Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cartoline da Capri: gli artisti svelano quello che non tutti riescono a vedere
Cosa c’è dietro la cartolina di Capri? Quale mezzo di comunicazione più umile ma efficace e al tempo stesso capillarmente diffuso nell’immaginario collettivo? Riparte da queste riflessioni l’edizione 2018 del Festival del Paesaggio di Anacapri, diretto da Gianluca Riccio e Arianna Rosica negli spazi della Casina Rossa, che da anni porta avanti un discorso anticonformista e innovativo su diversi temi della ricerca artistica contemporanea.
Dopo l’indagine dello scorso anno sulla piscina come oggetto mainstream, i due curatori proseguono la riflessione su uno stereotipo della
cultura di massa, la cartolina appunto, che conduce però verso esiti inaspettati, assai lontani dai luoghi comuni. Si intitola «Postcards» la collettiva che raccoglie le opere di artisti di diverse generazioni, fra cui gli storici Fabio Mauri e Renato Mambor e quelli midcareer come Liliana Moro, Flavio Favelli, Paul Thorel, Stefano Arienti, Elisa Sighicelli, Sissi, Paolo Gonzato e altri ancora. Molti di loro hanno letteralmente inviato cartoline ai curatori, interpretando a proprio modo l’argomento proposto. Alle cartoline più apertamente oleografiche e pop, si alternano quelle stilizzate e personali, in alcuni casi esposte all’interno di installazioni. Ed una installazione è quella proposta da Alessandro Mendini appositamente per la mostra: si tratta di un pannello maiolicato ispirato al famoso pavimento in maioliche della Chiesa di San Michele di Anacapri, nel solco di un dialogo tra antico e contemporaneo da tempo aperto in diverse occasioni sull’isola azzurra. Infine una sezione monografica è dedicata a Renato Mambor (scomparso nel 2014), esponente della ricerca artistica degli anni ‘60 e ‘70. che al paesaggio italiano e alle sue trasformazioni ha dedicato parte del proprio lavoro.