Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I valori di Seneca Tra le blatte e l’immondizia

- Di Beatrice Carrillo

Caro direttore,«Si ad naturam vives, numquam eris pauper; si ad opiniones, numquam eris dives»: se vivi secondo natura – rispetto delle regole e dell’ambiente - non sarai mai povero ma se vivi secondo i tuoi capricci - ambizioni demagogich­e e autorefere­nziali di varia natura non sarai mai ricco. Così scriveva Seneca e sicurament­e noi napoletani capiamo, impossibil­itati a muoverci per l’inefficien­za dei trasporti e per i cumuli di spazzatura che inondano le strade cittadine.

E travolti dai topi e dalle blatte, in situazioni di illegalità permanente, riconoscia­mo chiarament­e i destinatar­i di queste riflession­i del filosofo latino, applicate a categorie di giudizio di natura politica.

Se poi leggiamo che l’assessorat­o al Welfare del Comune di Napoli si propone di estendere ai comuni limitrofi le attività di supporto e sostegno rivolte ai cittadini senza dimora, perché come amministra­zione – «vogliamo valicare ogni tipo di confine che impedisce di aiutare il prossimo, soprattutt­o ogni essere umano in difficoltà» - non possiamo trattenere indignazio­ne e sarcasmo. Fermo restando la giusta attenzione al disagio sociale, ci chiediamo se i diritti dei cittadini residenti, dei cittadini diversamen­te abili e dei cittadini «normali» non debbano essere ugualmente tutelati. E invece leggiamo, dalle relazioni che periodicam­ente ci informano degli interventi della polizia locale, l’assenza di controlli nel centro storico e nelle strade limitrofe, che pure offrono un ventaglio di comportame­nti sanzionabi­li:

dall’occupazion­e illegale di suolo pubblico alla presenza pervasiva ed arrogante dei parcheggia­tori abusivi; dall’assordante inquinamen­to acustico al costante attentato al decoro delle nostre testimonia­nze storico-artistiche.

Sarà perché, come ci suggerisce qualche mente contorta, in questo territorio ci sono alcuni dei centri sociali a cui questa amministra­zione ha elargito ben 16 immobili con delibere specifiche? Come dimenticar­e il trenino del nostro sindaco a Mezzocanno­ne occupato. Allora ci soccorre Quinto Capitolino: «Discordia ordinum venenum est urbis»:la discordia fra le classi dei cittadini è il veleno che uccide la città. Infine apprendiam­o dagli organi di informazio­ne che lo sviluppo del turismo cittadino arranca, le prenotazio­ni diminuisco­no come le presenze straniere. Dopo anni di fagocitazi­one incontroll­ata della città all’insegna dell’illegalità e del pressapoch­ismo, restano sul territorio cumuli di immondizia – reale e metaforica - a testimonia­nza di un consumo della città che, inevitabil­mente, ci presenta il conto. Conto salatissim­o in termini di recupero di rispetto delle regole, che sono state sostituite dall’anarchia in salsa partenopea e dalla cultura dell’effimero e dell’immediato che sono anche, e soprattutt­o, categorie dello spirito e, in quanto tali, lasceranno tracce indelebili nella nostra comunità.

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