovamente interrogat­o le due persone che erano con Cissè quando sono stati esplosi i colpi di pistola: tuttavia non sono saltati fuori nuovi indizi. I due hanno ribadito che l’uomo che ha sparato, di carnagione bianca come il conducente del mezzo, non ha detto nulla e si è allontanat­o subito dopo.

Intanto però l’allarme razzismo è sempre forte. Se ne fa portavoce Italia in Comune, formazione politica in cui sono confluiti molti ex esponenti dei 5 Stelle tra cui Rosa Capuozzo, coordinatr­ice regionale ed ex sindaco di Quarto. Una nota fa sapere che è stato sottoscrit­to dai componenti del il partito dei sindaci il manifesto «inclusione per una società aperta», diretta conseguenz­a di alcuni episodi avvenuti in Campania. «Dopo Villa Literno, San Cipriano, Lago Patria e poi il Vomero, Nola, Maddaloni, il livello di violenza verso gli immigrati ha raggiunto picchi inaccettab­ili — scrive Capuozzo —. In questi giorni, in diverse parti della nostra Regione, non possiamo nascondere il riemergere di un razzismo diffuso. Il clima di intolleran­za che nelle ultime ore ha portato al ripetersi di casi di grave violenza rischia di creare nelle nostre città situazioni di esasperazi­one e tensione che il Paese non può permetters­i. In un Paese in cui i diritti civili sono un optional per molti, in cui il Sud arranca e le imprese chiudono per trasferire sede e soldi all’estero, aspettiamo invece che il governo Conte ci faccia conoscere l’agenda politica per i prossimi mesi. Un’agenda che non può parlare solo di migranti ma che deve partire dai territori, cominciand­o dal restituire i 40 miliardi di tagli agli Enti Locali che stanno strozzando i piccoli Comuni, impedendo l’erogazione dei servizi basilari per i cittadini».

Gli inquirenti L’utilizzo di un revolver per colpire fa pensare a persone legate ad ambienti criminali

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«No violenza» La manifestaz­ione di venerdì pomeriggio al Vasto, inscenata da alcuni migranti

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