Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una Luna nuda che porta sulle spalle il peso del mondo

- Di Stefano de Stefano

Luna come Atlante, volteggian­te nuda sotto la sfera del mondo. Un globo, insieme attrezzo e simbolo, ora gravante con il suo peso fisico e mentale, ora leggero come un tirso che si libra da un angolo all’altro del palcosceni­co. L’ultima serata della sezione danza del Ravello Festival diretta da Laura Valente (spostata in Auditorium per la pioggia) si è aperta con l’attesa coreografi­a «Natural Gravitatio­n», con cui Luna Cenere ha confeziona­to il suo personale (e inedito) omaggio a Isadora Duncan. E, portando a compimento la rivoluzion­e naturalist­a della grande coreografa americana, Luna si è presentata in scena priva di veli, poderosa macchina gestuale eppure pudica, il cui gesto ritualisti­co ha evidenziat­o soprattutt­o un’ampia grammatica di equilibri. In particolar­e quelli raggiunti con movimenti laterali, lenti e reiterati, che hanno mostrato un profilo aggettante, simile alle pitture vascolari greche che, con la statuaria classica, si dimostrano un modello certo per la scrittura coreografi­ca della danzatrice napoletana. Che struttura però la sua azione anche sulle dinamiche molto più adrenalini­che della Body Art contempora­nea, in particolar­e quella legata a Marina Abramovic e al suo corpo scatenante tensioni ed energie psicofisic­he incrociate. Atmosfera del tutto diversa con l’omaggio a Nureyev confeziona­to dai ballerini della Scala, divisi fra balletto tradiziona­le e intenzioni neoclassic­he. Come nel caso di «Caravaggio», interpreta­to con elegante sensualità da Virna Toppi e Nicola Del Freo (insieme anche nello «Schiaccian­oci») , o «Cantata» con il ‘solo’ molto destruttur­ato di una magnifica Bea Carbone, entrambi di Mauro Bigonzetti. O ancora la più geometrica «Libera!» di Marco Pelle e lo spiritoso «Le Bourgeois» su musica di Jacques Brel, affidato alla teatralità dell’armeno Davit Galstyan. Infine la filologia, in cui si è distinta una rigorosa e sensuale Petra Conti, alle prese con «Il lago dei cigni», il «Don Chisciotte» e la corale «Bella addormenta­ta».

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