Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Caro Russo, M5S eterodiretto ma dalla gente
Gentile direttore, chi le scrive è una cittadina che da sempre combatte e denuncia i privilegi della politica ma che dalla politica ha ottenuto il più straordinario di essi, che è l’onore conferito da cittadini miei pari di rappresentarli all’interno di un’istituzione. Privilegio che mi trasmette ogni giorno le necessarie energie per affrontare ogni battaglia al fianco della mia gente, per far valere le idee di uomini e donne della mia regione. Chi le scrive oggi non lo fa per rappresentarle indignazione per un attacco superficiale e a senso unico, riportato su queste colonne, da un uomo che, firmandosi vicepresidente del Consiglio regionale, dovrebbe intuire che il suo avrebbe dovuto essere un ruolo super partes. Né il gruppo consiliare di cui mi pregio di far parte invocherà le dimissioni di Ermanno Russo per aver abusato della carica istituzionale, credendo di conferire forza maggiore ai suoi strali contro l’operato dei regionali M5S. A questa scelta dovrebbe condurlo la sua coscienza. Neppure intendiamo utilizzare lo spazio che ci offre, per la qual cosa le siamo più che grati, per compilare una cruda lista delle cose fatte o di quelle che ci è stato impedito fare. Ci piace, piuttosto, riferirle semplicemente chi siamo. Cittadini, le dicevo. Che torneranno alla loro vita di sempre se così vorranno gli elettori e comunque alla scadenza di un eventuale secondo mandato. Non c’è alcuna oscura strategia dietro il nostro agire, nessun burattino muove invisibili fili. Siamo eterodiretti, sì, come a Russo è piaciuto descriverci. Eterodiretti dalla gente che rappresentiamo, da tutti i cittadini della Campania. Ed ha ragione, il vicepresidente del Consiglio regionale, anche quando fa previsioni sulle nostre possibili risposte ai suoi attacchi. Ha ragione quando sostiene che il suo partito, la coalizione di cui fa parte e quanti siedono tra i banchi della maggioranza rappresentano la vecchia politica, quella dei compromessi, dei programmi inattuati, della preferenza chiesta e ottenuta perché prima o dopo il favore te lo faccio. Ed vero pure, come ammette, che lui stesso e gli altri come lui sono quelli che non si sono mai voluti tagliare lo stipendio. E come dargli torto quando annuncia che non avremmo avuto remore nel rinfacciargli che non si sono fatti scrupoli quando hanno bocciato per tre anni la nostra proposta sul taglio dei vitalizi. Contro tutto questo abbiamo messo in campo ogni atto istituzionale possibile, ogni proposta utile, ogni azione di denuncia che la legge e i regolamenti ci concedono. E se la voce talvolta è stata un po’ troppo alta, se l’abbiamo fatta campeggiare su cartelli branditi in aula, se le abbiamo dato vigore arrivando a occupare l’aula, l’abbiamo fatto perché non passasse inascoltata. E ne andiamo fieri perché col nostro operato abbiamo contribuito a sgretolare il sistema della vecchia politica perfettamente ricostruito nelle parole di Russo. E mai il nostro lavoro è stato teso a mettere il cappello su questo o quel provvedimento. C’è smania di protagonismo, sì. E non appartiene solo a noi. Ma a tutta la gente di questa terra. Che ha compreso che presto tornerà a essere unica protagonista del proprio destino. Sarà il tempo in cui si eclisserà l’era dei Russo, per dare finalmente spazio a quella dei cittadini, coi loro diritti e i loro bisogni.