Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Felicori costretto a lasciare la Reggia «Ma avevo ancora molto da fare»

Il ministero pensiona in anticipo il direttore. «Colpa di una legge bizzarra»

- Bojano

«In ragione della legge sulla quiescenza obbligator­ia per limiti di età dei dipendenti pubblici, il mio contratto con lo Stato come direttore della Reggia di Caserta cesserà con il prossimo ottobre, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza indicata. Peccato». Il rammarico di Mauro Felicori, a capo del monumento vanvitelli­ano ancora per poco più di due mesi, è tutto espresso in quel «peccato» che chiude con un velo di tristezza il post apparso nel primo pomeriggio di ieri sul profilo Facebook del manager bolognese che conta 25 mila amici.

NAPOLI «In ragione della legge sulla quiescenza obbligator­ia per limiti di età dei dipendenti pubblici, il mio contratto con lo Stato come direttore della Reggia di Caserta cesserà con il prossimo ottobre, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza indicata. Peccato». Il rammarico di Mauro Felicori, a capo del monumento vanvitelli­ano ancora per poco più di due mesi, è tutto espresso in quel «peccato» che chiude con un velo di tristezza il post apparso nel primo pomeriggio di ieri sul profilo Facebook del manager bolognese che conta 25 mila amici. La notizia che il direttore generale potesse lasciare con un anno d’anticipo sui quattro previsti nel suo contratto era nell’aria, tanto che l’aveva anticipata qualche giorno fa il Corriere del Mezzogiorn­o. Ma quella comunicazi­one ufficiale partita dal diretto interessat­o ha avuto lo stesso l’effetto di una deflagrazi­one.

«Essere considerat­o vecchio a 66 anni mi lascia un po’ interdetto — commenta Felicori raggiunto telefonica­mente — la Reggia richiede un lavoro titanico, totalizzan­te, già quattro anni secondo me sono un periodo breve, figuriamoc­i tre, viene meno la pianificaz­ione che ci eravamo dati, tutta una serie di risultati... questa legge sulla quiescenza obbligator­ia è un po’ bizzarra ma, come si dice, dura lex sed lex».

Felicori non ha nessuna intenzione di passare per «vittima» di turno nè di pigiare il tasto sulle lamentazio­ni. Preferisce invece far parlare i numeri: «Chiuderemo il 2018 con un nuovo record di visitatori: toccheremo quota 900 mila (837.848 erano stati i ticket emessi dalla biglietter­ia del Palazzo Reale per l’anno 2017, contro i 497.038 del 2015 e 681.101 del 2016, ndr). Non solo, da quando la Reggia è di nuovo rientrata nell’attenzione nazionale, riceviamo progetti e proposte sempre più interessan­ti». Anche nei collegamen­ti le cose stanno cambiando: dal 19 agosto ci sarà un nuovo servizio per i visitatori del monumento vanvitelli­ano: il bus dalla stazione Tav di Afragola alla stazione di Caserta, 4 collegamen­ti al giorno legati ai Frecciaros­sa da e per Milano, Bologna, Roma, con minibus dedicati da 16 posti.

E ora cosa succede? Chi verrà al posto di Felicori? Il direttore è convinto: sarà un giovane. «La ratio di questa legge è far posto ai giovani — dice — io penso però che i giovani vadano anche accompagna­ti, lo Stato dovrebbe prevedere un periodo in cui i vecchi dirigenti trasmettan­o la loro esperienza ai giovani, una sorta di staffetta alla quale io stesso non mi sarei sottratto. Poi il giovane può anche fare l’opposto ma è importante che nella pubblica amministra­zione ci siano strategie più sofisticat­e per la formazione del personale».

L’ultima curiosità riguarda Mauro Felicori da ieri al centro di centinaia di attestati di stima per il lavoro fin qui svolto a Caserta. Cosa farà? «Non ho avuto ancora modo di pensarci — è la risposta — sono un pensionato disoccupat­o per lo Stato ma non per l’Italia. Aspetto proposte appassiona­nti e divertenti, sono sul mercato. Una cosa è certa, non me ne andrò ai giardinett­i con il barboncino».

Il contratto

Costretto a terminare l’incarico un anno prima «Andare via a 66 anni mi lascia interdetto»

Le cifre

Il 2018 si chiuderà con un nuovo record di visitatori: toccata quota 900 mila

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Ministero Mauro Felicori, da tre anni direttore della Reggia. Al lato lo scalone monumental­e del sito vanvitelli­ano

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