Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Una Luna nuda che porta sulle spalle il peso del mondo
Luna come Atlante, volteggiante nuda sotto la sfera del mondo. Un globo, insieme attrezzo e simbolo, ora gravante con il suo peso fisico e mentale, ora leggero come un tirso che si libra da un angolo all’altro del palcoscenico. L’ultima serata della sezione danza del Ravello Festival diretta da Laura Valente (spostata in Auditorium per la pioggia) si è aperta con l’attesa coreografia «Natural Gravitation», con cui Luna Cenere ha confezionato il suo personale (e inedito) omaggio a Isadora Duncan. E, portando a compimento la rivoluzione naturalista della grande coreografa americana, Luna si è presentata in scena priva di veli, poderosa macchina gestuale eppure pudica, il cui gesto ritualistico ha evidenziato soprattutto un’ampia grammatica di equilibri. In particolare quelli raggiunti con movimenti laterali, lenti e reiterati, che hanno mostrato un profilo aggettante, simile alle pitture vascolari greche che, con la statuaria classica, si dimostrano un modello certo per la scrittura coreografica della danzatrice napoletana. Che struttura però la sua azione anche sulle dinamiche molto più adrenaliniche della Body Art contemporanea, in particolare quella legata a Marina Abramovic e al suo corpo scatenante tensioni ed energie psicofisiche incrociate. Atmosfera del tutto diversa con l’omaggio a Nureyev confezionato dai ballerini della Scala, divisi fra balletto tradizionale e intenzioni neoclassiche. Come nel caso di «Caravaggio», interpretato con elegante sensualità da Virna Toppi e Nicola Del Freo (insieme anche nello «Schiaccianoci») , o «Cantata» con il ‘solo’ molto destrutturato di una magnifica Bea Carbone, entrambi di Mauro Bigonzetti. O ancora la più geometrica «Libera!» di Marco Pelle e lo spiritoso «Le Bourgeois» su musica di Jacques Brel, affidato alla teatralità dell’armeno Davit Galstyan. Infine la filologia, in cui si è distinta una rigorosa e sensuale Petra Conti, alle prese con «Il lago dei cigni», il «Don Chisciotte» e la corale «Bella addormentata».